10 designer della nuova generazione emersi alla Milano Fashion Week

La fashion week milanese segna il ritorno di molti addetti ai lavori non solo dall’Europa, ma anche da Corea, America e Giappone. E porta alla ribalta designer emergenti. Ecco quali

La settimana della moda di Milano rivela un fermento e un’energia palpabile che si è concretizzata nel numero di eventi dedicati non solo ai big brand, ma anche ai numerosi designer della nuova generazione, oltre a diversi stranieri che hanno scelto la capitale meneghina come piattaforma di lancio per il loro brand. Una fashion week che segna anche il ritorno di molti addetti ai lavori non solo dall’Europa, ma anche da Corea, America e Giappone. E nell’apertura di questa intensa fashion week è stato anche dato spazio alle più promettenti scuole di moda italiane con la sfilata Milano Moda Graduate, giunta all’ottava edizione, che ha visto vincere la romana Sofia Masciotta (Accademia Costume & Moda) il primo premio. La designer si è distinta per il suo lavoro di ricerca su un biomateriale totalmente solubile in acqua, a minor impatto ambientale, offrendo un’alternativa sostenibile a un nuovo concetto di stampa.

Ecco i 10 designer che abbiamo selezionato durante questi primi giorni in cui Milano si è trasformata in hub creativo diffuso tra eventi, happening, installazioni e fashion show in luoghi inusuali. 

Federico Poletti

YEZAEL BY ANGELO CRUCIANI – UNA SFILATA APERTA A TUTTI AL MERCATO CENTRALE

Angelo Cruciani

Angelo Cruciani

Il brand è da sempre una delle voci più alternative e indipendenti, che ha saputo conquistare un pubblico di personaggi e supporter che spaziano dai talent di X-factor e Amici, fino a Elodie, Ghali e Achille Lauro. Direttore creativo è Angelo Cruciani, che è da sempre impegnato anche in prima persona per i diritti Lgbtq e tematiche sociali. Torna a sfilare a Milano dopo 20 anni con il suo progetto Yezael negli spazi del Mercato Centrale, portando in scena un fashion show inclusivo dedicato al benessere personale. Il tema della collezione è incentrato sugli angeli della nostra epoca, tra sensibilità sociale e creatività. Il focus del suo progetto è parlare di nuovi canoni estetici, quelli della personalità, dell’espressione personale e di esigenze che ricercano nella società nuovi tipi di modelli. Tutto questo regalando la possibilità di vivere da vicino quello che normalmente sembra riservato solo ad una élite di addetti ai lavori: una sfilata aperta, dove tutti sono stati invitati. Uno show pirotecnico, partecipato e inclusivo, quello concepito da Cruciani che lo dedica al suo paese, Cantiano, sconvolto di recente da un’alluvione che ha causato morti e distruzione. Il casting organizzato a luglio, libero e accessibile a tutti, ha passato al vaglio oltre mille volti, selezionandone infine 36, rappresentanti di un’umanità solitamente negletta dal regno dorato del fashion; ne fanno parte, tra gli altri, ragazzi irsuti, uomini curvy, trans, signore agé, una mamma col suo bambino di 14 mesi. Sono tutti Contemporary Angels, come da titolo della collezione, edonisti sfacciati e sicuri di sé, che si riconoscono nelle culture – e sottoculture – più varie, usando gli abiti come uno strumento espressivo potente, festoso, liberatorio. Gli outfit, di conseguenza, prorompono in tinte sgargianti e decorazioni a non finire. 

DHRUV KAPOOR VINCE IL “YOUNG DESIGNER DHL AWARD 2022”

Dhruv Kapoor

Dhruv Kapoor

Classe 1988, il designer di origine indiana, si è formato a Milano dove muove i suoi primi passi, prima studiando alla Marangoni e poi lavorando da Etro. Nel 2013 fonda il suo brand eponimo, sinonimo di rivoluzione, trasformazione e indipendenza dove pone al centro una grande attenzione per i dettagli e i tessuti, riscuotendo subito da Vogue India un importante riconoscimento come miglior marchio emergente. Proprio in apertura della Milano Fashion Week, durante la cerimonia di inaugurazione di Fashion Hub – ospitato presso l’ADI Design Museum – il Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana Carlo Capasa lo ha premiato tra i vincitori del “Young Designer DHL Award”.

