All’Ara Pacis di Roma la mostra che racconta le infrastrutture come opere d’ingegno e d’arte

Chiave dello sviluppo economico e sociale d’Italia, la realizzazione delle grandi infrastrutture ha accompagnato l’evoluzione del Paese dall’inizio del Novecento a oggi. La mostra di Webuild ripercorre questo lungo viaggio, tra foto, video e testimonianze d’archivio e installazioni immersive. E c’è anche il Museo “nativo digitale”

Al cuore della mostra che inaugura l’8 ottobre all’Ara Pacis di Roma, c’è l’evoluzione tecnologica e infrastrutturale che ha caratterizzato la storia del progresso sociale ed economico italiano negli ultimi 120 anni. Un focus che Evolutio – Building the future for the last 120 years affronta muovendosi attraverso il racconto di grandi imprese, confluite oggi in Webuild – che hanno trasformato la vita delle persone, come in un viaggio nel tempo, lungo oltre un secolo, tra strade, ponti, dighe, ferrovie, metropolitane ed edifici che hanno accompagnato – e accompagnano – la nostra quotidianità, migliorando costantemente gli standard di vita.

“Evolutio”: il progetto di Webuild sul ruolo delle infrastrutture

Il progetto Evolutio, promosso da Webuild, è dunque, innanzitutto, un omaggio alle competenze italiane nel campo delle infrastrutture. E si articola in più azioni parallele e complementari, a cominciare dalla mostra allestita al Museo dell’Ara Pacis, con un percorso espositivo sviluppato in sei aree tematiche, che accosta fotografie storiche e contemporanee, installazioni immersive, testimonianze d’epoca e attuali dei protagonisti delle grandi opere. “Condividiamo il nostro archivio storico per consentire a tutti di scoprire com’è cambiato il nostro vivere quotidiano” sottolinea l’Ad di Webuild, Pietro SaliniQuante donne e quanti uomini hanno lavorato in oltre un secolo di cantieri perché tutto questo fosse possibile? Ma vogliamo porci anche domande per il futuro: quali scelte dobbiamo fare per affrontare i prossimi 120 anni? È un interrogativo che condividiamo con tutti coloro che verranno a visitare la mostra”. A introdurre il senso della mostra, aperta gratuitamente al pubblico, c’è anche il Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce: “Poter leggere con una visione d’insieme la complessità delle infrastrutture di cui fruiamo ogni giorno ci offre uno sguardo e una consapevolezza nuova. Si tratta di un’opportunità per scoprire ciò che non è immediatamente visibile, per capire da dove veniamo e dove stiamo andando”.

Evolutio, installation view, Museo dell'Ara Pacis, Roma, 2025
Evolutio, installation view, Museo dell’Ara Pacis, Roma, 2025

La mostra sulle infrastrutture all’Ara Pacis di Roma

Tutto inizia con la descrizione del contesto socio-economico italiano di inizio Novecento per restituire il quadro di un Paese molto diverso da quello attuale: prevalentemente agricolo, con un’aspettativa di vita bassa, un alto tasso di analfabetismo e una scarsità di infrastrutture che potessero garantire acqua e energia elettrica nelle abitazioni e trasporti veloci. Si prosegue, quindi, tra installazioni immersive e interattive che esplorano le conquiste tecnologiche e gli snodi essenziali che hanno permesso all’Italia di diventare una delle nazioni più industrializzate al mondo: lo sviluppo energetico (dal 1930 a oggi), quello del sistema idrico (dal 1940 a oggi) e la rivoluzione dei trasporti con le metropolitane (dal 1950 a oggi); e, a partire dal secondo dopoguerra, lo sviluppo delle nuove metropoli attraverso edifici civili, culturali, sportivi e ospedali (dal 1960 a oggi), cui si accompagna la rivoluzione dei trasporti su strada e rotaia, con autostrade, linee alta velocità e ponti (dal 1970 a oggi).

Evolutio, installation view, Museo dell'Ara Pacis, Roma, 2025
Evolutio, installation view, Museo dell’Ara Pacis, Roma, 2025

Il saper fare italiano nel mondo. Il Made in Italy nelle infrastrutture

Arricchisce il percorso una sezione sul saper fare, con fotografie e video dell’archivio Webuild: come si lavorava ieri e come si lavora oggi? Protagonisti sono gli “eroi nascosti” che hanno fatto la storia del progresso infrastrutturale, le maestranze e gli ingegneri all’opera nei cantieri di Webuild nel mondo: quelli di un tempo – messi a dura prova dalla fatica e dalla scarsità degli strumenti tecnologici a disposizione – e quelli che oggi lavorano con l’ausilio di macchinari e mezzi all’avanguardia, sicuri ed efficienti.
Non a caso, la mostra offre anche lo spunto per apprezzare la percezione del saper fare italiano nel mondo: la costruzione di infrastrutture all’estero da parte di imprese italiane costituisce, infatti, parte integrante del modello di sviluppo dell’Italia. Questa capacità di costruire in tutti i continenti nel mondo – spesso in contesti in cui le infrastrutture diventano strumento di prosperità e pace – ha dato all’Italia e al suo Made in Italy un ruolo globale come pochi altri comparti dell’economia del Paese.

La mostra è pensata per essere pienamente accessibile per tutti i pubblici, tra pannelli bilingue, in italiano e inglese, stazioni di approfondimento interattivo e installazioni che vogliono coinvolgere anche i più piccoli.

Il museo nativo digitale delle infrastrutture come opere d’ingegno e d’arte

Ma il racconto si avvale anche di uno strumento digitale liberamente fruibile online, lanciato in concomitanza con l’apertura della mostra romana, Il Museo Digitale Evolutio è stato concepito come una piattaforma online che raccoglie centinaia di opere realizzate da Webuild nel mondo, per condividere l’archivio d’impresa del Gruppo attraverso photo-gallery, video, mappe interattive e contenuti educational per i più giovani, tra cui simulatori che ricreano l’esperienza di vita in cantiere. Un museo nativo digitale delle infrastrutture presentate nella loro duplice dimensione di opere d’ingegno e d’arte – frutto di un mix ragionato tra tecnica e cultura – per evidenziarne i benefici portati a territori e comunità. La navigazione degli utenti può spaziare tra dieci collezioni suddivise per tipologia di infrastruttura lungo un asse cronologico e tematico. Per ciascuna sono disponibili schede tecniche e approfondimenti culturali sul contesto geografico, sociale, economico, ma anche una scheda benefici che mette in luce le potenzialità concretizzate dall’infrastruttura.

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