Memoria viva. Cristiana Colli ricorda Cristiano Toraldo di Francia

Direttrice responsabile di Mappelab e ideatrice e curatrice di Demanio Marittimo.Km-278, Cristiana Colli ricorda l’architetto recentemente scomparso, ripercorrendo i progetti che hanno condiviso insieme

Sono ben 14 i numeri di Mappe che Cristiano Toraldo di Francia ha potuto firmare. Ogni suo editoriale è stato interrogazione e varco, orientamento e indicazione, puntualità e slancio: il quattordicesimo è l’unico che trasmette lo sperdimento dell’essenza che va verso l’assenza. Cristiano entra in contatto con la filiera culturale del Gruppo Gagliardini al suo arrivo nelle Marche oltre vent’anni fa, portato da un’energia vitale mossa dall’amore – Lorena con l’adorata Giulia –, dalla curiosità per le meravigliose storie d’impresa – quelle culturali, manifatturiere e di servizio –, dalla passione civile che ha trovato nella dedizione assoluta alla nascita e allo sviluppo della Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno, un’utopia realizzabile fatta di culture, formazione, territorio, sviluppo. A lungo Cristiano è stato un protagonista pubblicato su Progetti per la qualità delle sue attività professionali, poi sempre più è divenuto un riferimento per le attività culturali tout court e per quelle legate all’attività accademica – con mostre come Coast to Coast dentro uno show room che si fa sede espositiva, o la recente Ri-vestire, quasi una preveggenza. A lui il merito di aver introdotto, come per tutte le esperienze condotte con l’Università di Camerino, uno sguardo “sprovincializzato” del paesaggio marchigiano tanto nella sua dimensione storica quanto nella sua metamorfosi.

CRISTIANO TORALDO DI FRANCIA E LE MARCHE

Se le Marche – seconda regione più manifatturiera d’Europa, modello di analisi del NEC e dell’impresa diffusa – hanno avuto finalmente un riferimento rispetto al design e al dialogo tra formazione e professionalizzazione aggiornato rispetto ai soli istituti tecnici e anche al solo ricorso alle reti professionali celebrate e metropolitane, questo processo di educazione collettiva alla forma che trattiene il progetto lo si deve in particolare al lavoro di Eduardo Vittoria e di Cristiano sul fronte del design, e di Pippo Ciorra sul fronte dell’architettura, un lavoro proseguito poi dalla Scuola e da nuove generazioni di professori. In questo contesto si colloca la visione dell’impresa come soggetto culturale oltre che economico che ha guidato le scelte di Vittorio e Mario Gagliardini nel sostenere con ingenti e continuativi investimenti la rivista Progetti prima e Mappe poi, e con essa il sistema culturale-editoriale Mappelab – www.mappelab.it – fatto di format come Demanio Marittimo.Km-278 ed MStore. I ponti tra i mondi e le discipline sono stati in questi 25 anni un laboratorio di dialoghi continui tra pubblico e privato, tra reti istituzionali di diverso grado e tipologia, tra soggetti delle filiere professionali, reti dell’accademia e dell’associazionismo. Un’infrastruttura di relazioni che si è fatta comunità di comunità, e poi community.

Cristiano Toraldo alla presentazione di Mappe dedicata all ingegneria in un Autogrill di Ancona Nord

Cristiano Toraldo alla presentazione di Mappe dedicata all ingegneria in un Autogrill di Ancona Nord

IL PROGETTO “MAPPE”

Con Cristiano abbiamo fatto libri, riviste, mostre, workshop, viaggi; abbiamo incontrato gli imprenditori che vedono il futuro – come Alberto Fiorenzi che ha dedicato agli istogrammi uno dei suoi arazzi più belli in I-Mesh, e come Maurizio Messersì, che ha visto la sua reggetta trasformarsi in materia progettuale; abbiamo esplorato palmo a palmo le Marche e la Città Adriatica per raccontare quelle tracce e quei segni  che anticipano trasformazioni e metamorfosi per mano di architetti, designer, paesaggisti, sociologi, geografi, artisti, persone attente ai linguaggi e alla qualità in ogni sua forma e rappresentazione.  Con lui abbiamo còlto la permanenza delle concettualizzazioni di Superstudio, la potenza visiva e la caratura etica di quel percorso e di quel processo che ha così influenzato teorie e pratiche dell’architettura e del design contemporaneo come spazio pubblico di cittadinanza e civilizzazione. Mappe nasce in questo contesto e con queste matrici fatte di una visione ampia dell’intrapresa del progetto, della cultura come traino dello sviluppo civico prima che economico, dell’emancipazione come frontiera di conoscenza solida e duratura, della costruzione non retorica del network. Mappe ha avuto da subito questa ambizione e questo sguardo che si è trasferito nella governance, nelle rubriche, nell’impianto visivo e grafico, nei collaterals che la animano come soggetto attivo dell’agorà adriatica.

LE PAROLE DI CRISTIANO TORALDO DI FRANCIA

Così in questa lunga esperienza, della quale Cristiano è stato un indiscusso e insostituibile protagonista, le Marche e questo piccolo pezzo di mondo sono state sempre, e naturalmente, connesse al mondo. Aperti, integrati, istantanei, simultanei per ritrovare e riconoscere il senso alto delle cose la cui essenza più nitida ci appare nella relazione. Agli storici e ai critici la definizione di un’eredità legata all’architettura e al design, a noi una legacy fine e preziosa di metodo e di merito che a valle è un progetto editoriale in forma di rivista ma a monte è stata e resta una rappresentazione lucida, critica e appassionata della modernità intorno a noi. Il suo è stato uno sguardo gentile sulle cose del mondo, e di questi tempi anche questo è un insegnamento fiero e retto, controcorrente. Quando nel luglio del 2012 venne presentato il numero zero della rivista Mappe, Cristiano Toraldo di Francia concludeva così il suo editoriale. Un manifesto. “…Mappe come figure di una nuova mnemotecnica del territorio che aiuti a riconoscere e ricordare i diversi percorsi e luoghi del progetto, generando attraverso la sovrapposizione dei differenti layers una serie di figure guida a testimonianza della multiforme e dinamica realtà delle Marche. È con lo spirito di continuo e ingenuo stupore per la bellezza del paesaggio e la vitalità sociale delle comunità, che ancora dopo vent’anni dalla mia “emigrazione” dalla terra toscana mi accompagna negli itinerari marchigiani, che ho accettato di traghettare verso una nuova formula editoriale la rivista, ben consapevole della complessità del compito che ci attende, ma confortato dal contributo di pensiero e testimonianza dei fondamentali amici che hanno finora sostenuto Progetti, e allo stesso tempo cosciente che questo sarà un numero sperimentale nel quale permarranno inevitabilmente tracce del passato ma anche aperture verso nuove configurazioni, attitudini e intenzioni”.

– Cristiana Colli

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Cristiana Colli

Cristiana Colli

Cristiana Colli nata a Reggio Emilia nel 1964. Laureata in Scienze Politiche, giornalista dall’85, cura l’ideazione e l’organizzazione di progetti culturali, eventi, mostre, festival e iniziative di valorizzazione. Per istituzioni pubbliche e private, musei, aziende, ordini professionali, fondazioni realizza e…

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