Alla Milano Fashion Week 2024 Neil Barrett unisce storia e ricerca

Nel backstage della sfilata Uomo autunno inverno 2024, Artribune incontra lo stilista inglese per scoprire la sua nuova collezione

Lo stilista Neil Barrett (1965) nasce nel pittoresco villaggio di pescatori di Noss Mayo nel Devon, nel sud-est dell’Inghilterra, e vanta una tradizione familiare di sarti professionisti, con bisnonno, nonno e padre. Questa eredità lo ha portato a fare una scelta naturale e consapevole per la sua formazione, culminando con il diploma presso la Central Saint Martins di Londra e un master in Fashion Design al Royal College. Il debutto professionale di Neil Barrett avviene nel 1989, quando chiamato da Gucci assume la posizione di Senior Men’s Designer. La sua collaborazione con la maison fiorentina continua fino al 1994, quando Patrizio Bertelli, CEO di Prada, lo recluta per sviluppare la linea maschile del marchio milanese. Questo progetto, sotto la guida creativa di Neil, si trasforma nel grande successo che ancora oggi ricordiamo, stabilendo le radici di un abbigliamento maschile minimalista che fonde materiali tecnici di alta qualità con l’artigianato Made in Italy.

La carriera dello stilista Neil Barrett

Queste stesse caratteristiche diventano fondamentali nell’identità del marchio Neil Barrett. Infatti, nel 1999 decide di fondare il brand posizionandosi come un lusso di nicchia dal design innovativo. L’approccio di Barrett equilibra maestria sartoriale ed elementi sportswear, offrendo una moderna interpretazione dell’uniforme quotidiana maschile. La sua attenzione alla vestibilità, la continua ricerca dei tessuti e la cura dei dettagli attirano nel corso degli anni l’attenzione di figure di spicco tra attori, musicisti e atleti come Brad Pitt, Ewan McGregor, Mark Ruffalo, Orlando Bloom, Jamie Dornan, Justin Timberlake e James Harden, che scelgono il brand per apparizioni mondane e momenti privati. Artribune lo incontra dietro le quinte della sfilata Uomo autunno inverno 2024, nell’ambito della settimana della moda milanese.

Intervista a Neil Barrett

Come hai tradotto il tuo DNA nella costante fusione di patrimonio e innovazione per la prossima stagione?
Questa collezione è fortemente caratterizzata dalla fusione tra il vecchio e il nuovo, dagli archetipi trasmessi dai nonni e rivisitati dai nipoti, amalgamando tradizione e modernità. Il patrimonio viene rispettato e fatto dialogare con le lavorazioni tecniche che garantiscono impermeabilità ai tessuti per la protezione contro le intemperie. Emergono capi come il cappotto che vengono arricchiti da dettagli che conferiscono un tocco dinamico. La collezione si ispira alla nebbia della campagna invernale intrisa di impegno per il lavoro. Si mescolano elementi formali e urbani che rendono i vestiti perfetti anche per il contesto cittadino.

Il concetto di “metamorfosi” emerge come chiave per la tua collezione, con un focus sulla funzionalità dei capi. Spiegaci quali capi hanno questa peculiarità…
In realtà tutto è funzionale perché è parte integrante della mia metodologia progettuale. Disegno per rendere gli indumenti pratici e confortevoli. Il tema principale del mio lavoro è ragionare nell’ottica di un design fruibile sotto molte sfaccettature, da ogni singolo acquirente Neil Barrett e lo si è visto anche in questa stagione.

Il tuo approccio unico si riflette nell’uso di tessuti provenienti dal mondo sportivo e outdoor coniugandoli con quelli tradizionali. Quali sono le scelte ricadute su questa collezione?
Sono tutti tessuti tratti dall’abbigliamento da caccia e da lavoro. Mi piace molto pensare, ad esempio, come il classico Harris tweed britannico sia stato ripensato in Techno-tweed o come abbiamo optato per un jersey più confortevole, lo sponge jersey, sempre per andare incontro al piacere di indossare la collezione.

Come hai orchestrato l’elemento visivo durante lo show per trasmettere l’essenza creativa e stilistica?
Sono molto attento all’equilibrio che si crea a livello cromatico e a come le uscite vengano bilanciate. All’occhio dello spettatore i colori delle mie uniformi si evolvono: dal cammello al verde tenue e oliva, dai grigi e blu navy al bordeaux fino al nero e bianco.

Alessia Caliendo

Crediti
Produzione e curatela Alessia Caliendo
Fotografie Giulia Mantovani
Video Lisa Carletta

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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