Soho House, i membership club pieni d’arte contemporanea. Intervista alla curatrice Kate Bryan

Membership club nato a Londra e con sedi in tutto il mondo, Soho House si contraddistingue per l’interesse a collezionare e promuovere l’arte contemporanea. Ci siamo fatti raccontare questo percorso dalla curatrice Kate Bryan

Incontriamo Kate Bryan, curatrice delle collezioni di Soho House (membership club nato a Londra nei primi Anni Novanta con una forte attenzione alla promozione dell’arte contemporanea ma anche teatro, moda, cinema), un ruolo che ha assunto dopo avere studiato storia dell’arte all’Università di Warwick e lavorato al British Museum. Ha diretto una galleria a Hong Kong prima di assumere la leadership della storica Fine Art Society Contemporary a Londra. Conosciuta per il suo impegno nel rendere l’arte accessibile a tutti, anche attraverso il piccolo schermo, Bryan ha dimostrato un approccio inclusivo e innovativo nella gestione delle collezioni artistiche di Soho House. Ci siamo fatti raccontare il suo lavoro, la visione dell’azienda e i progetti futuri.

Intervista a Kate Bryan, curatrice delle collezioni di Soho House

Qual è stata la sua prima impressione quando ha assunto il ruolo di curatrice della collezione Soho House?
Quando mi sono unita a Soho House, è stato un momento davvero entusiasmante. La collezione permanente comprendeva 2000 opere d’arte, con artisti eccezionali come George Condo, Rashid Johnson, Mark Bradford, Tracey Emin, Damien Hirst e Philippe Parreno. Credo che ciò che rende Soho unica fosse la fiducia che gli artisti riponevano in noi, sapendo che la nostra dedizione all’arte era autentica e disinteressata, lontana da scopi commerciali o opportunistici.

Come si è evoluta la sua visione nel corso degli anni?
Con il tempo, la mia visione si è ampliata notevolmente. All’inizio, la collezione era composta principalmente da opere di dimensioni modeste e in bianco e nero, il che creava una bella armonia visiva. Non c’era un team d’arte permanente, quindi quando arrivai, ci fu l’opportunità di espandere e diversificare significativamente la collezione. La suddetta vanta attualmente oltre 8,500 opere d’arte in mostra permanente in 16 nazioni. Nick Jones, fondatore di Soho House, che mi ha offerto questo lavoro, era molto ricettivo alle nuove idee, come quelle di realizzare opere site specific e persino di creare una piscina artistica, realizzata poi a Brighton Beach House da David Shrigley.

Nel curare le collezioni per le diverse sedi di Soho House, come equilibra la rappresentazione di artisti locali e la necessità di inserire opere che parlano a una comunità internazionale?
Diamo priorità sempre agli artisti locali quando apriamo in nuove aree del mondo. È fondamentale per noi avere gli artisti presenti non solo sulle pareti ma anche come parte della nostra base di membri. La maggior parte delle collezioni è formata in maniera esclusiva da artisti che sono nati, che hanno studiato, o che vivono nella cittá in cui apriamo, ma a volte infrangiamo le nostre regole. Ad esempio, quando abbiamo aperto a Parigi, ci era stato riferito un forte interesse locale in una collezione di carattere internazionale, quindi decidemmo che il 70% delle opere sarebbe stato di artisti contemporanei francesi ma con l’aggiunta di una quota del 30% di nomi internazionali per narrare storie globali attraverso un unico tema: quello della pittura

Soho House e l’arte contemporanea. I progetti

Il Vault 100 è un esempio potente di come l’arte possa essere utilizzata per sollevare questioni sociali. Qual è stato l’impatto di iniziative come questa all’interno della comunità artistica e tra i membri di Soho House?
Vault 100 è un progetto che ha preso il rapporto di genere dell’indice azionario FTSE 100 e l’ha invertito. Nel 2017 c’erano 93 uomini alla guida delle migliori compagnie inglesi e solo 7 donne in posizione di amministratore delegato. Abbiamo dunque ribaltato questi numeri selezionando per la collezione 93 artiste e 7 artisti, con uomini noti per la loro collaborazione con donne come Ben Langlands e Nikki Bell.

L’approccio del baratto per acquisire nuove opere Soho House è unico e interessante. Come viene percepito dagli artisti?
La nostra strategia di acquisizione di nuove opere è unica e affascinante,offriamo membership e credito da spendere nelle nostre sedi in cambio di un’opera. Questo modo di operare è molto apprezzato dagli artisti. A loro piace perché è davvero speciale; si basa su rispetto e fiducia. Il mondo dell’arte è diventato estremamente commerciale, con opere che raggiungono prezzi esorbitanti e un mercato focalizzato quasi esclusivamente su aste e vendite, una novità per gli artisti contemporanei, che tradizionalmente non vivevano in un ambiente così pressante dal punto di vista finanziario.

Il futuro di Soho House

Quali sfide presenta questo metodo?
Quello che rende il nostro approccio distintivo è che opera al di fuori di questo contesto commerciale. Facciamo ricerca per anni e ci adoperiamo affinché gli artisti comprendano al meglio i nostri propositi. Sosteniamo le pratiche degli artisti in collezione e condividiamo il loro lavoro con i nostri membri. Inoltre, prestiamo opere ai musei, il che è un valore aggiunto.

Con l’imminente apertura di nuove sedi di Soho House, come si sta preparando a curare le collezioni per queste nuove location?
Iniziamo sempre con viaggi di ricerca, preferibilmente durante le fiere d’arte locali, per comprendere la scena artistica e costruire relazioni. Questo approccio ci permette di valutare l’arte in modo olistico, tenendo conto di diversità e inclusività, e di scegliere opere che non solo riflettano la città ma che possano anche adattarsi armoniosamente agli spazi sociali delle nostre sedi.

Alessia Caliendo

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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