Pizzicarola a Roma. L’idea di una bottega moderna nella progettazione dello studio Supervoid

Benjamin Gallegos Gabilondo e Marco Provinciali sono l’anima di Supervoid Architects, talentuoso studio romano under 35. L’ultimo progetto li porta a confrontarsi con la rinascita delle botteghe alimentari di quartiere e la necessità di trovare una nuova immagine, funzionale e identitaria

C’è stato un momento, nel pieno della prima ondata pandemica, in cui si è gridato al miracolo di una riscoperta vita di prossimità. Il recupero di rapporti umani più autentici, ironia della sorte proprio mentre il distanziamento diventava baluardo di salvezza; la messa in discussione dei modelli di consumo; nuove abitudini da costruire e una ritrovata curiosità verso quanto ci circonda. Insomma, una prospettiva incoraggiante a cui appigliarsi quando intorno l’incertezza sul futuro a venire sembrava essere l’unica costante di un’esistenza rimasta spiazzata. Due anni dopo, il germe di quel ripensamento di stili di vita fin troppo a lungo dati per scontati non ha prodotto una rivoluzione, ma certo ha aperto nuovi spazi d’azione per chi vuole farsi protagonista del cambiamento. E se prossimità, in una grande città, significa innanzitutto vita di quartiere, le ritrovate sentinelle di questa rinascita sono i negozi di vicinato che tanto hanno sofferto, negli ultimi decenni, l’avvento di grandi circuiti commerciali. Un modello economicamente sostenibile, però, non può essere mutuato tal quale dal passato: inedite rispetto a una bottega di una volta sono le sfide (basti pensare alla “concorrenza” dell’online), diverse le esigenze dei consumatori. Questo è vero con particolare evidenza nel settore alimentare, e non poche sono le giovani realtà che hanno scelto di raccogliere la sfida.

Pizzicarola ©Giorgio De Vecchi gerdastudio

Pizzicarola ©Giorgio De Vecchi gerdastudio

A ROMA LA BOTTEGA DI QUARTIERE PIZZICAROLA

Premessa, questa, utile per collocare l’inaugurazione della bottega PizziCarola nell’alveo di una corrente che invita a godere del momento della spesa come opportunità di confronto e scoperta, e atto di consapevolezza. L’idea è di Carola Calò e Alessandro Miocchi (già fondatore, con Giuseppe Lo Iudice, di Retrobottega e di tutto l’universo gastronomico che ne è scaturito, nel centro di Roma), che nel quartiere di Monteverde hanno dato vita a un progetto di bottega alimentare fondato su prodotti freschi, stagionali, selezionati con cura, etici (da agricoltura naturale e produttori che rispettano il valore dell’ambiente e del lavoro, spaziando per l’Italia, dai formaggi di Foradori ai salumi di Fattoria Rossi e Re Norcino, passando per le salse di Primitivizia e i sottoli di Agnoni; con un posto anche per prodotti naturali per la cura della persona e libri edizioni Quinto Quarto). Puntando però non solo alla qualità del prodotto – che resta centrale – ma anche sulla capacità di presentarlo in modo accattivante e divertente. Qui entra in gioco la progettazione dello spazio, in Viale di Villa Phampili 141-143, concepito in coerenza con gli obiettivi del format. Esplorando, cioè, le opportunità offerte da un ambiente ibrido e flessibile, pensato per rispondere a funzionalità e momenti diversi. Al lavoro, in dialogo costante con i titolari dell’attività, lo studio romano Supervoid Architects, che da qualche anno interpreta con intelligenza le istanze dell’architettura contemporanea. “Abbiamo lavorato con l’intenzione di facilitare il rapporto con il pubblico, disegnando uno spazio che potesse accogliere le diverse vocazioni di una bottega moderna”, spiegano Benjamin Gallegos Gabilondo (Santiago del Cile, 1988) e Marco Provinciali (Roma, 1988), che, dopo essersi diplomati allo IUAV di Venezia, hanno fondato nel 2016 Supervoid.

IL PROGETTO DI SUPERVOID ARCHITECTS PER PIZZICAROLA

Al centro di questo sistema, la mobilità degli elementi di arredo (come il grande tavolo centrale), che rispondono a funzioni diverse: “durante la giornata sono espositori per i prodotti, dall’ora dell’aperitivo o in occasione di eventi e incontri con i produttori si trasformano in piani d’appoggio e sedute che invitano a godere della convivialità”. C’è poi l’ispirazione al mercato, “con la doppia apertura su strada, su entrambe le vetrine, per suggerire l’idea di uno spazio aperto, in dialogo con l’esterno, e il banco della gastronomia, con la copertura inclinata come i banconi tradizionali del box di un alimentari”. Materiali industriali e colori riflettono un’estetica legata all’immaginario della produzione più che del consumo di cibo: “abbiamo rivestito lo spazio con un progetto molto presente, però al tempo stesso il rivestimento diventa sistema espositivo. Dunque pur costruendo un’immagine forte ci siamo assicurati che i prodotti mantenessero centralità”.

Pizzicarola a Roma. Lo spazio progettato da Supervoid

Pizzicarola a Roma. Lo spazio progettato da Supervoid

SUPERVOID

Con un passato già denso di esperienze importanti – ricordiamo, tra le altre, due partecipazioni alla Biennale di Venezia, nel 2014 e nel 2016, il Garden Pavilion nella Certosa di Pontignano (un padiglione temporaneo in provincia di Siena, realizzato nel 2018), la ristrutturazione del faro di Punta Spadillo a Pantelleria (incarico per il quale hanno concorso nell’ambito dell’iniziativa Valore Paese – Fari), la riqualificazione della Tenuta della Mistica, sempre a Roma, che sarà portata a compimento entro la primavera 2022, con ristorante e centro congressi immersi nel verde –, la pandemia non ha certo portato una battuta d’arresto alle attività dello studio: “quello che è cambiato in meglio è la possibilità di accedere a nuovi strumenti di collaborazione, in rete, che ci hanno permesso di scoprire modalità alternative di lavoro e produzione, e di attivare sinergie a livello nazionale e internazionale”, sottolineano gli architetti. “Sul versante romano dobbiamo fare un grande plauso a chi ha voluto investire in progetti su scala ridotta con un’immagine identitaria e nuova, proprio credendo nel concetto di prossimità: il contesto urbano si sta modificando in conseguenza degli ultimi eventi, e questo ci offre nuove opportunità di progettazione”.

I PROGETTI DI SUPERVOID

Al momento Supervoid investe proprio sul concetto di spazio ibrido, come avvenuto con Pizzicarola, anche su grande scala: “siamo al lavoro in Francia, sul restauro di un edificio del XVII secolo, il castello di Cologny. La proprietà vorrà farne una struttura ricettiva che sia al contempo centro di produzione d’arte e design, con residenze per artisti in arrivo da Paesi emergenti. È un progetto in cui ci riconosciamo molto: c’è la difficoltà – che è anche un’opportunità – di intervenire su ambienti antichi, nell’ambito di un processo di recupero di un immobile vincolato; e soprattutto la volontà condivisa con i proprietari di concepire uno spazio che possa assolvere a più funzioni e favorire l’incontro e la creatività”. Tra i progetti in fieri, nel frattempo, è quasi giunto a completamento l’appartamento romano nel quartiere San Saba realizzato in collaborazione con lo studio argentino Adamo-Faiden.

– Livia Montagnoli

@pizzi_carola
@supervoidarchitects

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