Baranzate Ateliers. A Linate il Fuorisalone che sorprende con un design audace e sostenibile

Anche questa edizione del Fuorisalone è agli sgoccioli. Il nostro consiglio? Non fermatevi alle installazioni in città, e andate un po’ fuori, a visitare la collettiva curata dai belgi di Zaventem Ateliers: a mani basse, la cosa migliore che abbiamo visto

Baranzate Ateliers, progetto ideato dai belgi di Zaventem Ateliers, rappresenta l’ultima di una serie di iniziative all’avanguardia che hanno trasformato interi distretti postindustriali – “vaste terre desolate” intorno a Bruxelles, Parigi, Lisbona, e ora Milano – in nuovi poli adatti a presentare il collectible design. Un approccio che unisce una comunità senza precedenti di creativi con mentalità simili e libere, fornendo ambienti stimolanti per favorire l’artigianato innovativo.

Baranzate Ateliers, Via Gaudenzio Fantoli
Baranzate Ateliers, Via Gaudenzio Fantoli

La collettiva del design nordico a Baranzate Ateliers

Quest’anno, per la sua seconda edizione meneghina, Baranzate Ateliers presenta negli immensi spazi industriali di via Gaudenzio Fantoli – un monumentale edificio industriale degli anni ‘50 a pochi minuti dall’aeroporto di Linate, simile a una cattedrale di cemento – opere audaci, capaci di combinare creatività e sostenibilità. 
Una seconda edizione particolarmente ben riuscita, che conferma Zaventem Ateliers – lo spazio di creazione e contaminazione creato nel 2019 da Lionel Jadot (designer, artista e architetto d’interni belga) – come una delle realtà più interessanti della scena europea sul fronte della sperimentazione e delle nuove proposte. E che a molti, quasi tutti, ha ricordato l’esperienza di Lambrate. Non tanto per quanto riguarda l’affluenza di pubblico, quanto per la scelta della location, oltre 7000 metri quadri costituiti da due corpi di cemento distesi, che accolgono una selezione particolarmente curata di progetti messi in relazione con lo spazio brutalista. Mondi creativi diversi che si incontrano, coesistono e ridefiniscono nuove estetiche a partire dal dialogo con il paesaggio post industriale. 

I protagonisti di Baranzate Ateliers a Linate

Una lineup che ha visto la partecipazione di 35 studi, tra cui 15 ospiti, provenienti principalmente da Francia e Belgio, appositamente selezionati per attirare e coinvolgere un pubblico internazionale. Tra questi THEMA – piattaforma culturale fondata da Michaël Hadida nel 2003, specializzata in arte e design con un approccio impegnato, inclusivo e sostenibile – che presenta (nel blocco di sinistra) una straordinaria selezione di artisti e designer contemporanei. “Con THEMA” afferma il founder Hadida “la nostra ambizione è quella di riunire una comunità di designer in un luogo di espressione, scambio e socialità“. E BOLD Dualities, di Belgium is Design, collettiva che riunisce oltre 30 designer e studi di design particolarmente anticonvenzionali, noti o di nuova generazione, sotto la curatela dello studio Baroness O. 
Qualche altro nome? I progetti minimalisti e funzionali in legno di Arno Declercq, gli arazzi astratti di KRJST Studio, le luci a sospensione LED in bronzo fuso di Vladimir SlalovAdeline Halot, i nuovissimi tavolini Resourcer di Thomas Serruys, caratterizzati da pianeti in acciaio grezzo con gambe forgiate, e una selezione di opere grezze e raffinate della Maison Jonckers, che fondono minerali e metalli preziosi con resine colorate. Ma anche la libreria scultura CO SERIES 01 dei romani MILLIM STUDIO, estensione del lavoro di ricerca sulle forme metalliche già avviato con la serie CUTOUT; il tavolino LUNAR di Wanderart, i mobili lapidei di Gerardo Kuijpers, le tre serie inedite realizzate con blocchi di pietra e legno dallo Studio Khachatryan, i mobili fatti a mano da Middernacht & Alexander con acciaio riciclato, pigmenti, resina e vernice, e le squisite sculture murali in perline di vetro monocromatiche di Marijke De Cock, realizzate nei toni del blu reale, del nero e dell’oro. E ancora Crina Arghirescu Rogard in collaborazione con Liz Hopkins, Claudia Baez ed Ekaterini Konidari per il progetto Carte Blanche, i tappeti in pelle di pecora tessuti a mano da Carine Boxy, i pezzi di illuminazione in bronzo scolpiti a mano da William Guillon e le ceramiche scultoree e i vasi funzionali di Laura Pasquino, che fondono senza soluzione di continuità linee morbide e finiture robuste, esplorando l’interazione tra arte e natura.

Giulia Mura

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Mura

Giulia Mura

Architetto specializzato in museografia ed allestimenti, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi presso il laboratorio creativo PresS/Tfactory_AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) e la galleria romana Interno14. Assistente universitaria, curatrice e consulente museografica, con…

Scopri di più