Intervista alle ideatrici del festival IF_Legacy di Roma che riflette sul presente a partire dal futuro

All’indomani della conclusione al Teatro India di Roma, Lisa Ferlazzo Natoli e Maddalena Parise ci raccontano l’articolato di IF/INVASIONI (dal) FUTURO_LEGACY*2025, festival che, alla sua XII edizione, continua a crescere in termini di programma e coinvolgimento di pubblico

Alla sua 12esima edizione, come il futuro distopico che racconta, il festival IF/INVASIONI (dal) FUTURO_LEGACY*2025 al Teatro India di Roma, risulta più attuale che mai. Un progetto corale ideato dalacasadargilla con il drammaturgo Roberto Scarpetti, l’attrice e performer Tania Garribba, il compositore e musicista Giordano Ruggeri, che coinvolge oltre 70 professionisti, tra registi, attori, videomaker, musicisti, di 4 generazioni diverse. Perché IF_LEGACY, per quanto fantascientifico e intergalattico, è un festival che vuole parlare di e agli esseri umani e, per questo, si compone di tante anime: teatro, nella forma del melologo multimediale, musica, arte e ancora radio, conferenze e workshop. Per approfondire, ne abbiamo parlato con due delle ideatrici: Lisa Ferlazzo Natoli e Maddalena Parise de lacasadargilla.

Intervista a Maddalena Parise e Lisa Ferlazzo Natoli, co-ideatrici di IF

Per raccontare questa dirompente 12esima edizione partirei dal sottotitolo: IF_LEGACY che descrive non tanto un cambio di rotta quanto uno spostamento in avanti…
Esatto, LEGACY in inglese significa lascito, eredità ma anche sguardo e ragionamento; così, con questo termine, abbiamo riconosciuto un tributo a quanto fatto in questi anni e siamo partiti da lì per proporre un’evoluzione. Con il focus su Philip Dick e Kazoi Ishiguro abbiamo voluto ragionare sul presente, in particolare sui rapporti interumani. Non a caso, abbiamo aperto con Arecibo, opera dei giovani Matteo Finamore di Fucina Zero, scritta da Jacopo Angelini che, prendendo come pretesto l’omonimo progetto della parabola interstellare, in realtà affronta il tema della comunicazione, mediata oggi dai social e dalla digitalizzazione.

Un elemento caratterizzante di IF è il genere del melologo, da cosa deriva questa scelta?
Riteniamo che il melologo, nel nostro caso multimediale, per quanto inconsueto e, se vogliamo, difficile per la recitazione statica, vicina alla lettura, in alcuni casi come in Klara e il sole, persino lenta e sincopata, sia il genere che restituisce al meglio l’eterogenea complessità della fantascienza. In particolare, la stratificazione che si crea tra la movimentazione della musica e la partitura spaziale, data delle immagini e dai movimenti degli attori, rievoca le atmosfere dei testi, a cui rendiamo omaggio anche mantenendo i leggii in scena.

Qual è il ruolo della musica in IF_LEGACY?
La musica è fondamentale in tutto il festival. In scena è sempre originale e performata dal vivo. In Klara e il Sole, di Ishiguro, Alessandro Ferroni è autore ed esecutore dell’elettronica, oltre che co-regista. In Ma gli androidi sognano le Pecore Elettriche (Blade Runner) di Philip Dick, Giordano Ruggeri suona più strumenti e Fabio Perciballi la chitarra. Nell’esordio di quest’anno La svastica sul sole, altro testo di Dick, siamo andati ancora oltre fino a sfiorare il genere del musical. Perché la musica, un riarrangiamento di brani Anni ’20 di Ruggeri e Ivano Guagnelli, suonata da quest’ultimo al pianoforte e cantata da Veronica Aracni, diventa preponderante, entrando direttamente in scena. Insomma, acquista una dimensione visiva contribuendo al procedere dello spettacolo.

Come si colloca l’arte contemporanea in IF?
Il ruolo dell’arte sta crescendo, tanto che quest’anno è nata IF/Art. Se prima declinavamo la nostra sensibilità in tal senso a livello scenografico, attraverso proiezioni e oggetti d’arte; quest’anno abbiamo affiancato alla videoarte, presente tutte le sere con il mapping The kipples chronicle di Maddalena Parise e Alessandro Ferroni, anche tre installazioni, sonore e interattive. 

Vogliamo approfondire?
Here there and everywhere è un’opera sonora a cura di Alessandro Ferroni, in cui 4 visitatori, accomodandosi sui sedili dismessi di una macchina Anni ’90 e indossando delle cuffie, entrano metaforicamente in una capsula del tempo che li trasporta in un viaggio nel territorio romano attraverso le memorie e ricordi delle voci provenienti dai Centri Anziani di 5 Municipi della città. Parallelamente, Artrhopoda, è un’installazione multicanale, con cui Maddalena Parise traccia analogie fra tre specimen di insetti e i loro ecosistemi. Tre monitor proiettano altrettante storie con cui il pubblico può interagire sovrapponendo immagini traslucide che creano nuove e inaspettate connessioni. Un’operazione che evidenzia le corrispondenze tra elementi diversi e apparentemente estranei tra loro.

E il terzo progetto?
Malo è l’installazione ambientale creata da Andrea Pizzalis a partire dal workshop di formazione di Fabio Condemi su Mr. Hyde, immaginandone il cabinet. L’artista ha riallestito i materiali prodotti dai partecipanti al workshop e testimonianze di un antico manicomio femminile, secondo diversi dispositivi di visione: lavagne luminose, visori, libri, cassetti vecchi, generando un dispositivo multiplo che lascia affiorare turbamenti, disagi e psicosi. L’opera si traduce in una riflessione sulla follia, amplificata dalla dinamica di ricerca dell’allestimento che, invitando gli spettatori a interagire con lo spazio, fa emergere anche a livello fisico come gli aspetti più reconditi della psiche siano sempre poco evidenti.

Per concludere, com’è stata la risposta del pubblico?
A dir poco sorprendente, non solo per l’alto numero di spettatori, circa 200 al giorno ma anche per la modalità di fruizione. Le persone non venivano solo per il teatro ma per IF nel complesso; arrivando alle 18.00 per interagire con le installazioni, ascoltare la radio, con palinsesto a cura di Silvio Impegnoso, partecipare a convegni e performance, come Captcha di Roberto Scarpetti sull’AI, assistere alla proiezione e solo alla fine arrivare ai melologhi multimediali.

Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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