Un videogioco per attendere la fine del mondo (e altri nuovi titoli)
Tornano i consigli videoludici di Artribune: questo settembre abbiamo selezionato 5 nuovi videogiochi che tra scalate e catabasi, apocalissi e decluttering raccontano il nostro presente e un po’ del nostro futuro
Questo mese i videogiochi scelti da Artribune parlano di imprenditoria (Artis Impact) e decluttering (Clean Break), ci fanno scendere negli abissi (FALLSTRUKTUR) o ci fanno scalare montagne (Herdling) e ci permettono di ascoltare la radio alla fine del mondo (_ΩMEGA_POINT).
Matteo Lupetti
Artis Impact
Ad Artis Impact interessano i piccoli gesti di ogni giorno: gesti mediocri, ripetuti, quasi noiosi. Illustrazioni e animazioni rappresentano con cura le vivaci interazioni tra i personaggi e la loro lenta routine, fatta soprattutto di lavoro. E di imprenditoria. Artis Impact è ispirato alla reinterpretazione semplificata dei videogiochi di ruolo che si è sviluppata per farli funzionare su console, inizialmente in Giappone (per questo vengono chiamati “japanese role-playing games” o JRPGs). Qua la formula è ulteriormente semplificata, e nei combattimenti a turni controlliamo un unico personaggio (e non un gruppo), supportato da un piccolo robot che esegue automaticamente un’azione da noi pre-impostata. Si aggiunge però una forte componente “life sim”, di simulazione della vita quotidiana di un personaggio all’interno di una comunità (pensate a serie come Animal Crossing). In un futuro post-post-apocalittico il gruppo paramilitare di cui fa parte la protagonista difende quel che resta dell’umanità dalla minaccia delle intelligenze artificiali. È un mondo precario, e lo attraversiamo sostenendoci con lavoretti part-time e con prima piccole e poi sempre più ambiziose iniziative imprenditoriali. Alla fine della nostra partita e dopo tante battaglie non avevamo salvato gli esseri umani dalle macchine, ma avevamo aperto, aiutato ad aprire o rilevato quattro diverse attività commerciali, in una continua e neoliberista ricerca dell’indipendenza economica. Ricerca che è un po’ anche quella di Mas, lo sviluppatore malesiano che dopo aver lasciato il suo posto da dipendente ha sviluppato da solo Artis Impact, usando il software RPG Maker MV.
Artis Impact di Mas e Feuxon è disponibile per Windows.
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Clean Break
Grazie a fenomeni come i libri della “consulente del riordino” giapponese Marie Kondō negli ultimi anni si è parlato molto di “decluttering”, cioè della pratica di gettare via o comunque di rimuovere oggetti da uno spazio, come la casa, per renderlo più funzionale e in qualche modo più sano dal punto di vista psicologico. In Clean Break facciamo decluttering, ma a pugni. In ogni livello il personaggio principale entra in casa sua e, in una serie di sfide a difficoltà crescente, deve distruggere elementi e mobili chiaramente fuori posto. Un secondo frigorifero in mezzo a una stanza. Una libreria dove prima non c’era nulla. Una finestra che non dà sull’esterno. Lo spunto viene da Perfect Vermin (Talia bob Mair, Angad Matharoo, Chris Dang e Daniel Shypilov, 2020), in cui dobbiamo distruggere gli arredi di un palazzo di uffici alla ricerca di una “infestazione” di oggetti fuori posto e apparentemente fatti di carne. Clean Break costruisce però su queste fondamenta una storia più umana sulla fine di una relazione, sul significato che diamo agli oggetti e sulle emozioni che questi oggetti provocano. In questo videogioco, sono i ricordi l’infestazione che cerchiamo di debellare.
Clean Break di Benjamin Pilbrow è disponibile gratuitamente per Windows.
