Ponte sullo Stretto: nel progetto c’è anche la firma del grande architetto Daniel Libeskind. Farà il Centro Direzionale in Calabria

L’architetto polacco-statunitense fu il primo progettista coinvolto, nel 2010, per dare forma a un’idea ambiziosa, più volte naufragata. Ora, con l’approvazione del progetto definitivo, il cantiere dovrebbe partire entro la fine del 2025. E Libeskind firmerà una cittadella per servizi e svago non distante da Villa San Giovanni

L’approvazione del progetto definitivo per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina non ha scongiurato le polemiche che accompagnano l’iniziativa sin da quando il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha deciso di farne una priorità del governo in carica.

Il Ponte sullo Stretto si farà tra pareri favorevoli e contrari

Chi contesta l’operazione avanza dubbi sulla fattibilità tecnica dell’ambiziosa opera di ingegneria, nonché sul suo impatto ambientale, sui costi elevati del cantiere e sui reali benefici per il territorio.
I sostenitori, Consiglio dei Ministri in prima linea, invece, fanno leva, per l’appunto, sull’ambizione del progetto – il ponte sullo Stretto di Messina dovrebbe essere il più lungo ponte strallato al mondo, coprendo una distanza di 3,3 km tra i due pilastri di estremità, e consentire il transito di mezzi gommati e treni ad alta velocità – oltre che sulla possibilità di influenzare positivamente lo sviluppo economico del Mezzogiorno e sulla riduzione dei tempi di trasporto.
Eppure, a contestare la progettualità dell’opera – oltre ad associazioni ambientaliste e comitati locali – sono anche esperti di geologia preoccupati per la presenza di una faglia attiva sul versante calabrese proprio dove dovrebbero sorgere le fondazioni del ponte. Altri, invece, riferiscono di un errato calcolo dei venti che insistono sullo Stretto che divide la punta dello Stivale dalla Sicilia.

Ponte sullo Stretto. Render del progetto definitivo
Ponte sullo Stretto. Render del progetto definitivo

Il progetto definitivo per il Ponte sullo Stretto approvato dal Cipess

Anche per queste obiezioni, il progetto è stato sottoposto a diverse revisioni, fino all’approvazione ratificata dal Cipess (il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile), lo scorso 6 agosto, che tiene conto di nuove verifiche sulla resistenza del Ponte al vento e dell’aggiornamento della zonizzazione microsismica per accertare la capacità della struttura di resistere a terremoti di elevata intensità.
Dunque, si procede. Anche se un progetto esecutivo ancora non c’è, il via ai lavori sarebbe previsto entro la fine del 2025 e il ponte dovrebbe essere percorribile entro il 2032-2033. Il valore aggiornato del progetto è di circa 13,5 miliardi di euro.
Di fatto, il progetto approvato è una versione aggiornata di un piano già delineato oltre dieci anni fa. Solo il Decreto legge 31 marzo 2023, n. 35, ha però stabilito il riavvio delle attività finalizzate alla realizzazione del Ponte, con la costituzione della società Stretto di Messina concessionaria dell’opera, finanziata in gran parte attraverso fondi già stanziati dalla legge di Bilancio 2025.

Come sarà il Ponte sullo Stretto

Il ponte avrà una campata unica di 3.300 metri, sostenuta da due torri di 399 metri di altezza. Ospiterà 3 corsie stradali per senso di marcia, di cui una di emergenza, 2 corsie di servizio e 2 binari ferroviari con marciapiedi laterali pedonabili. Dal lato calabrese sarà collegato all’autostrada del Mediterraneo e alle stazioni ferroviarie di Villa S. Giovanni e Reggio Calabria; dal lato siciliano, alle autostrade Messina-Catania e Messina-Palermo, nonché alla nuova stazione di Messina. Perché questo sia possibile, solo sulla costa siciliana il progetto prevede di espropriare 443 unità immobiliari, di cui 291 abitazioni private: uno dei principali motivi di contestazione del comitato No Ponte, unitamente ai rischi per l’habitat tutelato da una riserva naturale.

Il nuovo waterfront di Cannitello nel progetto di Daniel Libeskind
Il nuovo waterfront di Cannitello nel progetto di Daniel Libeskind. Render del progetto originale

Daniel Libeskind e il Ponte sullo Stretto

Sul versante calabrese, invece, sembra essere confermata anche la realizzazione di un Centro Direzionale, che sorgerà in località Piale (nel Comune di Villa San Giovanni) e sarà un complesso multifunzionale per ospitare attività connesse alla gestione del Ponte e servizi quali negozi, ristoranti e centro convegni. Dietro c’è la firma dell’architetto Daniel Libeskind (Lodz, 1946), originariamente coinvolto – da Impregilo – nel primo progetto per il Ponte sullo Stretto, datato 2010. Secondo l’architetto polacco-statunitense, già progettista del Museo Ebraico di Berlino e del One World Trade Center di New York (solo per citare alcuni dei suoi grandi progetti internazionali), il Ponte avrebbe dovuto rappresentare una “piazza sul Mediterraneo”. Ma all’epoca non si andò oltre la fase di progettazione per l’esclusione dai finanziamenti comunitari e la caduta del governo Berlusconi fautore dell’opera.
All’inizio del 2025, Libeskind era tornato a pronunciarsi sulla “grande opportunità rappresentata dal Ponte per collegare la Sicilia all’Europa”. Di certo, la partecipazione dell’architetto – pur residua rispetto ai piani di 15 anni fa – fa buon gioco a chi vuole sostenere il carattere sostenibile dell’operazione. Il suo Centro Direzionale – una cittadella ispirata alle linee decostruttiviste di Libeskind, in continuità con il blocco di ancoraggio della torre del ponte a Cannitello – incarnerebbe l’idea della riqualificazione ambientale e culturale propiziata dal progetto.

Il Centro Direzionale di Libeskind per il Ponte sullo Stretto

Già descritto nel progetto Eurolink del 2010, infatti, il Centro Direzionale includerebbe spazi per uffici, aree verdi e un waterfront riqualificato (con la sistemazione del porto di Cannitello), includendo soluzioni innovative per l’efficienza energetica e per il rispetto dell’ambiente. Elemento caratterizzante sarebbe la Piazza del Mediterraneo su cui affacceranno i diversi edifici, con parcheggi interrati e uno spazio pedonale panoramico in superficie, con aiuole, vasche d’acqua e un punto informazioni turistiche.
Tra gli spazi operativi, oltre agli uffici, un auditorium e sale conferenze.
L’archistar, del resto, sembra non aver mai perso fiducia nelle potenzialità del progetto. Anche nel 2023, ospite di convegno dedicato all’opera a Taormina, pur sottolineando la necessità di innovare il piano inziale, si era pronunciato in favore dell’opera: “Il progetto risale a 15 anni fa e serve aggiornarlo” diceva allora “Ma oggi tutto è più semplice grazie alle tecnologie sempre in evoluzione. Il ponte non deve essere visto solo come un mezzo per unire due territori, ma come occasione di rilancio economico e per celebrare la bellezza del paesaggio. Penso alle opere compensative in uno scenario che verrà valorizzato anche dal punto di vista naturalistico con particolare attenzione a flora e fauna”. Una prospettiva decisamente ottimista.

Livia Montagnoli

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