L’obiettivo del premio è quello di supportare il talento dei designer del futuro, a cui DHL fornirà un aiuto concreto nel processo di espansione sui mercati internazionali. La nuova collezione Spring Summer 2023 esplora la nostra natura poliedrica, oscillando tra più paesaggi onirici con personaggi ibridi. I modelli di macro-rettili simboleggiano la consapevolezza psichica. I boccioli di fiori definiscono una nuova rinascita. I temi con la stampa sfocati evidenziano l’energia in movimento. Capi baggy e strutturati si alternano in silhouette che raccontano una tavolozza di colori estesa, la saggezza primordiale della stampa cocco, applicazioni gioiello e stampe flora. Kapoor trova l’equilibrio tra utilità e femminilità, abbinando strutture morbide a una sartorialità squadrata, un punto di unione tra couture e moda street con una versione molto personale, arricchita dalle tecniche artigianali di ricamo indiane. 

ANDREĀDAMO REINVENTA IL LOOK LAYERING E SEXY

Andreadamo

Andreadamo

È una delle rising star di questa nuova scena creativa italiana di base a Milano che si focalizza su una maglieria bodycon, forme che avvolgono il corpo molto amate da personaggi come Dua Lipa. L’ispirazione della collezione arriva da astratti rimandi al mare e richiami ai suoi abitanti fantastici. I contorni delle figure si fondono nel paesaggio e la realtà diventa pura sensazione. La maglieria riproduce il seguirsi delle onde con la nuova tecnica a filo flottante, dalle diverse declinazioni. Ogni passo è movimento: minidress, top, giacche e panel skirt, ciascun capo appare volutamente non finito e prende vita seguendo chi lo indossa in una danza. Quando a fluttuare sono i cristalli, ricamati sul tulle in christal mesh o applicati a impreziosire fili di maglia, si ha l’impressione di vedere la pelle di una creatura marina che riflette la luce sott’acqua. La costina, punto fondamentale nell’estetica ANDREĀDAMO, evolve nella versione see-through in nylon, utilizzata per capi caratterizzati da tagli scuba, con cuciture a copertura dall’effetto tecnico. Un’interpretazione inaspettata del surf-sportswear, lo accosta a capi e dettagli evening wear per un look contemporaneo. La tuta intera seconda pelle, i top, i leggings con la staffa o i maxi-cardigan si portano con gonne lunghe o sotto abiti impreziositi da cristalli, le trasparenze si sovrappongono e i cut-out sottolineano la costante centralità del corpo. Il layering crea il total look ANDREĀDAMO, rompendo le convenzioni tra capi tecnici e evening. Una moda dal tocco decisamente glamour che punta sui colori del nudo, cifra stilistica e punto di partenza dell’estetica ANDREĀDAMO, che gioca su utti i toni della pelle. Compare un lampo di arancio che ricorda il lavoro dell’artista Cesar Manrique, a tratti sfumato in un fuxia accesso.

MARCO RAMBALDI – LA MODA COME STATEMENT SOCIALE E POLITICO

Marco Rambaldi

Marco Rambaldi

È stato uno dei primi creativi a parlare di inclusione in tempi non sospetti. Marco Rambaldi, nato nel 1990 a Villanova di Castenaso, dove ancora vive e lavora, è una figura atipica per il fashion system. Si è auto definito queer e post-romantico, cancellando a colpi di crochet e di tessuti elastici, morbidamente adattabili, automodellanti e sexy, tutti i possibili preconcetti su forme e formosità, bellezze canoniche e definizioni di genere. Per questa collezione racconta lo stesso designer: “Ho voluto chiamare la collezione Odi et amo perché sono gli estremi e dobbiamo stare alla larga dall’indifferenza, soprattutto in questo momento storico per quello che andremo a vivere”. Per questo il giovane stilista ritiene importante “parlare di diritti mandando in passerella persone comuni con le loro storie senza legami di etnia, genere e religione”. Nel suo casting, che è da sempre un manifesto di inclusione, anche quando non si usava ancora questo termine, sono   come protagonisti ragazze di ogni taglia, provenienza, età e orientamento sessuale. E proprio sulla scia del famoso carme di Catullo Odi et Amo la tensione di due forze opposte si avverte per tutta la durata del suo fashion show che ha visto il contrasto tra il set verdeggiante e bucolico del Parco industria Alfa Romeo con la musica un po’ sinistra, fino allo stesso susseguirsi dei capi della collezione. Dai black dress aderenti si passa infatti a look iper-colorati, con pants angelici e abiti che sembrano baciati da labbra rosse. Tra tante creazioni all’uncinetto, il cuore è il fil rouge che unisce tutti i look della collezione e declinato in modi sempre diversi. La moda di Rambaldi si conferma voler essere un potente veicolo di comunicazione sociale, una visione sospesa tra l’osservazione della cruda realtà e prepotente ottimismo e invito a resistere.

