Osservatorio non profit. Lo Spazio In Situ a Roma

Prende le mosse dall’idea di interazione e dal dialogo tra artisti e pubblico Spazio in Situ, realtà espositiva situata nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma.

Dalla fondazione nel 2016, Spazio In Situ ha cercato, attraverso la sua programmazione, di diventare uno specchio della quotidianità contemporanea. Man mano ha creato una propria identità, trasmettendo – grazie alle opere esposte e alle linee guida delle sue mostre – una filosofia ideologica concreta, focalizzata sull’equilibrio tra il medium e il messaggio, sul giusto mezzo tra forma e contenuto.
La sua struttura è composta da 11 studi più uno spazio espositivo. Gli artisti che vi lavorano sono in perpetuo dialogo tra loro, ma ciò che emerge dalle esposizioni non è soltanto la sintonia delle diverse personalità, quanto le affinità concettuali che hanno le opere esposte.
Nel corso degli anni sono stati portati avanti con sfrontatezza e decisione dei concetti, soltanto all’apparenza banali, che proprio attraverso la loro ovvietà hanno spiazzato e disorientato la comfort zone dei canoni estetici della piazza romana.
Una visione incentrata sulla contemporaneità non come significante, ma come soggetto da ritrarre.

Quando cade la magia, rimane la disinvoltura. Installation view at Spazio In Situ, Roma 2020. Photo Marco De RosaLE CARATTERISTICHE DI SPAZIO IN SITU

Sfruttando il suo white cube, Spazio In Situ decontestualizza frammenti della realtà odierna con lo scopo di interrogare il pubblico sulla propria quotidianità, cercando – attraverso una programmazione variegata – di rappresentare tutto quello che oggi compone la nostra società, senza giudizi o discriminazioni. A In Situ ogni soggetto merita attenzione, ogni stimolo proveniente dalla nostra contemporaneità va approfondito, al fine di svelarne i potenziali estetici, tecnici e concettuali. L’obiettivo è quello di porsi delle domande e di porle agli spettatori: questo è il profondo intento di ogni esposizione presentata da In Situ.
Forse è nella sua interpretazione del ruolo dell’arte che la realtà romana s’identifica e si distacca dalle altre, non cercando mai una risposta, ma aumentando le interrogazioni e le incertezze.
La sua posizione periferica, da un lato per l’aspetto geografico e dall’altro per l’aspetto ideologico nei confronti del sistema dell’arte, è stata indubbiamente determinante. Ha portato ad assumere un’estetica più vicina alle realtà universali, e a interfacciarsi con persone che non si intendono di arte, ma che si rivedono nei materiali e negli oggetti esposti nello spazio di Tor Bella Monaca. I soggetti ripresi dalla banalità contemporanea, insieme a un pubblico non per forza abituato all’arte e alla sua storia, instaurano un dialogo immediato, proprio perché veicolato da un linguaggio a primo acchito semplice. Un radicalismo formale che trasmette una quantità infinita di domande che lo spettatore man mano è portato a sviscerare, secondo le sue conoscenze e il suo vissuto.

I PROGETTI DI SPAZIO IN SITU

Che siano concrete o metaforiche, Spazio In Situ lavora sulle interazioni. Da un lato sono oggetto di approfondimento da parte degli artisti, dall’altro sono essenziali nel rapporto tra lo spettatore e l’opera, e infine sono fondamentali per creare un’ampia rete con tutto il territorio nazionale ed europeo, ovviamente tramite una programmazione schedulata a lungo termine.
Dando priorità a iniziative indipendenti, editoriali, espositive o curatoriali, Spazio In Situ cerca di tessere legami tra artisti di ogni provenienza e nazionalità, con l’intento di creare un dialogo duraturo tra la scena emergente romana e il resto dell’Europa. Infatti, la programmazione di questa stagione prevede Opératrice de Réseaux temporaires, una mostra presentata a Roma, e Made in Italy, con la presentazione di artisti romani a Losanna. Queste due mostre sono il risultato di uno scambio culturale e artistico tra i membri di Spazio In Situ e quelli della realtà elvetica TILT.
È stato inoltre presentato, durante il mese di maggio, ISIT Magazine, una rivista indipendente che ha deciso di rappresentare la propria identità sotto forma di una mostra in mutazione, invitando una serie di artisti, selezionati nell’ultimo numero dell’editoriale, a intervenire sull’esposizione in divenire, il tutto ripartito in quattro appuntamenti. L’ultimo capitolo della stagione è Voyage / Voyage, una mostra che fa interagire artisti romani e stranieri sulla tematica romantica del Grand Tour.

‒ a cura di Dario Moalli

www.spazioinsitu.it

Versione aggiornata dell’articolo pubblicato su Artribune Magazine #59

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Dario Moalli

Dario Moalli

Dario Moalli (Vigevano 1991) studia Storia e critica dell’arte all’università di Milano, nel 2013 si è laureato in Scienze dei Beni culturali, e da qualche anno vive stabilmente a Milano, dove vaga in libertà. Condivide l’interesse per l’arte con quello…

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