Il mondo in 10 padiglioni alla Biennale di Architettura di Venezia

Dopo i 10 padiglioni europei, ecco una panoramica su altrettanti padiglioni internazionali alla Biennale di Architettura di Venezia 2021.

Fra le 63 partecipazioni nazionali della 17. Mostra Internazionale di Architettura, che includono i debutti di Grenada, Iraq, Uzbekistan e Azerbaijan, ne abbiamo selezionato dieci da tenere d’occhio e includere nei vostri itinerari fra Giardini, Arsenale ed edifici di Venezia.

Valentina Silvestrini

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Articolo pubblicato su Artribune Magazine #59-60

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1. GIAPPONE – CO-OWNERSHIP OF ACTION: TRAJECTORIES OF ELEMENTS

Contando sul contributo di architetti noti oltre i confini nipponici, come Jo Nagasaka di Schemata Architects, il padiglione analizza limiti e potenzialità della casa giapponese tradizionale in legno. Una viene ricostruita in Laguna, ma i singoli elementi identificativi non necessariamente conservano forme e funzioni originali.

Curatore: Kozo Kadowaki
Sede: Giardini

2. USA – AMERICAN FRAMING

Il sistema di costruzione più comune negli USA, il wood framing, approda a Venezia con un’installazione monumentale che dialoga con l’architettura neoclassica del padiglione. Un modo per ripercorrere la storia delle strutture in legno, tra foto e modelli, e indagarne le potenzialità in ottica contemporanea.

Curatori: Paul Andersen e Paul Preissner
Sede: Giardini

3. EMIRATI ARABI UNITI – WETLAND

Si stima che la produzione di cemento tradizionale generi l’8% delle emissioni mondiali di CO2; l’acqua residua dei processi di desalinizzazione industriale, riversata negli oceani, impatta sugli ecosistemi marini. Come intervenire su entrambi i fronti? Alla decima partecipazione, gli UAE presentano una ricerca su un’alternativa di cemento ecocompatibile ispirata alle saline (sabkhas) locali.

Curatori: Wael Al Awar e Kenichi Teramoto
Sede: Arsenale

4. UZBEKISTAN – MAHALLA: URBAN RURAL LIVING

All’esordio, il padiglione uzbeko ricostruisce nella Quarta Tesa una tipica mahalla. Nel Paese si contano oltre 9mila esemplari di questi “potenti centri culturali ed efficaci enti di autogoverno”, oggi progressivamente sostituiti da soluzioni abitative che rispondono alle mutate esigenze demografiche e sociali.

Curatori: Emanuel Christ e Christoph Gantenbein
Sede: Arsenale

5. SINGAPORE – TO GATHER: THE ARCHITECTURE OF RELATIONSHIPS

Raccontati in quattro sezioni, i sedici progetti presentati da Singapore offrono uno spaccato delle eterogenee modalità, anche spontanee, con cui gli abitanti della città-stato asiatica, nota per la sua densità abitativa, condividono e popolano lo spazio pubblico. Fra parchi, giardini pensili e moderne infrastrutture.

Curatori: Puay-peng Ho, Thomas K. Kong, Simone Shu-Yeng Chung, Tomohisa Miyauchi, Sarah Mineko Ichioka
Sede: Arsenale

6. ARGENTINA – LA CASA INFINITA

Dopo la suggestiva esperienza di Vértigo Horizontal, l’Argentina torna alla Biennale Architettura con un focus sulla tipica dimora argentina, così definita: “Non puoi entrare nella casa infinita. Sei sempre dentro la casa infinita. È così grande che non puoi andartene. È aperta e ampia, semplice e discreta. Appartiene a tutti”.

Curatore: Gerardo Caballero
Sede: Arsenale

7. ISRAELE – LAND OF MILK AND HONEY: THE CONSTRUCTION OF PLENITUDE

Ristabilire un nuovo patto tra uomo, animali e ambiente è il messaggio della mostra proposta da Israele. Vengono analizzate le conseguenze sull’ambiente di fenomeni come l’urbanizzazione, l’agricoltura meccanizzata e la costruzione delle infrastrutture, con esempi fra agronomia, ingegneria e architettura e un focus sull’industria lattiero-casearia.

Curatori: Dan Hasson, Iddo Ginat, Rachel Gottesman, Yonatan Cohen, Tamar Novick
Sede: Giardini

8. LIBANO – A ROOF FOR SILENCE

Esito della collaborazione fra l’architetta Hala Wardé e la poetessa-artista Etel Adnan, il progetto esamina il tema della convivenza ponendo l’accento sul concetto di vuoto, inteso come condizione necessaria all’architettura, così come alla musica e alle arti visive. Il risultato promette di essere “uno spazio di emozione e silenzio”, fra tronchi di ulivi millenari del Libano.

Curatore: Hala Wardé
Sede: Magazzino del Sale 5

9. CINA – YUAN-ER, A COURTYARD-OLOGY: FROM THE MEGA TO THE MICRO

Considerata la “molecola di base” di tutti i tessuti urbani e sociali tradizionali della Cina – dalla mega-scala della Città Proibita alla micro-scala degli hutong –, il padiglione indaga l’essenza del “Yuan-er”. Cercando, nelle memorie architettoniche storiche, possibili orizzonti per tornare a vivere insieme.

Curatore: Zhang Li
Sede: Arsenale

10. COREA DEL SUD – FUTURE SCHOOL

Per la prima volta diretto da una curatrice, il padiglione coreano punta su un’ampia partecipazione di architetti e designer per esaminare i sistemi scolastici alternativi e urgenze diffuse: dal cambiamento climatico allo spopolamento dei centri minori. Ad affiancarlo, una piattaforma online arricchita con i contributi di esperti internazionali.

Curatore: Hae-Won Shin
Sede: Giardini

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Valentina Silvestrini
Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito l'abilitazione professionale. Ha intrapreso il percorso professionale in parallelo con gli studi, occupandosi di allestimenti museali, fieristici ed eventi presso studi di architettura e all’ICE - Istituto nazionale per il Commercio Estero fino al 2011. Successivamente ha frequentato il "Corso di alta formazione e specializzazione in museografia" della Scuola Normale Superiore di Pisa e ha curato gli eventi e la comunicazione della FUA - Fondazione Umbra per l’Architettura, a Perugia. I suoi articoli sono stati pubblicati anche su Abitare, abitare.it, domusweb.it, Living, Klat, Icon Design, Grazia Casa, Cosebelle Magazine e Sky Arte. Oltre all'architettura, ama i viaggi e ha una predilezione per l'Asia e il Medio Oriente.