ALESSANDRO VIGILANTE E LA POETICA DEL MOVIMENTO

Alessandro Vigilante

Alessandro Vigilante

Altro nome hot della scena milanese, Alessandro Vigilante presenta la sua collezione dal titolo BODY LANGUAGE e trae come sempre ispirazione dalla danza contemporanea.
Mai come questa stagione “il corpo è al centro della scena” e si esprime attraverso il movimento, creando un linguaggio unico, intimo e altamente comunicativo, fatto di gesti minimi, quasi impercettibili oppure ampi e precisi, ripetitivi o istintivi, controllati, liberatori, contratti, rilassati, continui, fluidi, esplosivi.  Il movimento si sostituisce alla parola e diventa l’unico linguaggio. La pelle nuda, scoperta attraverso misurate finestre sul corpo, realizzate sottraendo centimetri di tessuto, racconta lo sforzo fisico, la tensione muscolare, l’estasi, il godimento, la rabbia, la resa. Il corpo è libero di muoversi agilmente in volumi ampi e oversize di giacche e pantaloni o grazie a body, catsuit e abiti capaci di diventare una seconda pelle. La palette colori esplora le sfumature skin-tone, accese dall’arancione fluo e illuminate dai colori gesso e avorio; il nero grafico si alterna al blu, colore protagonista di questa stagione. La collezione sottolinea il DNA del Brand reinterpretandone i tratti distintivi: la contrapposizione tra maschile e femminile si ritrova nei rigorosi suit di impostazione sartoriale, tagliati da body iper-femminili. Blazer iconici come l’oversize Pina Bausch e il backless Carolyn Carlson si rinnovano nei materiali come il lino croccante nei toni naturali del nude e del gesso. Gli abiti, fluidi e cascanti, semitrasparenti o strutturati, disegnano il corpo, evidenziando il punto vita, il collo e le spalle e scoprendo di volta in volta parti di corpo nudo. Seguono giochi di lembi drappeggiati dei body ma con soluzioni finali diverse. I lembi delle gonne degli abiti questa stagione diventano liberi e asimmetrici. Il ricamo di stagione è grafico e artistico: triangoli che ricordano le iniziali del Brand, la A e la V, in specchio blu o nude, danzano su top cut-out e gonne asimmetriche. 

GLI STEREOTIPI DI AC9

AC9

AC9

Alfredo Cortese è l’ideatore della griffe AC9, che promuove un’estetica frutto di una grande attenzione ai particolari e all’artigianalità esaltata da capi essenziali, ma al tempo stesso sperimentali, che vogliono rivoluzionare i concetti di stile ed eleganza. “Mi piace aggiungere a un gusto clean e una punta di sexyness italiana”. Le parole di Alfredo Cortese restituiscono l’essenza del brand AC9, in cui convivono rigore nordico e charme mediterraneo, minimalismo e ricercatezza, linee geometriche e volumi fluidi. Punto di partenza della nuova collezione sono gli “Stereotip” quelli che sotto una nuvola di fumo hanno dato vita a una collezione più rigorosa, ma resa sensazionale sia dall’atmosfera, sia da quel tocco di eccentricità un po’ underground e un po’ futuristica che contraddistingue il marchio. Ricami, giochi di trasparenze con lingerie in vista, drappeggi opulenti, tailoring ibridi trionfano su abiti e completi dalle forme nuove e genderless. Uno studio attento tra corpo e abito, tutto giocato tra il bianco e nero, presentato con un tono a tratti punk, dove l’attitude è sexy e libera da ogni vincolo. Una collezione che dimostra la maturità del designer a livello concettuale e stilistico.

