Promuovere e valorizzare il lavoro delle artiste donne emergenti è l’obiettivo di Minerva, associazione senza scopo di lucro fondata a Parigi da Francesca Rozzi e Sveva Saglimbeni, due giovani professioniste italiane dell’arte contemporanea. Dopo un master condiviso, le due fondatrici hanno deciso di mettersi in gioco, spinte dalla “volontà di creare un progetto che fosse finalmente nostro”. Unite da un’affinità di sguardi e sensibilità estetiche – “molto spesso ci piacevano gli stessi artisti, le stesse pratiche artistiche, e ci ritrovavamo attratte da esposizioni in gallerie o musei che trattavano di artiste donne o di temi legati all’attualità contemporanea” – hanno scelto di dar vita a un’iniziativa che non fosse esclusiva ma inclusiva, capace di dare voce a chi non trova sufficiente rappresentazione nel mercato dell’arte e nelle istituzioni museali. Il loro intento è chiaro: “Contribuire a una storia dell’arte che in futuro sia raccontata in modo diverso, o quanto meno in modo equo”.
Parigi, città fertile per nuove realtà culturali
Le fondatrici di Minerva individuano in Parigi un contesto ideale per far nascere progetti indipendenti. “Qui la forma associativa è molto diffusa, e ogni giorno nascono nuove realtà grazie a una forte partecipazione civica che semplifica anche le pratiche burocratiche”. Una città in fermento, sempre più rilevante nel panorama contemporaneo internazionale. “Parigi è super stimolante, soprattutto per i giovani, e la sua scena, sempre più centrale nel panorama artistico, la rende a mio avviso un vero place to be”.
Ecofemminismo: arte, natura e politica
Alla base della visione del primo festival di Minerva c’è il riferimento all’ecofemminismo, una corrente che mette in relazione lo sfruttamento della natura e quello dei corpi femminili, riconoscendo in entrambi la stessa logica di dominio patriarcale e capitalista.
Il progetto riunisce tre artiste che rappresentano tre prospettive complementari di questo pensiero, intrecciando linguaggi visivi, ricerca sociale e pratiche partecipative.
Sono Isadora Romero (Ecuador, 1987), fotografa e narratrice visiva che vive e lavora a Quito, dove si muove tra documentario e arte, la cui ricerca indaga i legami tra persone e territorio, affrontando temi come giustizia ecologica, sovranità alimentare e diversità agricola; Gabriela Larrea Almeida, anch’essa originaria di Quito e oggi residente a Parigi, che esplora attraverso la fotografia e l’arte visiva l’iconografia femminile e il legame tra donna e natura: nella serie Trenzas celebra la chioma intrecciata come simbolo di appartenenza e sorellanza, ispirandosi a una leggenda Kichwa, nei suoi scatti in Francia ritrae uomini e donne latinoamericani per i quali l’intreccio diventa gesto identitario e ponte tra culture; e Clémence Vazard (Francia, 1985) porta avanti una pratica transdisciplinare e partecipativa, trasformando storie intime in manifesti collettivi. La sua attività, sviluppata tra Parigi, Arles e Città del Messico, si fonda sull’ascolto delle comunità e dei territori, e le sue opere affrontano temi politici attraverso una dimensione emotiva e sensoriale, dando voce alle donne e a tutte le forme di vita con cui conviviamo.
Insieme, Romero, Larrea Almeida e Vazard danno forma a un nuovo linguaggio dell’arte ecofemminista, dove cura, ascolto e relazione diventano strumenti estetici e politici per immaginare modi alternativi di abitare il mondo.
Écofemmes Fest: un festival aperto e partecipativo
Il primo Festival di Minerva si concretizza in Écofemmes Fest, ospitato a La Caserne (12 rue Philippe-de-Girard, nel 10° arrondissement di Parigi) dal 7 al 9 novembre 2025. Il festival intreccia performance, talk, laboratori e musica, trasformando la cultura in un’esperienza collettiva. A differenza di una mostra tradizionale, un festival crea spazi di conversazione e scambio orizzontale, in cui artiste, attiviste e pubblico costruiscono insieme un pensiero comune.
Il programma del festival è ampio e articolato: include il vernissage, laboratori, proiezioni e tavole rotonde. Tra gli appuntamenti principali spiccano la Fresque de l’écoféminisme del collettivo GCC (Gender Climate Change), la tavola rotonda su un’economia dell’arte sostenibile a cui parteciperanno, tra le altre, Clémence Vazard e Gabriela Larrea Almeida, e l’incontro L’ecofemminismo, tra eredità e futuro con Pascale d’Erm e Annah Bikouloulou.
La chiusura è affidata alla proiezione del documentario Ellas, gardiennes de l’Amazonie e a una serie di DJ set e performance che uniscono arte, musica e attivismo. Completa il percorso un mercato ecofemminista ed ecoresponsabile, che dà spazio a piccoli brand e artigiane impegnate nella sostenibilità e nell’autonomia femminile.
Minerva e il futuro dell’arte indipendente
Écofemmes Fest rappresenta un esempio concreto di partecipazione attiva e di cultura condivisa. Oltre a offrire momenti di fruizione artistica, invita il pubblico ad ascoltare, dialogare e riflettere sulle relazioni tra arte, ambiente e società. Eventi come questo, pur nella loro dimensione indipendente, contribuiscono ad alimentare il senso di comunità e la consapevolezza collettiva, rendendo possibili quei cambiamenti sociali e culturali di cui abbiamo bisogno. Con questo progetto, Francesca Rozzi e Sveva Saglimbeni dimostrano che promuovere l’arte delle donne significa anche promuovere nuove forme di relazione tra persone, natura e società, e che l’arte può essere motore di trasformazione reale.
Felicienne Lauro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati