Rigenerazione urbana a Parma. Il polo farmaceutico di Chiesi diventa un giardino culturale
A novant’anni dalla sua fondazione, a Parma il gruppo farmaceutico Chiesi ha promosso un intervento di rigenerazione urbana che, entro il 2028, doterà la città del Chiesi Gardens: nel dismesso polo industriale sorgerà un hub per l’innovazione, la socialità e la cultura.

Se fosse possibile tornare indietro nel tempo, per esempio all’ottobre 1955, visitando Parma avremmo l’opportunità di assistere ai primi giorni di attività dello stabilimento produttivo del Gruppo Chiesi, all’epoca appena inaugurato. Quella che, decenni dopo, è divenuta un’affermata realtà internazionale del settore bio-farmaceutico – fondata nel 1935 da Giacomo Chiesi, conta oggi oltre 7.500 collaboratori e 31 filiali nel mondo –, settant’anni fa esatti avviava la propria produzione nel sito parmense di Via Palermo. Situato nel quartiere San Leonardo, a distanza ridotta dalla stazione ferroviaria e dal centro storico, dal secondo dopoguerra in poi questo polo industriale è progressivamente cresciuto, sfiorando i 10mila mq di superficie complessiva. Nonostante il successivo e graduale trasferimento di impianti e funzioni in siti di più recente edificazione, il legame tra l’azienda, la comunità locale e questo luogo non si è mai dissolto. A promettere di rilanciarlo, rinnovarlo e rinsaldarlo è ora un’ambiziosa operazione di rigenerazione urbana che, dopo un’articolata fase preparatoria e di ascolto, sta iniziando a muovere i primi passi. A novant’anni dalla fondazione della Chiesi.
Da polo industriale a hub multifunzionale e intergenerazionale: il Chiesi Gardens
“L’intervento di rigenerazione urbana del sito Chiesi Via Palermo vuole essere un atto di cura nei confronti di Parma e più specificatamente del quartiere San Leonardo che ci accoglie ed è la nostra casa da settant’anni” racconta Andrea Chiesi, Head of Special Projects del Gruppo Chiesi e promotore del progetto. “Nel tempo, il quartiere ha perso la caratterizzazione industriale con cui era nato per assumerne una residenziale. La densità abitativa è significativa, mancano gli spazi aggregativi, abbondano invece le grandi superfici commerciali. E ci sono spazi ex-industriali purtroppo in stato di abbandono. Come Gruppo, abbiamo dunque deciso di ‘restare’ e riprogettare il nostro sito, mantenendo salde le nostre radici ma con lo sguardo rivolto al futuro” prosegue, introducendo il cosiddetto Chiesi Gardens.