LAURA CHAMANDI DEBUTTA ALLA MILANO FASHION WEEK

Laura Chamandi

Laura Chamandi

Seppur cresciuta all’estero, la designer libanese Lara Chamandi, grazie alla sua famiglia, ha sempre nutrito un profondo legame con il suo paese, la sua cultura millenaria e le sue tradizioni. Nel 2013, Lara si trasferisce a Londra per studiare Furniture Design. Sperimentare con materiali diversi diventa rapidamente una vera e propria passione che porta la giovane creativa a concentrarsi sullo sviluppo di una pelle vegetale sostenibile al momento in attesa di brevetto. Durante lo sviluppo di questo progetto, Lara inizia a considerare l’idea di lanciare un brand di lusso consapevole radicato in un ethos rispettoso. Per seguire la sua passione, nel 2021 si trasferisce quindi a Milano, dove decide di aprire la sede della sua azienda.  Il focus di Lara è insegnare alle donne l’importanza della natura attraverso un abito, ispirandosi alla luna per le sue creazioni per realizzare capi interamente a mano, in Italia. Continua a studiare e si convince che l’universo è legato alle fasi lunari, dunque allo zodiaco, al cosmo. Allora nascono le collezioni che prendono spunto dai segni zodiacali in quanto fonte di energia in continua mutazione. La collezione PE 2023 ha a che fare con i Gemelli, l’amore del corpo e l’anima che si traducono in disegni fluidi e geometrici ma evanescenti e al tempo stesso potenti quanto le ali di una farfalla, un talismano prezioso dedicato a sua nonna e alla voglia di vita Per presentare la sua prima collezione al pubblico milanese Lara sceglie di collaborare con Francesca Pasquali. Un’artista di fama internazionale che lavora su materia organica e sul riuso. Insieme hanno creato un’installazione site specific all’interno di Daad Dantone con 150 metri di carta da riciclo con la stampa zodiaco, uno dei simboli della collezione. Racconta la stessa Chamandi: L’aria, elemento cui appartiene il segno dei Gemelli, indica una palette di cromatismi diurni, freschi e luminosi, pigmenti effimeri di impalpabili ali di farfalla definiscono invece tonalità assolute e sacre, spirituali, da meditazione, come l’oro, l’ultraviolet e l’arancio. La collezione introduce nuovi equilibri e proporzioni, alla ricerca di un’alchimia perfetta tra apparenza ed essenza, tra passato e futuro, in un connubio di silhouette contemporanee e riferimenti agli anni ’20,’30”. 

ALESSANDRO ENRIQUEZ E IL TRIBUTO ALLA SICILIA

Alessandro Enriquez

Alessandro Enriquez

Alessandro Enriquez racconta la “sua” Sicilia e la “sua” Palermo attraverso un happening originale, attingendo dai valori della famiglia, che lega, avvolge e avvicina tutto e tutti per comprendere i simboli della cultura siciliana. I tesori della città di Palermo piuù cari al designer si pongono in primo piano come motore d’ispirazione e insieme protagonisti di collezione: dal liberty di Ernesto Basile in chiave pop, alle maioliche e malachiti verdi e azzurre, alla maestositaà del Teatro Massimo, ai capolavori dolci del Chiostro di Santa Caterina, i 4 canti di città, ad infine, dulcis in fundo, cassate e Caffè di Sicilia, per un menù alla moda. Uno dei temi della presentazione sono i pomodori protagonisti assoluti delle stampe nelle loro svariate sfumature di rosso e che in Sicilia si chiamano pumurammuri, di derivazione francese Pomme d’amour , la prima regione italiana che conobbe la pianta grazie alla diretta influenza spagnola sull’isola, e da cui infatti provengono le ricette italiane più antiche a base di questo incredibile frutto. Il designer gioca con le stampe rivisitando le silhouettes costruite con materiali leggeri come sete, viscose, cotoni e lino. Tra le collaborazioni quella con Caffè di Sicilia, un marchio che nasce dalla passione di giovani imprenditori amanti del caffè che vogliono raccontare la loro Sicilia in un sorso di caffè. E quella con VENTAGLIDAUTORE realtà artigianale rilanciata dal palermitano Danilo Anello di Ventimiglia, che ha realizzato per l’occasione preziosi ventagli fatti a mano utilizzando i tessuti coloratissimi del designer.

