Moda. Italia e Francia a confronto

Mentre in Italia scoppia l’ennesima polemicuccia fashion, in Francia i più potenti agglomerati del lusso si danno un gran da fare per non perdere le posizioni acquisite: con altre logiche di certo più concrete, anche se non certamente vincenti.

La polemicuccia tutta italiana è sempre uguale a se stessa. Sono oltre trent’anni che Giorgio Armani a fine sfilata compie esternazioni prendendosela con qualche suo collega: lo ha fatto con i Versace, prima Gianni e poi Donatella; con Jean Paul Gaultier (poi sono diventati “grandi amici”); lo ha fatto con Domenico Dolce e Stefano Gabbana, con Miuccia Prada… Insomma da sempre Armani si ritiene depositario del “buon gusto” e, dopo oltre sessant’anni di onoratissima carriera, all’età di 83 anni può dire quel che gli pare.
Risulta però fuorviante (anche un po’ ridicolo?) montare intorno a questa ennesima, inutile esternazione una qualsiasi dotta disquisizione estetica.
Stiamo ai fatti. Perché qualcosa di importante nel fashion sta avvenendo, ma ahimè ha poco a che fare con il cortile di casa. Con H&M al secondo posto e Zara al terzo, Nike risulta essere il più potente, ricco e apprezzato brand moda al mondo. Lo rivela il report di Brand Finance, leader a livello mondiale in consulenza strategica nel mondo della moda.
Come stanno reagendo Kering e LVMH, i conglomerati del lusso più potenti al mondo, che appaiono, con i loro marchi migliori, solo al settimo e nono posto?

Virgil Abloh alla Columbia University nel 2017

Virgil Abloh alla Columbia University nel 2017

CAMBIAMENTI AI VERTICI

Lo scorso martedì 27 marzo LVMH (Moët Hennessy Louis Vuitton) ha annunciato che Kris Van Assche diventerà il nuovo direttore artistico di Berluti, mossa finale di un riposizionamento strategico della parte maschile dei suoi brand di abbigliamento. Antoine Arnault, amministratore delegato di Berluti, ha detto: “Sono lieto di dare il benvenuto a Kris Van Assche a Berluti. Lo conosco da diversi anni, ho sempre ammirato il suo lavoro a Dior Homme e non vedo l’ora di lavorare con lui”.
Van Assche ha trascorso gli ultimi undici anni di lavoro come designer di Dior Homme, prima di lasciare il posto il 19 marzo a Kim Jones ‒ che a sua volta ha trascorso i sette anni precedenti come designer dell’abbigliamento uomo Louis Vuitton prima di lasciare l’incarico il 26 marzo al designer Virgil Abloh, spuntato dal mondo della dance elettronica e dello street-style con la sua linea Off-White.
Hedi Slimane, che ha trascorso sette anni come designer presso Dior Homme dal 2000 al 2007 ed è stato mentore di Van Assche, è tornato all’ovile il 21 gennaio scorso, alle redini di Céline, marchio un tempo esclusivamente femminile a cui Slimane ora aggiungerà la linea uomo.
Il nuovo incarico di Van Assche da Berluti lo trattiene nella famiglia LVMH – estromettendo però Haider Ackermann, che aveva a sua volta sostituito Alessandro Sartori, poco prima inopinatamente passato a Zegna.

Nike Air Force 1 ’07

Nike Air Force 1 ’07

RESISTENZA ED EVOLUZIONE

Una dinamica che ha accelerato freneticamente nel giro di tre mesi: tradizionalmente, quando un designer lascia un marchio, lascia il gruppo, ma così non è stato questa volta. Si tratta di un riflesso della corporativizzazione sempre più accentuata del lato creativo del mondo del fashion.
L’arrivo di un nuovo designer richiama sempre l’attenzione dei media sul marchio, specialmente quando si tratta di personaggi protagonisti del mercato come Slimane nel fashion d’alta gamma e Abloh nello streetwear. E proprio l’arrivo di quest’ultimo da Vuitton appare la novità più rilevante: altro che le teste mozzate di Gucci e stanche reprimende di Armani! Louis Vuitton è il brand più redditizio tra quelli nel portafoglio di LVMH: quest’anno nella classifica di Brande Finance è stato superato da Hermes, che si è collocato al settimo posto e ora reagisce convinto che l’haute streetwear sia la via da seguire. Del nuovo designer Virgil Abloh i media italiani hanno parlato pochissimo (si sa…), ma proprio con Nike Abloh, lo scorso 27 gennaio, ha dato vita a una special edition di Nike Air Force 1 ’07, in vendita esclusiva al MoMA di New York: non esattamente uno spazio aperto a tutti.
Dopotutto, il filo che connette Van Assche, Kim Jones, Heidi Silmane e Abloh, per altri versi diversissimi tra loro, è un feeling particolare per la combinazione alto/basso, la capacità di combinare clubbing e skate e per creare qualcosa di realmente contemporaneo.
Da tempo l’athleisure – lo street style houte – o in qualunque altra maniera lo si voglia definire, è il megatrend che percorrere l’intero pianeta.
Aspettiamo di vedere ora che succederà a marchi tradizionali come questi in piena evoluzione a partire da giugno, quando debutteranno le nuove collezioni uomo Vuitton e Dior; per Céline occorrerà attendere fino a settembre (Slimane farà sfilare donna e uomo insieme) mentre la prima collezione Berluti di Van Assche non apparirà fino a gennaio 2019.
Stanno tutti attrezzandosi per resistere ed evolversi, per non morire assorbiti nel gorgo di un’evoluzione che è anche sociale e non lascia scampo. Altro che teste mozzate e rievocazioni imbalsamate come quelle proposte al Palazzo Reale a Milano.

Aldo Premoli

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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