Ai Musei Capitolini di Roma la sfilata della collezione Cruise 2020 di Gucci. Il report

La maison fiorentina presenta, nei suggestivi ambienti del complesso museale romano, la nuova collezione ideata dal Direttore Creativo Alessandro Michele. Per una sfilata all’insegna della libertà di espressione e del femminismo

Prende ispirazione dalle opere custodite ai Musei Capitolini la collezione Cruise 2020 di Gucci, la cui sfilata si è svolta questa sera proprio all’interno del complesso museale romano. Alessandro Michele, Direttore Creativo della maison fiorentina, ha presentato una collezione in cui spiccano toghe, pepli e tuniche di romana memoria, ma non mancano riferimenti al mondo contemporaneo, anche dal punto di vista sociopolitico.

IL RITORNO A ROMA DI ALESSANDRO MICHELE

“Quando hai il privilegio di poter parlare devi dire qualcosa, la moda mi ha dato la libertà di esprimermi. Roma è il contenitore giusto per i personaggi del mio film perché è pagana”, spiega Alessandro Michele, romano di nascita, dopo la sua sfilata. “Tornare a Roma è stato tornare a me stesso. Venivo in questo museo da piccolo con mio padre, sono qui perché amo l’archeologia e amo la storia. Roma impone se stessa con le sue colonne, e il suo antico dialoga con me naturalmente. Stasera i modelli che attraversavano il museo erano i passanti di una metropolitana di Berlino o una parata di figure che ho scelto, questa volta con maggiore cura”.

LIBERTÀ E FEMMINISMO NELLA MOSTRA DI GUCCI A ROMA

Nel corso della sfilata, un abito ha catturato in particolare l’attenzione del pubblico: un vestito bianco con, all’altezza del ventre, il ricamo di un utero con fiori. “Riemerge la femminilità nella collezione”, spiega Michele, “il disegno di un utero che è un gran fiore, con cui ho voluto riaffermare la libertà delle donne, la loro libertà di interrompere anche una gravidanza. Ho voluto riaffermare il rispetto per la scelta femminile. Sui miei abiti ci sono slogan perché fare moda vuol dire anche dare messaggi di libertà. La mia posizione mi consente di dire delle cose. Più sento che mi viene negata la libertà, più le mie antenne per sentire si allungano. Roma è un luogo difficile da definire anche per un romano. È un po’ disordinata come lo erano alcuni dei ragazzi che sfilavano stasera, è libera, è artistica, è anarchica. La libertà è un’idea romantica, il sogno di essere come vogliamo”.

GUCCI AI MUSEI CAPITOLINI

Come già raccontato un paio di mesi fa, la mostra di Gucci ai Musei Capitolini rappresenta inoltre un’importante collaborazione tra la maison e l’istituzione romana. Nel corso dei prossimi due anni, Gucci contribuirà al progetto di recupero della Rupe Tarpea, la parete rocciosa posta sul lato meridionale del Campidoglio, dalla quale – secondo la tradizione – fino al I secolo d.C. venivano gettati nel sottostante Foro Romano i traditori della Patria condannati a morte, che in questo modo venivano simbolicamente espulsi dall’Urbe. Un impegno, questo, che Gucci si assume per promuovere e valorizzare uno dei complessi museali più antichi al mondo: risale infatti al 1471, a opera di papa Sisto IV, la nascita della prima raccolta pubblica di opere antiche, che comprende i celebri bronzi raffiguranti la Lupa Capitolina, lo Spinario, il Camillo e anche i frammenti del colosso di Costantino.

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Redazione

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