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FALLSTRUKTUR
Esiste un sottogenere di videogiochi che su Artribune abbiamo definito “climb ‘em up” perché hanno come meccanica centrale lo scalare, e forse ancora di più il cercare attraverso osservazione e tentativi il percorso corretto per compiere la scalata. Spesso, ma non sempre, si tratta di scalare proprio montagne. L’antenato di questi videogiochi sarebbe Shadow of the Colossus (Sony, 2005) in cui il protagonista deve scalare i nemici, i colossi del titolo, per raggiungere e colpire i loro punti deboli. Alla fine del 2018 la formula venne rovesciata da mkapolk in [fr0g] clan official server 24/7 zk map (for stranger), un videogioco di “anti-scalata” in cui si discende invece di ascendere e da cui deriva FALLSTRUKTUR. L’obiettivo di FALLSTRUKTUR è semplice: iniziamo in cima a una struttura in rovina e dobbiamo raggiungerne il fondo saltando e cadendo di piattaforma in piattaforma mentre evitiamo di sfracellarci e cerchiamo di gestire la notevole inerzia dei nostri movimenti. Oltre a offrire un’ancora interessante rovesciamento del climb ‘em up, la discesa nel mondo di FALLSTRUKTUR lungo vari percorsi possibili e interconnessi e strade segrete è anche una discesa a fasi precedenti dell’umanità, da edifici che ricordano case fino a mondi più primordiali di pietra e alberi e infine a spazi composti da geometrie forse neanche più umane. Il videogioco consente pure di creare nuovi livelli e, sulla piattaforma di distribuzione Steam, di scaricare e giocare quelli creati dalla comunità.
FALLSTRUKTUR di Fynn Levy, Rollin’Barrel e Stuffed Wombat è disponibile gratuitamente per Windows, Mac e Linux.
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Herdling
In Herdling il personaggio principale si improvvisa pastore, lascia la città in cui vive senza fissa dimora e guida un sempre più grande gregge di animali simili a yak, detti Calicorni, verso lontane montagne. È chiara l’influenza di Journey (thatgamecompany, Sony, 2012, poi portato su Windows e iOS da Annapurna nel 2019). Videogioco che è, tra l’altro, strettamente imparentato con i climb ‘em up che abbiamo descritto parlando di FALLSTRUKTUR. Come quello di Journey, anche il viaggio di Herdling è un pellegrinaggio dal sapore malinconico ed elegiaco, e lo è sia per il gregge sia per il personaggio principale. È una ricerca di un qualche genere di salvezza persino trascendente, via da un mondo urbanizzato in cui non trovano più spazio né le marginalità né i Calicorni. Ma l’addomesticamento impone comunque una certa disparità tra personaggio umano e animali non umani. Siamo noi che dobbiamo aver cura del gregge, guidandolo lontano da pericoli e predatori e curandone le ferite. Siamo noi che lo indirizziamo per aiutarci a risolvere i pochi piccoli puzzle presenti. I Calicorni che incontriamo nel percorso e aggiungiamo al branco sono differenziati sia visivamente sia, in teoria, caratterialmente. Possiamo anche dar loro un nome. Ma tali differenze contano poco: gli animali di Herdling, a differenza della creatura chimerica di The Last Guardian (Sony, 2016), non esprimono mai davvero voglie, bizze o paure. Li domiamo premendo un tasto, e da quel momento sono nostri.
Herdling di Okomotive e Panic è disponibile per Nintendo Switch, Windows, PlayStation 5 e Xbox Series S e X. Il gioco è tradotto in italiano.
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_ΩMEGA_POINT
Cielo rosso, pioggia, alti palazzi distrutti. In una radura tra gli alberi, un mech (un robot pilotabile) ancora funzionante. Ci saliamo sopra, dopo qualche tentativo capiamo che bottoni premere per avviarlo e attivarne i monitor. Vediamo che è in corso un conto alla rovescia, e si concluderà tra meno di 30 minuti. Alla fine, riusciamo ad accendere la radio, e una registrazione ci avvisa che quando il cronometro arriverà allo zero saremo fusi insieme al resto dell’umanità in un’unica coscienza collettiva. Già il nostro corpo pare essere svanito, e anche se il personaggio principale è in qualche modo finora scampato all’assimilazione il suo tempo sta per finire. In questa mezz’ora possiamo muovere il mech ed esplorare questa piccola terra devastata, mentre intanto esploriamo le frequenze della radio e ascoltiamo decine di registrazioni e di brani musicali. Un mixtape videoludico per l’apocalisse. Ci pare notevole che _ΩMEGA_POINT non sia l’unico videogioco ambientato, almeno in un certo senso, aspettando la fine del mondo. Ci sono per esempio il videogioco di fotografia As Hermit Crabs Do (ghostsnwitches, 2025), il disfacimento nella Venezia morente di Death to Venice (Lichene, 2025) e persino i combattimenti postumani di Atomega (Ubisoft, 2017) svolti sull’orlo del collasso dello spaziotempo. Forse questo momento precedente alla fine, questo spazio in cui c’è attesa senza nulla dopo l’attesa, è intrinsecamente ludico.
_ΩMEGA_POINT di Catherine “cathroon” Brinegar è disponibile gratuitamente per Windows.
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