Il nuovissimo Palazzo Fendi di Milano è una boutique colma d’arte contemporanea

L’arte di Edoardo Piermattei anima Palazzo FENDI Milano, rendendo la nuova grande boutique del brand quasi una galleria

C’è un momento in cui l’artigianato non si limita a raccontare la tradizione, ma osa rifondarla. È ciò che accade con “Rock the Craft”, il nuovo progetto firmato FENDI: un’esperienza immersiva che fonde arte contemporanea e savoir-faire artigianale in un linguaggio visivo completamente nuovo. Una performance estetica e concettuale che ridefinisce il concetto stesso di “atelier”.

L’arte di Edoardo Piermattei a Palazzo FENDI Milano

Al centro di questa narrazione, l’artista Edoardo Piermattei — noto per le sue architetture pittoriche tridimensionali — incontra la maestria degli artigiani FENDI in un dialogo live all’interno del terzo piano di Palazzo FENDI Milano, recentemente inaugurato in un Quadrilatero della moda sempre più denso di boutique-museo (si pensi allo store inaugurato da Bulgari lo scorso aprile o al nuovo negozio di Tiffany a Palazzo Taverna), in una zona ora “protetta” dalla ZTL. Qui, sotto le volte del nuovo tempio milanese del brand, l’artista realizza una serie di opere con cemento pigmentato applicato con una sac à poche: un gesto manuale, quasi dolce, che umanizza la materia trasformandola da rigida a fluida.
Questa alchimia prende forma in una Tablet in pelle e pelliccia, creata a quattro mani con gli artigiani della pellicceria. L’inlay, tecnica distintiva di FENDI, diventa così medium per una contaminazione artistica che trasfigura i confini tra arte e moda. Un percorso che si completa con l’iconica Peekaboo bag, reinventata in tela bianca come omaggio al gesto pittorico di Piermattei, e disponibile anche in edizione limitata realizzata con materiali di recupero provenienti da precedenti collezioni. Un manifesto di creatività sostenibile, dove il riciclo diventa poetica.

Palazzo Fendi, Milano
Palazzo Fendi, Milano

Palazzo FENDI a Milano

Ma la vera opera d’arte è Palazzo FENDI Milano stesso. Situato all’incrocio iconico tra Via Montenapoleone e Corso Matteotti, l’edificio razionalista progettato da Emilio Lancia tra il 1933 e il 1936, diventa oggi il cuore pulsante di una visione multidisciplinare. Il progetto architettonico, curato internamente dal FENDI Architecture Department, rilegge i codici déco milanesi attraverso l’estetica fluida e curva tipica del marchio, ispirata all’arte della pelliccia e ai marmi romani. Entrando dalla monumentale hall, le curve organiche delle boiserie in noce si fondono con marmi scolpiti che evocano statue barocche e pavimenti ispirati ai domus romani. 

Palazzo Fendi, Milano
Palazzo Fendi, Milano

Tutta l’arte a Palazzo FENDI Milano

A dominare la scena, sculture site-specific di artisti contemporanei selezionati in collaborazione con prestigiose fondazioni e gallerie: Officine Saffi, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Mazzoleni e Secci Gallery. Al piano terra, un’imponente colonna ceramica di Anton Alvarez si erge come totem della trasformazione materica. Accanto, le creazioni in ceramica pop di Roger Coll e i meteoriti astratti di Roberto Sironi trasformano la boutique in un percorso espositivo. Salendo, l’intervento di Edoardo Piermattei continua lungo le scale con un affresco dalle cromie calde, che evolve in tecniche e forme su ogni piano: acquerelli, stucchi, fino alle sue celebri volte tridimensionali.

Palazzo Fendi, Milano
Palazzo Fendi, Milano

Gli interni di Palazzo FENDI Milano

Ogni piano del palazzo è un’esperienza diversa. Al primo, il mondo maschile si fonde con elementi architettonici della Milano Anni ’30 – come la porta in nickel traforato ispirata a Villa Necchi Campiglio – mentre opere di artisti come Daniel Crews-Chubbs e Luke Edward Hall introducono tocchi pittorici e surreali. La stanza dei bambini, invece, gioca con materiali antichi e palette pastello, reinventando la classicità con ironia.
Il secondo piano, dedicato alla Couture femminile e alla gioielleria, è un inno alla sinuosità. Le pareti in Calce Romana ondulano come drappi di pelle, mentre i pavimenti geometrici mescolano marmi milanesi e romani in un sofisticato equilibrio. Le VIP Room si aprono come stanze segrete, abitate da sculture di Florian Tomballe e tappeti customizzati. Il culmine si raggiunge al terzo piano: l’Atelier, dove i visitatori possono assistere dal vivo al lavoro degli artigiani. Un tempio contemporaneo in cui la storia centenaria del brand è narrata attraverso fur tablets e materiali rari, alternati secondo la tecnica dell’opus sectile.
Mentre adiacente all’Atelier, il FENDI Apartment è un’oasi immersiva, aperta solo su invito. Qui, una reinterpretazione del Pantheon romano accoglie gli ospiti in una stanza con soffitto curvo e luci circolari che evocano l’oculo del monumento. Tra opere di Agostino Bonalumi e Arnaldo Pomodoro, si cela anche un bar cabinet in ceramica giapponese Raku, che custodisce l’essenza dell’universo FENDI.

Giulio Solfrizzi 

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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