La Sagrada Familia ha ottenuto i permessi per la sua costruzione. A 137 anni dalla prima pietra

Il capolavoro di Antoni Gaudí è ora “legale”: il Comune di Barcellona ha posto fine a una vicenda protrattasi per oltre un secolo. Entro il 2026, a cento anni dalla scomparsa del progettista, la costruzione dovrebbe essere definitivamente conclusa

Sembrerebbe proprio il caso di commentare: “Non è mai troppo tardi!”. Non lo è, almeno, per risolvere un’incredibile anomalia riguardante la costruzione del simbolo architettonico di un’intera città, visitato da oltre 4 milioni e mezzo di persone all’anno e consacrato da Papa Benedetto XVI nel novembre 2010, durante un viaggio apostolico in Spagna. Eppure, l’incompiuto Temple Expiatori de la Sagrada Família, dopo 137 anni dalla posa della prima pietra non aveva ancora ottenuto i permessi necessari per la sua edificazione. L’assessora all’urbanistica, mobilità ed ecologia del Comune di Barcellona, Janet Sanz, passerà probabilmente alla storia per aver firmato “La llicència d’obres del temple de la Sagrada Família després de 130 d’obres irregulars”, come lei stessa ha scritto su Twitter, condividendo la foto che la ritrae mentre compie l’atto che nessuno aveva ad oggi sottoscritto. Con questo “passaggio ufficiale” prosegue il percorso avviato nei mesi scorsi, quando l’amministrazione della città catalana e la Junta Constructora del Temple Expiatori de la Sagrada Família – ovvero la fondazione dedita alla costruzione, alla conservazione e al restauro dell’edificio –, dopo aver scoperto l’assenza delle autorizzazioni necessarie, avevano concordato il pagamento di 36 milioni di Euro. Erogati nell’arco dei prossimi 10 anni, per “compensare l’impatto dell’opera nella zona in cui sorge”, saranno destinati al miglioramento del trasporto pubblico urbano (22 milioni), alla cura dello spazio pubblico circostante (3 milioni), alla costruzione di un’infrastruttura dedicata nella linea metropolitana di riferimento (7 milioni), alla riqualificazione delle strade limitrofe (4 milioni). In seguito alla recente concessione del permesso, la città disporrà anche di “un ingrés de 4.6M€ per Barcelona, que es sumen als 36M€ acordats per compensar l’impacte que provoca en el seu entorn. Som un govern valent que no permet privilegis”, come ha indicato ancora Janet Sanz.

SAGRADA FAMILIA: UNA STORIA LUNGA OLTRE 130 ANNI

Per tentare di comprendere le ragioni di questa “anomalia”, si può provare a ripercorrere alcune tappe della vicenda storica della Sagrada Familia. Quando nel 1883, all’età di 31 anni, Antoni Gaudí ricevette l’incarico per la progettazione e realizzazione del Temple Expiatori de la Sagrada Família, l’iter della basilica era già stato avviato. Il comitato promotore della sua costruzione aveva puntato sull’architetto Francisco de Paula del Villar y Lozano, che, per una serie di divergenze con la committenza, scelse di rinunciare. Analogamente anche il secondo progettista coinvolto, Jual Martorell, legato alla corrente neo-gotica, abbandonò il progetto, indicando però Gaudí come possibile sostituito. Fu il coinvolgimento del progettista di Casa Battló e Casa Milà a segnare la svolta definitiva. Artefice di significative modifiche rispetto alle versioni precedenti, Gaudí dimostrò un impegno e una dedizione nei confronti dell’opera talmente intensi, da divenire totalizzanti. A partire dal 1910 decise di concentrarsi esclusivamente sulla Sagrada Familia, trasferendo la propria dimora nelle vicinanze del cantiere. Qui visse fino alla sua scomparsa, avvenuta a causa di un incidente stradale nel 1926. Come riportato da blog.sagradafamilia.org, che monitora costantemente gli interventi architettonici in corso nella Sagrada Familia, due anni dopo aver “ereditato” il lavoro dai suoi predecessori, Gaudí definì la nuova planimetria; in seguito, la Junta Constructora presentò la documentazione al Comune di Sant Martí de Provençal, per richiedere un permesso di costruzione. Era il 1885: sarebbero seguiti anni di silenzio, contrassegnati dall’avvio di uno dei cantieri più complessi e ambiziosi del Novecento.

OBIETTIVO 2026 (E 172 METRI DI ALTEZZA)

Sebbene tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo, nel futuro della Sagrada Familia guardino al 2026 come data definitiva per l’ultimazione dell’opera – cento anni dopo la scomparsa di Gaudí -, il permesso di costruire appena approvato lascia ancora aperta una questione. In merito al discusso progetto del nartèce monumentale della Facciata della Gloria, su Carrer de Mallorca, dovrà infatti pronunciarsi la commissione istituita da Comune e Junta Constructora nell’ambito del “piano speciale” redatto nell’ottobre 2018. Si prospetta dunque una nuova fase di concertazione, prima dell’adozione di un ulteriore provvedimento. Da adesso in poi, per lo meno, le circa 12.000 persone che ogni giorno varcano la soglia della Sagrada Familia potranno farlo con la consapevolezza che, dopo oltre un secolo di irregolarità, qualcosa è definitivamente cambiato.

-Valentina Silvestrini

www.sagradafamilia.org

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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