Le ceramiche del grande Gio Ponti sono in mostra a Faenza

Il museo MIC dedicato alla ceramica di Faenza ospita oltre 200 opere realizzate dall'inventore del “Made in Italy”. Un percorso espositivo che si snoda tra design, arti visive e decorative, dagli anni Venti ai Sessanta 

“Impari le cose fatte con le mani. Nulla che non sia prima nelle mani”: questa celebre citazione dell’architetto e designer Gio Ponti (Milano, 1891 – 1979), racchiude il suo pensiero che, fin dagli esordi, ha raccolto la tradizione classica e l’alto artigianato, adattandoli al gusto moderno.

Una figura emblematica per la definizione dello stile Made in Italy, non sono da un punto di vista progettuale, ma anche attraverso la fitta rete di relazioni che lo legava ad artisti, industriali e artigiani dell’epoca, e soprattutto per la creazione delle due riviste – ormai storiche – quali: Domus e Stile. 

A restituire il lavoro dell’architetto e designer italiano è Gio Ponti. Ceramiche 1922 – 1967, la mostra ospitata al MIC di Faenza (fino al 13 ottobre), a cura di Stefania Cretella. Un progetto espositivo che intende ripercorrere le tappe e i successi di Ponti nel campo dell’arte e del design, con un’attenzione particolare rivolta alla ceramica. 

La mostra di ceramiche di Gio Ponti al MIC di Faenza 

Il rapporto tra Gio Ponti e l’arte della ceramica inizia dopo essersi laureato, tra il 1921 e il 1922. In questi anni Ponti giunge alla Richard – Ginori e comincia il processo di rinnovamento del repertorio storico della manifattura, proiettandola verso il nascente gusto déco. La mostra, che raccoglie oltre 200 opere tra ceramiche, vetri, arredi e disegni, pone l’attenzione sul particolare contributo apportato dal nuovo direttore artistico nel corso di un decennio, proponendo un continuo confronto con artisti e designer attivi negli stessi anni nelle manifatture italiane. Successivamente, terminati i rapporti con Richard Ginori nel 1933, Ponti torna a collaborare con l’azienda proponendo saltuariamente idee e progetti di grande estro creativo e inizia a stringere rapporti con il mondo delle arti decorative e del design. Conclude il percorso una sezione dedicata all’eredità e alle influenze che ebbe su autori, come: Alessandro Mendini ed Ettore Sottass, per giungere ai contemporanei POL Polloniato, Diego Cibelli, Bertozzi&Casoni e Andrea Salvatori.

Valentina Muzi

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

Scopri di più