A Parma in progress il progetto del Chiesi Gardens
Per il 2028, appena dopo l’esperienza di Parma Capitale europea dei Giovani 2027, è infatti attesa l’apertura di un hub multifunzione senza precedenti per la città emiliana. Interrogandosi, già a partire dal 2017, sul destino della sua storica sede industriale, e ovviamente con la possibile vendita dell’intero lotto tra le opzioni sul piatto, il Gruppo Chiesi ha scelto di agire in controtendenza rispetto al settore di appartenenza, come noto contraddistinto da forme di segretezza specie verso i pubblici esterni. Un cambio di paradigma e di percezione dal quale è attesa la ridefinizione delle funzioni fin qui ospitate nel sito, nonché la sua apertura fisica alla città. Quest’ultima si concretizzerà attraverso un vasto piano del verde (da qui la definizione di “garden”) e la sostanziale permeabilità dell’area alla comunità, anche grazie al transito pedonale, con la conseguente diretta connessione tra porzioni del quartiere San Leonardo. Da un impianto chiuso, delimitato da cancelli e barriera, nascerà quindi un punto di riferimento intergenerazionale.
Che cosa sarà il Chiesi Gardens di Parma
Per dare seguito a questa volontà, il Gruppo Chiesi ha intrapreso un peculiare percorso di progettazione, che forse sarebbe riduttivo raccontare come un concorso di progettazione canonico. Una rosa di studi di architettura attivi in Europa è stata infatti invitata a partecipare alla consultazione lanciata dall’azienda, sulla base di un brief nato dalla sintesi dei migliori spunti emersi da una call for ideas precedentemente riservata a under 30 e professionisti: un modo per comprendere il senso dell’operazione e per misurarsi con i vincoli e le caratteristiche dell’area di intervento, valutando anche l’impatto del riuso e della riattivazione nel tessuto urbano parmense. “I primi passi del progetto di rigenerazione del nostro sito di Via Palermo sono stati mossi nel biennio 2017/18 attivando un processo bottom up anziché top down. L’obiettivo? Ricevere input esterni utili a comprendere il ruolo del nostro spazio aziendale nel tempo, a esplorare differenti scenari per lasciare un impatto nella e sulla città e sugli stakeholder dell’azienda” spiega ancora Andrea Chiesi. “Per farlo abbiamo coinvolto un numero sempre crescente di persone, figure interne all’azienda, professionisti provenienti da diversi ambiti per inventare e definire nuovi modi di affrontare un luogo urbano che è sede aziendale ma è anche aperto verso le comunità, in un progetto che va oltre il semplice recupero edilizio e si apre a possibili nuovi approcci costruttivi ed insediativi. Una metodologia che ci consente di espandere i nostri orizzonti e dare ulteriore solidità alle nostre competenze” chiarisce.







Il progetto di rigenerazione degli studi di architettura 51N4E e TEN
Dal punto di vista architettonico, la proposta progettuale elaborata insieme dagli studi 51N4E – di base a Bruxelles – dal collettivo di architettura e ricerca TEN – che opera a Zurigo e Belgrado – è emersa come la più convincente e affine al sistema valoriale dell’azienda. Nell’arco del prossimo triennio prenderà dunque forma il Chiesi Gardens, un hub con servizi in parte connessi con le esigenze del Gruppo (qui tornerà a operare la filiale commerciale italiana, con 120 postazioni), nonché l’Impulse Hub, uno spazio deputato alla gestione dei progetti di Innovazione Aperta, con il supporto di startupper e giovani talenti. Sarà, soprattutto, un luogo aperto alla città e alla sua comunità; disporrà di un impianto planimetrico volutamente flessibile e adattabile, in modo da recepire e rispondere a esigenze, urgenze e bisogni che emergeranno nei prossimi anni.
Un modello di architettura adattiva per il futuro di Parma e della sua comunità
Il programma di intervento è ibrido: si punta al recupero del 60% degli edifici esistenti, nel rispetto dei più alti standard qualitativi, di adattabilità e di efficienza energetica, con un’ulteriore quota di nuove costruzioni. In quest’ultime, secondo una logica di circolarità, saranno impiegati materiali di scarto dalle demolizioni che avverranno nel sito. Nel Chiesi Gardens sarà quindi possibile incontrare molteplici comunità legate alla ricerca (la città ospita anche una robusta comunità di studenti universitari) e all’innovazione. Porte aperte all’associazionismo, così da fornire una base operativa anche a realtà e soggetti che costituiscono il forte tessuto associativo di San Leonardo. Ma non solo: saranno attivi il ristorante aziendale, un bistrot per tutti, un auditorium e altri spazi per iniziative culturali. Un intero quadrante urbano si candida dunque verso un avvenire ancora tutto da scrivere e non è il solo destinato prossimo a reinventarsi a Parma. L’esperienza in progress di Chiesi Gardens (per la cui realizzazione i lavori preliminari sono già stati avviati, ma si entrerà nel vivo dal 2026), specie se associata a quella contemporanea di PaRCO, che a sua volta sta nascendo nel quartiere Oltretorrente, testimonia infatti gli sforzi e le energie che stanno attraversando oggi questa produttiva città. E la sua determinazione nel volersi proiettare verso il futuro.
Valentina Silvestrini
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