Per tutto settembre a Siena si potrà vedere l’alba salendo su due affascinanti punti panoramici
Sono il Facciatone e l'altana di Palazzo delle Papesse i punti dove il pubblico potrà salire quando ancora il cielo sarà tinto di nero per attendere il sorgere del sole. Tutti i dettagli dell'iniziativa

L’emozione della vista dell’alba da due tra i più affascinanti panorami sulla città di Siena: questo è alla base dell’iniziativa Prima Lux: L’alba sulla Città, che invita il pubblico a godersi il sorgere del sole a scelta tra le vestigia del ‘Duomo nuovo’ rimasto incompiuto (ma c’è l’imponente Facciatone) e sulla sommità del neo riaperto Palazzo delle Papesse. Ecco tutti i dettagli dell’iniziativa e come prenotarsi.
L’iniziativa “Prima Lux: L’alba sulla Città” a Siena
Si potrà salire sulla sommità del Facciatone e dell’altana di Palazzo delle Papesse tutti i sabati di settembre (alle ore 5.45 il 6 e il 13 settembre e alle ore 6 il 20 e il 27 settembre). I visitatori potranno prenotare il proprio posto (chiamando il numero 0577 286300, da lunedì a venerdì dalle ore 8,30 alle 17, o scrivendo una mail a [email protected]) per salire nei due punti panoramici attendendo i primi raggi di luce, fino a vedere l’alba sull’orizzonte di Siena e, infine, godersi una colazione alla caffetteria Bistrot di Palazzo delle Papesse.

L’altana di Palazzo delle Papesse a Siena
Il Palazzo delle Papesse è il simbolo della politica dinastica di Enea Silvio Piccolomini, diventato papa con il nome di Pio II nel 1458. Come testimonia il nome, la dimora (riaperta da un anno alle mostre) era destinata alla sorella Caterina che, a partire dal 1460, seguì i lavori di costruzione dell’edificio in Via di Città, il cui disegno è stato riferito a Bernardo Rossellino, l’architetto di Pienza, e ad Antonio Federighi, maestro senese. La loggia affrescata anima il palazzo con un susseguirsi di festoni, figure allegoriche e mitologiche, accompagnando il pubblico al grande scalone che si apre nell’atrio e ai piani superiori destinati a esposizioni temporanee. Salendo si giunge all’altana, la sommità del palazzo dove Ascanio II Piccolomini, nel 1633, ospitò lo scienziato Galileo Galilei, che proprio dalla loggia effettuò le osservazioni della Luna facendo uso del telescopio e scoprendo che questo satellite non era perfetto né sferico come si riteneva, ma costellato in superficie da montagne e crateri.

La storia del Facciatone di Siena
Il punto di osservazione più bello di Siena, insieme all’altana di Palazzo delle Papesse, è il Facciatone, una delle testimonianze più importanti della storia senese. Il 23 agosto 1339 il gran Consiglio Generale della Campana sanciva ufficialmente (con duecentododici voti favorevoli e centotrentadue contrari), la deliberazione di ampliamento del Duomo di Siena, la cui parziale edificazione si protrasse fino al 1357. La sanzione del Consiglio decretava però un lavoro già iniziato: in effetti la posa della prima pietra della facciata del ‘Duomo nuovo’, come spiega il cronista Andrea Dei, risale al 2 febbraio del 1339. La chiesa esistente (quella attuale) sarebbe diventata null’altro che il transetto della nuova gigantesca Cattedrale, le cui navate avrebbero dovuto svilupparsi nell’attuale Piazza Jacopo della Quercia, anticamente dei Manetti. Sono due i disegni di pianta dell’ingrandimento del duomo che si conservano nell’Archivio dell’Opera della Metropolitana. Fin dal 1 maggio 1317 si erano iniziati i lavori del prolungamento verso est (Vallepiatta) e si era dato inizio all’edificazione della facciata del Battistero. Fin dal 1331, inoltre, si acquistarono continuamente edifici nella piana prospiciente lo Spedale di Santa Maria della Scala e la Postierla per demolirli e ottenere così lo spazio necessario allo sviluppo della nuova costruzione.
Purtroppo, a causa di una serie di passaggi di testimone sulla direzione dei lavori, per questioni economiche e per eccessiva ambizione il progetto del ‘Duomo nuovo’ è stato abbandonato e la costruzione è stata parzialmente demolita. Rimane ancora l’enorme facciata rivestita, nella parte interna, da fasce di marmo bianco e nero secondo il caratteristico sistema dicromico toscano.
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