Il Ministro della Cultura italiano che prende le difese di Casa Pound è imbarazzante
Casa Pound è così piena di sentenze ufficiali che la indicano come realtà fascista e violenta che perfino i social network non permettono più l’apertura dei suoi profili. Tutti sanno chi è Casa Pound fuorché Alessandro Giuli?

“In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità”, tuona Giorgia Meloni dopo il surreale sgombero del Leoncavallo di Milano anticipato appositamente di due settimane per gettar qualcosa in pasto all’opinione pubblica di agosto. Subito però la smentisce il Ministro della Cultura Alessandro Giuli che, parlando questa volta di Casa Pound, dice no a un ipotetico sgombero “nella misura in cui l’organizzazione si allinea a dei criteri di legalità”.
Ma cosa c’entra Casa Pound con la legalità?
Ma quindi ha ragione Meloni quando dice che non possono esistere zone franche, oppure ha ragione Giuli che sostiene che una assurda occupazione abusiva come quella di Casa Pound può “allinearsi” alla legalità? Al netto di qualsiasi risposta, davvero inquietante anche solo l’ambiguità della posizione del Ministro della Cultura.
Forse Giuli è poco aggiornato sulla storia di Casa Pound e dunque gli diamo una mano a ricostruire. Casa Pound non è l’occupazione di qualche ex area industriale di periferia dallo scarsissimo valore e di proprietà privata. No. È semmai la presa di possesso illegale di un palazzo di proprietà pubblica in un’area di pregio nel pieno centro di Roma, da ormai oltre 21 anni. Ma al di là del valore dell’edificio, “Casapound è un movimento dichiaratamente ispirato all’ideologia fascista, che auspica un ritorno del fascismo in Italia, ampiamente conosciuto per aver compiuto attività di violenza, razzismo e odio”, non sono parole nostre ma di una delle tante sentenze (quella del 3 dicembre 2022) che raccontano questa organizzazione. Come fa Alessandro Giuli a articolare dei distinguo e a fare la parte di quello che spacca il capello in quattro su una realtà che è facilissimo interpretare e incasellare come è Casa Pound?

Giuli ha idea di cosa parliamo quando parliamo di Casa Pound?
Magari Giuli parlando della ipotetica “legalità” di Casa Pound non sapeva che due anni fa, a giugno 2023, il Giudice Monocratico di Roma ha condannato in primo grado 20 esponenti dell’occupazione abusiva facendo presente quanto l’iniziativa – a differenza di ciò che dichiarano sempre i ras dell’occupazione – non abbia alcuna finalità abitativa.
Casa Pound o casa in centro comoda per metro e stazione in edificio d’epoca?
Da Casa Pound ripetono che loro danno aiuto a famiglie in emergenza abitativa. In realtà più fonti riportano che ad abitare nell’edificio occupato di proprietà statale siano in buona parte i responsabili stessi dell’associazione e altri loro amici, tutte persone con redditi e lavori normalmente retribuiti, magari con impieghi in enti pubblici. Insomma l’occupazione – oltre a dare una sede ad un movimento politico neofascista e offrire uno spazio ad alcune manifestazioni – è stata utile per i componenti di questo partitino per farsi una casa in pieno centro di Roma a spese di tutti noi. Si è calcolato che fino al 2019 l’occupazione di Casa Pound ci sia costata 4,5 milioni di euro circa. Ma da allora poi sono passati altri sei lunghissimi anni. Un danno gigantesco per la collettività, ma abbiamo un Ministro della Cultura che ipotizzza che tutto questo possa “allinearsi alla legalità”.
Sentenze su sentenze contro Casa Pound, ma secondo Giuli potrebbe “allinearsi alla legalità”
Ma se le sentenze del 2023 sono troppo lontane e Giuli se le è dimenticate, ne abbiamo una del 2025. Ad inizio luglio, meno di due mesi fa, vari esponenti di Casa Pound incluso il boss Gianluca Iannone sono stati nuovamente condannati in primo grado per scontri violenti a Roma nel quartiere di Casal Bertone. Ma magari i giudici non avevano capito che mentre malmenavano poliziotti e danneggiavano volanti vandalizzando arredi urbani in realtà, come dice Giuli, si stavano “allineando alla legalità”.
C’è solo un modo in cui Casa Pound può allinearsi alla legalità. Liberare lo stabile che occupa illegalmente e trovarsi una sede regolare affittandola o partecipando a bandi, come fanno tutte le associazioni culturali che hanno bisogno di uno spazio e sono realmente allineate alla legalità piuttosto che alla violenza e alla prepotenza. Magari il Ministro della Cultura dovrebbe pensare maggiormente a tutelare loro.
Massimiliano Tonelli
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