ACT N 1 ALLA RICERCA DEL SÉ INTERIORE

Act N1

Act N1

Il fashion duo (Galib Gassanoff e Luca Lin) fondatori di Act n°1 sono il brand supportato da Valentino che ha aperto le porte dei suoi luoghi digitali, offrendo ai designer l’opportunità di presentare la collezione spring-summer 2023 a un’audience di 17 milioni di follower, nello spirito di alimentare l’energia delle nuove generazioni e di supportare il sistema moda. La collezione è un vero inno alla fluidità e inclusione, tra diverse età, generi, taglie, fino alla disabilità e gravidanza. La sfilata a tema “Alla ricerca del seì interiore proibito” ha visto brillare abiti e giacche in cui gli iconici Casio Vintage sono stati ricamati come armature, a contrasto con tessuti preziosi come tulle e lana.  Una riflessione sul valore del tempo in cui l’orologio viene re-interpretato come simbolo dell’evoluzione e del costante fluire, in cui la strada verso il futuro si intreccia con l’eredità del passato in un ciclo a rinnovamento perpetuo. Il concept dell’intera sfilata ruota attorno al concetto di identità vera e immaginata, tra giochi di maschere e richiami al mondo orientale. Trait d’union tra i due brand è il legame con le tradizioni e costumi dell’Asia: Gassanof è nato in Azerbaigian, mentre Lin è italo-cinese. On show denim sfrangiati, pantaloni cargo e trasparenze sono e nuvole monumentali di tulle viste in tutte le sue forme, dal triangolo dei top, balze dei vestiti, dal nero usato per vestire gli uomini e a rivestire i trench, turchese per cappotti e blazer in fresco lana. In tulle arriva anche la prima borsa: The Ruffle Bag, realizzata a mano e rifinita con una catena d’argento. Un brand decisamente sperimentale dove anche il corpo è decorato come una tavolozza, di giallo, rosso, blu perché, come affermano i due creativi: “sanguiniamo dello stesso colore. Abbiamo credenze diverse, ma lo stesso cerchio di vita”.

LA MODA CHE VA OLTRE IL GENERE DI REAMEREI

Reamerei ph Lorenzo Basili

Reamerei ph Lorenzo Basili

REAMEREI è un brand sperimentale fondato da Marzia Geusa insieme a Enrico Micheletto e Davide Melis, che dopo aver completato insieme un percorso di studi, hanno deciso di dar vita a un progetto collettivo. Il brand nasce dai sogni d’infanzia irrealizzati e persi nella disillusione, ma prepotentemente riaffiorati. Concept del loro progetto è una moda genderless che guarda verso un futuro non-binary e decisamente punk, mentre è forte l’attenzione ai materiali biologici rigenerati o upcycled. Il tema principale della nuova collezione PLANARIA è quello dell’unione. In un periodo di dubbi e retoriche autocratiche, in cui la mancanza di dialogo generazionale sembra creare dei distacchi insormontabili, i designer vogliono immaginare e dare vita ad un futuro diverso. E raccontano i fondatori del brand: “Identificandoci come persone non-binary, i capi sono stati concepiti senza seguire nessuna idea di binarismo o distinzione, ma considerando il genere come performativo, e i corpi come elementi in continuo cambiamento, alla ricerca del proprio spazio per germorgliare al di fuori di qualsiasi imposizione. L’ispirazione per il progetto è nata osservando le planarie (il loro ermafroditismo e la loro curiosa capacità rigenerativa) e soprattutto grazie ad alcune poesie di Alda Merini nelle quali paura dell’abbandono, desiderio di cambiamento e pulsione sessuale vengono vissute in maniera viscerale”. I materiali utilizzati spaziano dal denim rigenerato, cotone lavorato a maglia e velluto. La maglieria multicolore rappresenta il lato più giocoso della collezione: i capi e gli accessori raccontano di una assurda trasformazione sensuale, balaclava e manicotti decorati proteggono il corpo e simulano una genesi floreale ultraterrena. 

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Federico Poletti

Federico Poletti

Eclettico, nomade e multitasking: questi sono gli aggettivi che meglio definiscono l’orizzonte creativo e professionale di Federico Poletti. Milanese di adozione, parte da una formazione accademica nell’arte (laureato in Conservazione dei Beni Culturali) per arrivare a una visione della moda…

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