In Italia anche il mondo della cultura scende in piazza per Gaza aderendo allo sciopero generale
Indetto da Unione Sindacati di Base - USB, lo sciopero nazionale per esprimere solidarietà al popolo palestinese della Striscia di Gaza ha investito le maggiori città italiane, bloccando tutti i settori, pubblici e privati. A unirsi al coro di voci anche realtà e istituzioni culturali

“Un’azione di vera e propria occupazione da parte del governo di Netanyahu è di una gravità senza precedenti. Il massacro, la deportazione del popolo palestinese va fermato, la logica della guerra e del riarmo è un pericolo. I governi sospendano ogni accordo, anche commerciale, con Israele finché non ferma il massacro”. Così si era espresso il segretario genale della Cgil, Maurizio Landini, proclamando un primo sciopero per esprimere solidarietà al popolo palestinese della Striscia di Gaza che, dal 15 settembre, è sotto attacco dell’esercito israeliano.
A dare il proprio sostegno alla popolazione palestinese e alla Global Sumud Flotilla è anche Unione Sindacati di Base – USB che, assieme a Cud, Adl, Sgb, ha proclamato lo sciopero nazionale lunedì 22 settembre 2025. La mobilitazione, di 24 ore, ha interessato più di 75 città in tutta Italia e ha toccato diversi settori – pubblici e privati – dai trasporti alle ferrovie, al personale di scuole, università e sanità. Ad aderire allo sciopero, oltre a numerosi Comuni in via ufficiale, sono state anche tante realtà e istituzioni culturali.

Le realtà e le istituzioni culturali italiane che hanno aderito allo sciopero generale per Gaza
“Blocchiamo tutto”: è l’obiettivo dello sciopero generale per Gaza indetto da USB, a cui hanno aderito anche diverse realtà e istituzioni culturali. Tra queste Fondazione Merz, PAV e Flashback (assieme all’artista Alessandro Bulgini) a Torino, Fondazione Arnaldo Pomodoro, BASE, MARE e Care of a Milano e la Fondazione Oelle a Catania a cui si uniscono anche il gruppo AWI – Art Workers Italia, l’ufficio stampa Lara Facco, il centro culturale Che Fare (Milano e Torino) e realtà indipendenti come AlbumArte a Roma, per citarne solo alcuni. A Milano, Ad Artem ha scelto di devolvere il ricavato delle visite guidate in programma tra il 22 e il 23 settembre alle associazioni Caritas Jerusalem, Pro Terra Sancta e Gazzella Onlus, a sostegno di Gaza.
Aderiscono anche riviste come Rolling Stone Italia, Exibart, Inside Art e lavialibera, librerie come Bookbank Libri d’altri Tempi di Piacenza, Spine Bookstore a Bari e casa editrici come Tunue di Latina, Minimum Fax a Roma, Hopefulmonster Editore e Add Editore di Torino, Postmedia books di Milano e molte altre ancora. Adesione che passa anche tra realtà gastronomiche come negozi e ristoranti, tra cui citiamo Faro e Mazzo a Roma, Delicatessen di Ragusa, Molti Volti a Ballarò e Ada a San Sperate in Sardegna.

USB: nel Paese si sente la necessità di bloccare le attività per protestare contro il genocidio a Gaza
“Sarà una giornata di mobilitazione senza precedenti”,si legge in una nota di USB ripreso da RaiNews. “Tra le tante piazze che si stanno convocando in queste ore, ormai quasi 80, anche quella di Roma, dalle ore 11 a Piazza dei Cinquecento. Ci aspettiamo una partecipazione nell’ordine delle decine di migliaia di persone: nel Paese si sente con forza la necessità di bloccare le attività, per protestare contro il genocidio incorso a Gaza, contro le complicità del governo Meloni con lo stato di Israele, per fermare guerra e corsa al riarmo“.

Sciopero generale per Gaza: i numeri nelle piazze d’Italia
E l’adesione, come previsto alla vigilia, è stata alta, con grande coinvolgimento soprattutto degli studenti in tutte le grandi città italiane. Le prime stime della questura di Roma riguardo alla manifestazione partita da Piazza dei Cinquecento parlano di 50mila manifestanti (100mila il dato comunicato da USB); tra loro anche Michele Rech, in arte Zerocalcare: “Non c’ è bisogno di essere particolarmente esperti per capire che i ragazzi si rendono conto di quello che sta succedendo: è fuori da qualsiasi tipo di umanità e diritto internazionale. Mi sembra che la gente stia cercando di darsi degli strumenti per impedire che i diritti di un popolo vengano calpestati se non lo fanno gli Stati”. A Bologna, dove il corteo ha bloccato anche la tangenziale, i numeri della prima ora dichiarano la presenza di 50mila persone. A Milano, dove le studentesse e gli studenti del Liceo Manzoni hanno occupato la scuola, migliaia di persone si sono ritrovate per manifestare nonostante la pioggia battente e purtroppo, a dispetto degli intenti pacifici, alcuni scontri violenti si sono svolti in Stazione Centrale; 20mila persone anche a Palermo, 15mila a Venezia,10mila a Torino, 4mila a Pisa. Migliaia di persone a Firenze, Trento, Napoli, Cagliari e in molte altre città. “Sono milioni i lavoratori e le lavoratrici che stanno scioperando in tutto il paese, dai porti come Genova e Livorno, alle scuole che hanno chiuso fino al 70% in alcune città, passando per i magazzini della logistica, le fabbriche e le amministrazioni pubbliche” evidenzia una nota di USB “A decine di migliaia sono scesi in piazza, con le manifestazioni ancora in corso e che andranno avanti per tutta la giornata. Questo sciopero è un avviso di sfratto al governo Meloni, che si sta dimostrando complice con lo stato sionista e che continua ad aumentare le spese militari a scapito dei salari e dei servizi! È una giornata di lotta senza precedenti: per rompere l’assedio a Gaza, a fianco della Global Sumud Flotilla e con la Palestina nel cuore”.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati