Ricordo di Giusi Ferré, la vera outsider della moda italiana

Ripercorriamo vita e carriera di Giusi Ferré, tra i principali giornalisti di moda italiani scomparsa il 15 aprile 2022: dalla carta stampata alla TV, fino al ricordo dei colleghi

Il 15 aprile 2022 si è spenta Giusi Ferré (classe 1946), non solo una grande firma del giornalismo di moda e costume italiano, ma una voce indipendente, una delle poche e autentiche outsider del sistema moda. Lei – forse l’unica in Italia – che, pur restando una free lance e fuori dal “fashion circus”, è riuscita con la sua cultura profonda e autorevolezza a lasciare un segno. Una mente acuta e brillante capace di analizzare e leggere il presente, ma con uno sguardo e conoscenza incredibile del passato e un’etica del lavoro davvero unica. Forse il suo ritratto più vero, profondamente umano e toccante, lo si legge dalle parole della sua amica e collega Maria Silvia Sacchi del Corriere della Sera con cui Giusi ha lavorato instancabilmente per oltre una decade sulle pagine del Corriere Economia. Sacchi ne ha sottolineato la sua modestia nel mandare i pezzi battuti rigorosamente a macchina e poi trascritti dalla fidata signora Luciana, il suo senso civico e amore per Milano, la sua generosità ed entusiasmo nel lavoro e nel supportare i giovani e quelle progettualità alternative alle grandi aziende, purché meritevoli.

Giusi Ferré e Alessandro Calascibetta

Giusi Ferré e Alessandro Calascibetta

VITA E CARRIERA DI GIUSI FERRÉ

Tanti, forse troppi, ricordano Giusi Ferré per la sua rubrica su Io Donna “Buccia di Banana” cui poi seguivano i Tocchi di classe. Un format di successo (nato nel lontano 1998 quando lavorava ad Amica) in cui si descrivevano con grande ironia e leggerezza gli scivoloni di stile delle celebrità, messi poi a confronto con quelli che invece dimostrano di avere un senso dello stile. Una rubrica fortunata e molto copiata, che è stata successivamente trasformata in libro e poi anche trasmissione su Lei Tv. Il programma era condotto da Giusi insieme a due coppie di stylist: Roberta e Antonio Murr e Matteo Osso con Julie Kosossey che in ogni puntata si sfidavano nella trasformazione del look di due donne che volevano migliorare il proprio aspetto e acquisire sicurezza in sé stesse. Giusi – molto temuta per “il senso morale e per come scrutava fatti, cose e persone”, era stata anche in giuria di Italia’s Next Top Model. Con la sua capigliatura rosso-arancione sparata a riccio (un vezzo cui non ha mai rinunciato neppure nei momenti di salute peggiori) era diventata un “arbiter elegantiarum”,  ma senza quella spocchia tipica del mondo moda e spettacolo da cui si teneva lontana, pur facendone parte a modo suo. Da anni ormai per motivi di salute e indole andava a pochissimi e mirati eventi, spesso accompagnata anche in carrozzina dall’amico fedelissimo Matteo Osso. Come ha scritto Maria Silvia Sacchi: “Sapeva di essere un personaggio ma non lo ha mai incarnato… e se fosse nata in America sarebbe stata tra le più considerate al mondo”. La sua è stata una carriera costruita su basi solide, partendo dagli esordi su riviste come Epoca, Linea Italiana e Linea Sport, per poi finire all’Europeo, dove era stata la prima a intervistare Miuccia Prada. Dal 1998 al 2000 aveva condiretto il settimanale Amica (all’epoca il direttore era Fabrizio Sclavi) in un momento di grande rivoluzione del mondo editoriale. La ricorda Michele Ciavarella con cui aveva lavorato in quegli anni: “Una professionista sempre con la coscienza di avere una responsabilità nei confronti di chi la leggeva. E che a torto è stata relegata nel settore del giornalismo di moda quando invece era capace di scrivere di cultura e di cronaca”. Non a caso Giusi si è occupata a lungo di Made in Italy e sistema moda sulle pagine di Corriere Economia, dove è stata capace di raccontare anche complessi fenomeni socio-economici con le sue analisi profonde, ma senza mai rinunciare a quel mix unico di leggerezza calviniana e autorevolezza. Per questo era spesso chiamata come opinionista o per curare libri rimasti celebri come quelli su  Gianfranco Ferré e Giorgio Armani, tanto per citarne solo alcuni, che hanno svelato aspetti di questi stilisti mai approfonditi prima. E ancora la sua capacità di leggere e ricostruire i contesti socio-culturali con le sue connessioni alla moda si ritrova in memorabili libri come “Timberlandia” e nei volumi che ripercorrono la storia di maison del Made in Italy come “Fragiacomo. Timeless Italian Luxury” o per festeggiare i 50 anni di Pomellato. Questi sono solo alcuni esempi della passione e competenza di Giusi nel trattare e approfondire complesse tematiche che andavano ben oltre la storia del costume. Una vera passione per raccontare “storie” che l’avevano portata anche in radio. Anche se per molti resterà forse più conosciuta per le sue stoccate di stile nelle famose Buccie di Banana.

