Udine Design Week 2020. Temi e protagonisti della quinta edizione della rassegna friulana

La settimana del design della città friulana, alla sua quinta edizione, non teme il contagio (da coronavirus) né la contaminazione (tra i generi). Si svolgerà, come previsto, dal 2 al 9 marzo, con un focus sul rapporto tra natura e artificio

Mentre gran parte degli eventi culturali del palinsesto primaverile slitta in avanti, la Udine Design Week resiste e, pur tra le mille difficoltà create dalla situazione sanitaria ancora incerta, non intende rinunciare al proprio progetto. “A differenza di altri eventi, non ci fermiamo per l’emergenza coronavirus!”, ha annunciato Anna Lombardi, curatrice del MuDeFri – Museo del Design del Friuli Venezia Giulia (un museo virtuale dedicato alla cultura del progetto) e della rassegna, quest’anno alla sua quinta edizione. “Tutti i negozi coinvolti hanno confermato la partecipazione, andiamo avanti senza paura”, prosegue. “Proprio in questi giorni lavoriamo agli allestimenti per poter inaugurare la manifestazione lunedì 2 marzo, come previsto”. Per rispettare l’ordinanza emessa dalla Regione, i tempi di permanenza di mostre e installazioni verranno estesi, mentre gli eventi saranno scaglionati in un periodo di tempo più ampio rispetto a quanto inizialmente previsto.

Anna Lombardi

Anna Lombardi

I CONTENUTI: NATURA E ARTIFICIO, RICICLO ED ECONOMIA CIRCOLARE

Il tema dell’edizione 2020, Naturalmente Artificiale/Artificialmente Naturale, ricorda quanto la distinzione tra natura e artificio, e in ultima istanza tra uomo e macchina, sia oggi sfumata, con continue compenetrazioni tra l’uno e l’altro ambito. Tra le installazioni che animeranno il centro storico della città, è molto attesa la giostra realizzata da Matteo Ragni utilizzando il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia nell’ottobre del 2018. Com’è evidente fin dal titolo dell’installazione, Do Ut Des, l’accento è sul principio di causa effetto e sull’importanza dell’economia circolare. Un tema presente anche nell’installazione proposta dal collettivo Il VespaioPlastica Preziosa: un macchinario che consente il riciclo domestico della plastica e che permetterà ai visitatori di stampare un piccolo oggetto di design da portare a casa. In un momento in cui le attività commerciali, già sofferenti per il consolidarsi di nuove abitudini di acquisto e lo spostamento di una parte dei clienti sull’e-commerce, devono guardarsi anche dal virus venuto da Oriente, la design week friulana cerca poi di riportare il pubblico verso i negozi fisici con il Window Shopping Contest, un concorso nel quale si sfideranno dieci vetrine di negozi, allestite da giovani architetti in collaborazione con aziende locali.

L’OMAGGIO ALLE “PIONIERE DEL DESIGN”

I primi eventi collaterali erano previsti nei giorni scorsi e sono gli unici ad avere subito delle variazioni. Tra loro c’è la mostra in videomapping Donne al Bauhaus – Leonardo designer, prodotta dal MuDeFri con la curatela della stessa Lombardi e dedicata alla componente femminile della mitica scuola d’arte applicata fondata da Walter Gropius, che aprirà il 2 marzo alla Galleria Tina Modotti (l’inaugurazione era prevista in un primo momento per il 26 febbraio). Marianne BrandtAnni AlbersGunta Stölz e le loro colleghe sono oggi celebrate come icone del design moderno e pioniere nei loro ambiti. In realtà, hanno ottenuto solo di recente l’attenzione che meritano e hanno dovuto lottare per la loro posizione anche all’interno della scuola. Come le diverse pubblicazioni sul tema degli ultimi anni hanno mostrato con chiarezza (da Bauhaus Women: Art, Handicraft, Design di Ulrike Müller a Bauhaus mädels. A tribute to pioneering women artists di Patrick Rössler, edito da Taschen nell’anno del centenario del Bauhaus), l’apertura professata a parole da Gropius non ebbe sempre un riscontro nei fatti. Se il Manifesto del 1919 mise nero su bianco che le porte dell’istituto erano aperte a “qualsiasi persona di buona reputazione indipendentemente dall’età o dal sesso” e che non ci sarebbero state “differenze tra il gentil sesso e il sesso più forte”, le  ragazze venivano spesso dissuase dall’approfondimento di alcune discipline considerate maschili – alla Stölz, per esempio, fu impedito di iscriversi al corso di architettura – e riorientate verso attività che secondo il direttore e i suoi collaboratori richiedevano una minore prestanza fisica, come la tessitura o la ceramica. Anticonformismo e tenacia sono le qualità che hanno permesso un inedito parallelo tra le “ragazze del Bauhaus” e la figura di Leonardo Da Vinci, designer ante litteram impegnato in progetti su scale diverse, dal cucchiaio alla città.

– Giulia Marani 

Udine // dal 2 al 9 marzo 2020
Udine Design Week
mudefri.it

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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