Dolce&Gabbana celebrano a Roma la bellezza eterna, tra mito, fede e sartorialità

Due sfilate nella capitale interpretano la storia della moda attraverso i codici dell’impero e della liturgia, fra mito, cinema e artigianato. I video

Tra i marmi antichi del Foro Romano e la mole barocca di Castel Sant’Angelo, Dolce & Gabbana hanno trasformato Roma in un palcoscenico del sublime. Non una semplice sfilata, ma un’opera in due atti dedicata alla bellezza, che intreccia mito e storia, eleganza e spiritualità.

Nel corso delle due serate-evento, la moda diventa narrazione: una rilettura sartoriale della città eterna che passa attraverso la memoria imperiale, le vestigia papali e il cinema italiano degli Anni Cinquanta.

La visione di Dolce & Gabbana: “Roma è il trionfo della Bellezza”

A guidare il progetto creativo non è stato semplicemente un desiderio estetico, ma un’intima devozione verso Roma e la sua capacità unica di incarnare la bellezza in ogni sua forma. Con la dichiarazione “Roma è il trionfo della Bellezza… Ora il suo trionfo è il nostro sogno che si avvera”, Domenico Dolce e Stefano Gabbana sintetizzano una visione che va oltre l’omaggio formale: quella della città come fonte inesauribile d’ispirazione, ma anche come teatro in cui far rivivere – attraverso la moda – il genius loci che l’ha resa eterna.

Roma viene evocata come una divinità profana, i cui simboli – il Pantheon, la Fontana di Trevi, Piazza di Spagna, Cinecittà – rappresentano non solo un paesaggio urbano, ma un immaginario stratificato fatto di gloria imperiale, arte rinascimentale, magnificenza barocca e modernità cinematografica. È questa dialettica tra opposti – sacro e profano, antico e popolare, spirituale e mondano – che ha orientato l’intero impianto creativo delle due collezioni, conferendo loro una forza narrativa rara.

Dolce & Gabbana Alta Moda tra mito, cinema e maestria artigianale

Nel cuore del Foro Romano, un tempo centro sacro e politico dell’Impero, la collezione Alta Moda ha rievocato la potenza fondativa della città. I riferimenti al mito di Romolo e al culto di Vesta diventano filtri visivi e iconografici per rileggere la femminilità. Gli abiti sembrano affiorare dalle rovine: flussi di chiffon di seta si intrecciano come fumi rituali, drappeggiati con cura a formare motivi a ventaglio, culminanti in nodi centrali che ricordano le corone votive. La lavorazione bias cut e il disegno radiale scolpiscono il corpo in modo lieve ma potente, evocando un ideale sacrale e laico insieme.

Non mancano le citazioni alla Dolce Vita. Il tailleur in doppio crêpe di lana, con giacca sagomata e tubolari in duchesse cuciti a mano, è un chiaro omaggio alle dive di Cinecittà, vestite con rigore architettonico, ma sempre animate da una sottile sensualità. Qui l’artigianato diventa racconto di cultura materiale: tessuti pregiati, ricami a mano, volumi misurati rendono omaggio alle sartorie romane che resero celebre il Made in Italy nel mondo.

Dolce & Gabbana sfilata Alta Moda
Dolce & Gabbana sfilata Alta Moda

Dolce & Gabbana Alta Sartoria tra liturgia e bellezza barocca

Se l’Alta Moda è immersione nella Roma del mito e del cinema, l’Alta Sartoria sposta lo sguardo verso la spiritualità. A Castel Sant’Angelo, originariamente mausoleo voluto dall’Imperatore Adriano e poi residenza papale, Dolce & Gabbana celebrano la tradizione ecclesiastica attraverso una rilettura dei codici liturgici.

La collezione si muove tra fasto e rigore: ogni look è costruito come se fosse un paramento sacro, seguendo i canoni del “fatto a mano” più assoluto. Un bustino in filigrana dorata, cesellato con cristalli e gemme, richiama la magnificenza barocca delle vesti cardinalizie, mentre l’interazione della luce con le superfici metalliche restituisce un’aura quasi mistica. Altrove, un busto scultoreo, leggerissimo ma visivamente monumentale, raffigura il volto di San Pietro, realizzato con una tecnica che evoca il marmo scolpito. Drappeggi e panneggi rimandano alle casule papali, ma anche alla grande pittura sacra: Raffaello, Tiziano, Michelangelo si fanno riferimento implicito, così come il cinema di Sorrentino e i costumi di The Young Pope.

Un’eredità di bellezza: Roma come codice visivo e identitario

Il doppio appuntamento romano ha offerto molto più di una semplice collezione: ha costruito una narrazione sul senso della moda oggi, intesa non come mero esercizio estetico, ma come strumento per interpretare l’identità. Roma, con il suo carico di immagini, storie e visioni, è divenuta lente per guardare al futuro della couture italiana.

Dolce & Gabbana hanno scelto non solo di omaggiare la città, ma di dialogare con la sua stratificazione culturale, in un equilibrio continuo tra nostalgia e reinvenzione. Due luoghi simbolici, due collezioni, un unico discorso sulla bellezza: eterno, contemporaneo, profondamente italiano.

Alessia Caliendo

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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