Impegnati nella realizzazione dell’Arena del Colosseo, della riqualificazione della passeggiata archeologica di Roma, lo studio di architettura Labics si è contraddistinto per aver realizzato negli anni diversi progetti di carattere museale, come l’ampliamento del Palazzo dei Diamanti a Ferrara e la Fondazione Mast a Bologna. Dietro lo studio ci sono gli architetti Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori, gli stessi che si rivolgono al pubblico in questa video – intervista raccontando Roma tra visioni, sfide e nuovi dialoghi tra contemporaneità e storia.
La visione è alla base dell’architettura. Parola a Studio Labics
“Essere visionari è fondamentale per il lavoro che facciamo”, così esordisce l’architetto Francesco Isidori nella video – intervista.“Non saremo architetti se non avessimo la capacità di immaginare qualcosa che oggi non c’è e che, invece, prenderà forma in futuro. Per essere visionari bisogna avere coraggio di immaginare, di sbagliare e di trasformare (attraverso la propria azione) una piccola porzione di territorio, di città, ma anche un modo in cui le persone utilizzeranno quello spazio e quel luogo che immaginano. La visionarietà risiede proprio lì”.
Roma: tra progetti futuri, sfide e memoria storica
Al momento Studio Labics ha all’attivo diversi progetti a Roma. Si parte dal centro storico con “la riqualificazione e ristrutturazione della passeggiata archeologica; il progetto del Colosseo, il nuovo piano dell’Arena”, spiega l’architetta Maria Claudia Clemente. A questi si aggiungono il progetto della biblioteca della Città del Sole (in un ex deposito degli autobus degli Anni Trenta) e “il masterplan del Campus Bio – Medico, un progetto su larga scala che prenderà forma entro il 2050 che investe una grande porzione di Roma Sud”.
Progetti che sostengono una visione contemporanea della Capitale, difficile da concretizzare a causa di una resistenza culturale radicalizzata tanto nella città quanto in tutta Italia. Dunque, come è possibile avviare questo cambio di rotta? “Innanzitutto va cambiato l’approccio culturale e riconsiderare la memoria. Il momento di difficoltà che stiamo vivendo a Roma (e non solo) è pensare che questa sia gelida e finita ma non è così. Tutti gli edifici che abitano la città sono stati contemporanei, perfino i Fori. Non ci sono delle ricette per creare un dialogo equilibrato tra la memoria e la contemporaneità, ma un primo passo potrebbe essere quello di avviare questo dialogo negli insegnamenti universitari e considerare la città come un palinsesto capace di trasformarsi ciclicamente”.

Roma: una città da ridisegnare attraverso le visioni dei professionisti della cultura
L’intervista si inserisce all’interno di Vision of Roma, un progetto ideato da Spazio Taverna con l’obiettivo di costruire un archivio della Roma del futuro, raccogliendo le testimonianze di coloro che oggi stanno ridisegnando il volto della città. La serie, pubblicata sui canali ufficiali della School of Vision, intreccia interviste e mini-documentari per esplorare come arte, architettura e innovazione si incontrino. Tra i protagonisti spiccano il Cardinale José Tolentino de Mendonça, promotore del nuovo dialogo del Vaticano con il contemporaneo; Stefano Boeri, architetto e ideatore del laboratorio urbano Roma 2050; Fabrizio Palermo, CEO di ACEA, con il progetto ACEA Heritage; e Margherita Guccione, che racconta la visione del Grande MAXXI.
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