Il Museo del Genio di Roma diventa uno spazio per grandi mostre. Si comincia con Vivian Maier e Ugo Nespolo

Nel quartiere Della Vittoria, il grande edificio degli Anni Trenta che ospita il Museo del Genio Civile è sconosciuto ai più, come la collezione che ospita. Dal 31 ottobre il complesso riparte come centro espositivo, aperto tutti i giorni

Nel 1985, l’epopea dell’Estate Romana ideata da Renato Nicolini volgeva al termine. Di formazione architetto, nominato Assessore alla Cultura nel 1977, nella neo-eletta giunta Argan, a lui si deve l’invenzione della rassegna diffusa che all’epoca fu in grado di propiziare la rinascita culturale di Roma. In poco meno di un decennio, la manifestazione seppe conquistare un seguito sempre più ampio, diventando un modello da imitare in ambito internazionale, anche per la capacità di riattivare luoghi dimenticati della città. Proprio l’ultima edizione dell’era Nicolini, nell’85, fu dedicata alla riscoperta – fuor di pregiudizio – dell’architettura monumentale del Novecento, dalla città universitaria di Piacentini agli edifici dell’Eur. Per l’occasione anche il Museo del Genio Civile, nel grande complesso architettonico appositamente costruito tra il 1936 e il 1938 sul Lungotevere della Vittoria (nel quartiere omonimo, propaggine del rione Prati) per ospitare le collezioni provenienti da Castel Sant’Angelo, fu allestito per accogliere spettacoli ed eventi estivi.
Nell’estate 2024, Il Museo del Genio è tornato a ospitare un programma di eventi culturali promosso da Difesa Servizi s.p.a. e condivisa dallo Stato Maggiore dell’Esercito, sotto la gestione di Vivodimusica.

La storia del Museo del Genio di Roma. L’edificio degli Anni Trenta

Fatta eccezione per questa parentesi, però, ben pochi romani – e tantomeno i turisti che visitano la città – hanno contezza dell’esistenza del Museo che raccoglie cimeli dell’ingegneria italiana e dell’edificio che lo ospita, struttura imponente e massiccia coronata da una peculiare torre, che si staglia dietro al cortile di Santa Barbara, dalla caratteristica forma a emiciclo.
Inaugurato nel 1906 dal re Vittorio Emanuele III per illustrare le attività dell’Arma del Genio in tempo di guerra e nelle tradizionali operazioni di pubblica utilità, nel ’34 il Museo del Genio si fonde con l’Istituto di Architettura Militare. È allora che si decide di costruire la sede che potrà ospitare entrambe le collezioni.
Dall’atrio, con rilievi raffiguranti le varie specialità dell’arma, si accede al cortile di Santa Barbara, dove si trova anche la Cappella-Sacrario con le vetrate disegnate da Duilio Cambellotti e realizzate dalla Vetreria Giuliani. Lateralmente due porticati immettono a destra nel cortile delle Armi e a sinistra nel Cortile delle Guerre.

La collezione del Museo del Genio di Roma

Il Museo del Genio si articola al pian terreno coprendo oltre 4mila metri quadri di superficie, diviso in due macrosezioni: la prima racconta il Genio in tutte le sue specialità in tempo di pace, con focus sull’Aeronautica Militare, il Corpo Automobilistico, il Servizio Chimico Militare e le Trasmissioni; la seconda è dedicata al Genio Militare nelle varie guerre che si sono succedute dal Regno di Sardegna allo Stato italiano, fino alla Seconda guerra mondiale. Un percorso che spazia dalle prime navicelle per aerostati al monoplano BLERIOT XI che volò in Libia nel 1911, ai plastici dei territori di guerra, alle sale dedicate alla storia dei mezzi di trasmissione (dai segnali a fuochi dell’epoca omerica all’impiego dei colombi viaggiatori, ai mezzi ottici, fino al telegrafo e alla radio di Guglielmo Marconi), all’ingegneria dei ponti galleggianti.
Il Museo, cui sono annessi una biblioteca e un archivio, è regolarmente aperto al pubblico solo per poche ore alcuni giorni della settimana. Ma, si diceva, pochi sanno della sua esistenza.

La ripartenza del Museo del Genio di Roma con Arthemisia

A partire dal prossimo 31 ottobre 2025, però, lo spazio si presenterà alla città in veste nuova, come centro culturale restituito alla piena fruizione, grazie all’inedita collaborazione tra il Ministero della Difesa, l’Esercito, Difesa Servizi e Arthemisia, gruppo leader a livello nazionale nell’organizzazione e realizzazione di mostre ed eventi culturali (a Roma, lo spazio di riferimento è Palazzo Bonaparte, con le sue visitatissime esposizioni). L’iniziativa permetterà l’apertura quotidiana del Museo del Genio (tranne il lunedì, per riposo settimanale), che inizia un nuovo capitolo della sua storia presentandosi con due mostre ambiziose: una retrospettiva sulla fotografa americana Vivian Maier e un’inedita installazione di Ugo Nespolo, Pop Air, fatta di sculture gonfiabili. Le mostre saranno visitabili fino al 15 febbraio 2026; in attesa di maggiori dettagli, i biglietti sono già acquistabili online.

Livia Montagnoli

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