Giusi Ferré e Matteo Osso

Giusi Ferré e Matteo Osso

GIUSI FERRÉ: IL RAPPORTO GLI STILISTI ITALIANI

Proprio la sua innata curiosità ha portato Giusi a scoprire e poi aiutare in tempi non sospetti molti di quelli che sono diventati oggi i nomi della moda italiana conosciuti in tutto il mondo. In primis il suo amatissimo Gianfranco Ferrè (di cui collezionava anche i bellissimi gioielli da sempre parte essenziale dei suoi look), Gianni Versace, Romeo Gigli e Giorgio Armani, che le ha reso omaggio con un messaggio pubblico: “Cara Giusi, sei stata un’amica, discreta e leale. Mi mancherà molto la profonda sensibilità con cui sapevi raccontare il mio pensiero e il mio lavoro. E mi mancheranno la tua ironia, lo spirito critico, la tua risata squillante. Con affetto sono vicino alla tua famiglia in questo momento di dolore”. Era inoltre da sempre amica e grande supporter di Ermanno Scervino e Antonio Marras di cui amava profondamente il loro senso dello stile, che va oltre le tendenze del momento.  Mancheranno i suoi racconti e voglia di scoprire, collaborando anche con i giovani, come ricorda anche lo stesso Alessandro Enriquez incoraggiato da Giusi nella scrittura del suo primo libro 10×10 An Italian Theory.

Giusi Ferré e Carla Sozzani

Giusi Ferré e Carla Sozzani

GIUSI FERRÉ. IL SALUTO E RICORDO DEI COLLEGHI

Tantissime le voci e penne dei colleghi che hanno scritto di Giusi, ricordandone aneddoti e storie. Da Michele Ciavarella, Fabrizio Sclavi, Antonio Mancinelli e Gianluca Lo Vetro, che la ricorda così: “Pugno alzato e un garofano rosso. Saluto così, la mia adorata Giusi, socialista di ferro, guru del giornalismo, scrittrice e personaggio televisivo. La sua carriera è storia della carta stampata di costume. Tanto, che Milano le conferì L’Ambrogino D’oro per il giornalismo cartaceo di moda. Non è tutto. Giusi ha scritto libri e fatto tanta televisione. Ma quello che m’interessa, è tratteggiare i risvolti che questo personaggio nascondeva e dissimulava, per difendere la sua fragilità”. Per me Giusi resterà per sempre nel cuore per la sua grande umanità, capacità di dialogo e ironia, accoglienza nella sua casa e nel suo mondo di libri di storia (non solo moda), amore sconfinato verso la sorella Daniela e tutti i nipoti che adorava e di cui era orgogliosa. Come tutti noi era una persona fragile e piena di insicurezze, ma che sapeva di essere circondata dall’affetto di parenti e amici, così come dalla stima e invidia di molti colleghi più “social” di quanto non fosse lei. Una persona che ha dimostrato che l’essere indipendenti e liberi è sicuramente una strada faticosa (e lei lo sapeva bene) specialmente nel panorama della moda italiana, ma non per questo si è mai arresa, continuando fino all’ultimo a lavorare con la stessa energia ed entusiasmo.

– Federico Poletti

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Federico Poletti

Federico Poletti

Eclettico, nomade e multitasking: questi sono gli aggettivi che meglio definiscono l’orizzonte creativo e professionale di Federico Poletti. Milanese di adozione, parte da una formazione accademica nell’arte (laureato in Conservazione dei Beni Culturali) per arrivare a una visione della moda…

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