La mega galleria Hauser&Wirth apre il nuovo spazio Make per artigianato e design

La importantissima galleria d’arte inaugurerà a luglio la prima mostra del progetto Make progetto avviato nel 2018 nel Regno Unito per presentare artisti e maker internazionali

Un anniversario da festeggiare e una passione originaria per il mondo del making contemporaneo che trova un nuovo spazio oltreoceano. La mega galleria Hauser&Wirth, che oggi rappresenta tra gli altri i ricercatissimi Mark Bradford, Nicolas Party, Rashid Johnson e Avery Singer oltre che tantissimi estates di peso, celebra i suoi 30 anni e apre una nuova sede. Succede a Southampton, nell’East End di Long Island e la sede è quella del progetto Make, lo spazio lanciato nel 2018 in Inghilterra per presentare le migliori ricerche di design e artigianato contemporaneo e internazionale.
La co-fondatrice Manuela Wirth ha preferito l’idea di tornare alle proprie radici (è stata un’insegnante di arts and crafts) e così si è deciso di dare una seconda casa americana al progetto Make, che già ha aperto la strada alle più recenti ricerche della progettualità handmade. 

La nuova sede di Make Hauser & Wirth a Southampton. Courtesy Hauser & Wirth. Photo: Thomas Barratt

La nuova sede di Make Hauser & Wirth a Southampton. Courtesy Hauser & Wirth. Photo: Thomas Barratt

COS’È MAKE DI HAUSER & WIRTH 

Make è lo spazio che Hauser&Wirth ha dedicato nel 2018 in Inghilterra alla presentazione e alla vendita di oggetti di artigianato e design contemporaneo di artisti e maker. Dal lancio a oggi ha ospitato più di ottanta artisti, con una particolare attenzione alla centralità dei processi produttivi e soprattutto dei materiali, della loro provenienza e sostenibilità ambientale, ma anche al valore e alla necessità di un coinvolgimento e di un nuovo possibile rapporto emotivo con il mondo dell’handcraft globale anche attraverso una programmazione di workshop, dibattiti e studio visit. Su una strada che dalla commercializzazione – o per la commercializzazione, anche – vede tante realtà imprenditoriali di diversi settori accomodarsi ad abbracciare il tentativo più ambizioso di costruire comunità, mescolando senza gerarchia predefinita arte, artigianato, design, progetto, spazio naturale. 

 

LA PRIMA MOSTRA DI MAKE NEGLI HAMPTONS 

La prima mostra del nuovo avamposto americano, Of Making and Material, curata dalla direttrice del Make Jacqueline Moore, sarà pronta a inaugurare il 2 luglio, al 50 di Hampton Road, a pochi passi dalla sede di Hauser & Wirth a Southampton, ed esporre le opere di Adam Buick, Helen Carnac, Alexander deVol, Florian Gadsby, David Gates, Harry Morgan, Rosa Nguyen e Mark Reddy. Range di prezzi? Tra i 2.000 e i 20.000 dollari. Il progetto, come si intuisce da un titolo che suona come un precisissimo statement, mette in luce la profonda attenzione che Make dedica ai materiali, alla loro natura, alla capacità espressiva nascosta nel legno, nella ceramica, nel metallo, nel vetro, nel cemento, così come la volontà di valorizzare i metodi e i processi del fare contemporaneo, la sua estetica, la conoscenza e la narrazione della produzione degli oggetti. Alla mostra si affiancherà ad agosto anche una residenza sul posto del celebre ceramista london based Florian Gadsby.
La programmazione continuerà poi in autunno con Selected by Make, con la proposta di creazioni artigianali in ceramica e vetro soffiato, all’incrocio tra funzionalità e decoro, di maker americani e inglesi. Qualche nome? Derek Wilson, Jochen Holz, Sue Paraskeva. 

L’ARTE E IL DESIGN NEGLI HAMPTONS 

Intanto, alla vigilia dell’estate, gli Hamptons sembrano pronti a confermarsi come una nuova destinazione dell’arte e della creatività, con la presenza sempre più solida di musei, istituzioni, parchi d’arte, case d’aste – dal Parrish Art Museum alla Long House Reserve, da The Ranch a Onna House e a South Etna, passando per gli avamposti di Christie’s e Sotheby’s – nuove gallerie che aprono e altre che sembrano destinate a restare, mostre, installazioni e nuovi spazi pop-up o più stabili per il design e l’artigianato contemporaneo, come 1818 Collective o Ram Design. Con un’attenzione speciale per gli spazi naturali. La presenza di un pubblico con capacità di spesa, di collezionisti e semplici appassionati, incide e non poco. “L’audience per l’artigianato è certamente in crescita”, sottolinea Jacqueline Moore. E la potenzialità di nuove attitudini collezionistiche e di nuovi comportamenti d’acquisto, che dall’arte si muovono in modo fluido verso le ricerche del design e dell’artigianato, sembra in grado di motivare e giustificare la scommessa su quest’area di Long Island. 

 

– Cristina Masturzo 

https://www.hauserwirth.com

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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna Economia e Mercato dell'Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia di…

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