Ancora gallerie d’arte internazionali in città. Upsilon Gallery apre uno spazio a Milano in zona Quadrilatero della Moda
La scelta di Marcelo Zimmler, fondatore della galleria nata nel 2016 con sedi a New York e Londra, conferma il momento di significativa attrattività di Milano per il mercato internazionale dell’arte. La mostra inaugurale con le opere di Osvaldo Mariscotti, dal 18 novembre
Appena un mese fa, Thaddeus Ropac inaugurava a Palazzo Belgioioso la prima sede italiana della sua galleria (fino al 21 novembre si visita la mostra L’aurora viene, dialogo tra Georg Baselitz e Lucio Fontana) tra le più importanti al mondo per diramazioni internazionali e prestigio degli artisti rappresentati.
Milano polo d’attrazione per le gallerie d’arte internazionali
Su Milano, all’interno di un immobile storico a pochi passi dal Teatro alla Scala, la scelta del gallerista austriaco è caduta in tendenza con un posizionamento della città sempre più centrale nel mercato dell’arte contemporanea, come dimostra anche l’arrivo – imminente o recente – di altre importanti gallerie internazionali, come Ben Brown, Robilant + Voena, Scaramouche (ma ricordiamo anche la presenza, dal 2022, della londinese Cadogan Gallery). Un fenomeno che il Financial Times, con la firma della giornalista Melanie Gerlis, registrava all’inizio del 2025 attribuendo a Milano un’attrattività da “ultimo hotspot europeo dell’arte”.
Upsilon Gallery apre a Milano
A confermare la tendenza, il prossimo 18 novembre anche Upsilon Gallery si aggiungerà alla lista delle gallerie internazionali che scommettono su Milano. Fondata nel 2016 dall’esperto d’arte tedesco-argentino Marcelo Zimmler, Upsilon è attualmente presente a New York, nel quartier generale dell’Upper East Side (dal 2022), e a Londra, dove la galleria ha inaugurato uno spazio a Mayfair nell’agosto 2024; l’ufficio operativo è invece basato a Miami.

La nuova sede di Upsilon Gallery e la prima mostra a Milano
A Milano, Upsilon apre la sua prima sede italiana, che è anche il primo avamposto nell’Europa continentale, preferendo il capoluogo lombardo ad altre capitali dell’arte europee come Parigi, Basilea, Bruxelles. Lo spazio, di circa 200 metri quadri e “concepito come un omaggio all’architettura milanese” con pavimenti in Ceppo di Grè e dettagli in marmo, si trova in Via Gastone Pisoni 2 (dirimpettai sono Armani Privè e il ristorante Nobu, e nello stesso palazzo, durante la Milano Design Week 2025, ha inaugurato lo showroom di Zenucchi Design Code), in quel Quadrilatero che si sta popolando di grandi palazzi della moda contaminati dall’arte (da Palazzo Fendi al flagship di Bulgari, al nuovo negozio di Tiffany a Palazzo Taverna).
La mostra inaugurale sarà una personale di Osvaldo Mariscotti, con alcune opere della collezione Into The Valley, in dialogo con quelle contemporaneamente esposte nelle sedi di New York e Londra. A Milano arriveranno quattro tele dell’artista piemontese, classe 1960, che da molti anni vive e lavora a New York. E la mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue a firma di David Ebony e Alex Grimley. Più avanti l’idea è quella di collaborare anche con realtà della moda e del design, realizzando mostre tematiche durante il Salone del Mobile.
“Milano è un polo culturale e finanziario chiave, ingredienti essenziali per un mercato dell’arte fiorente“, ha spiegato Zimmler in una recente intervista ad Artnews “Vista la crescente base di collezionisti che abbiamo in Italia e la vicinanza a Zurigo e Parigi, Milano è una scelta perfetta per noi“. Ma sulla decisione hanno influito anche il taglio dell’IVA sulle vendite d’arte approvato lo scorso giugno, dal 22 al 5% e l’afflusso in città di ricchi collezionisti inglesi in fuga dal regime fiscale post Brexit del Regno Unito.
Livia Montagnoli
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