Come sono andate le fiere parigine Art Basel Paris e Paris Internationale?

In breve, bene, possiamo dire. Tante le opere vendute da gallerie e mega-gallerie all'ultima edizione di Art Basel Paris e alle fiere collaterali come Paris Internationale. Che confermano la centralità di Parigi negli equilibri del mercato dell'arte. Ecco le vendite e i commenti delle gallerie italiane

Si è conclusa domenica 26 ottobre 2025 la quarta edizione della fiera Art Basel Paris, con oltre 73.000 visitatori per le sue 206 gallerie da oltre 40 Paesi e 65 francesi. Nemmeno il tempo di fare il punto sulla settimana dell’arte londinese e già il pubblico giramondo dell’arte si spostava infatti a Parigi, per vedere come se la cavava l’inarrestabile e irresistibile capitale francese, con la sua magnifica infrastruttura museale e l’IVA sull’arte al 5,5%. La novità dell’anno era Avant Première, una preview della preview, per ultra-VIP scelti dalle gallerie orientata alle vendite, nella giornata del 21 ottobre 2025, prima ancora della consolidata preview First Choice VIP del 22 ottobre. Una soluzione che pare abbia funzionato e attirato molte trattative andate in porto in queste prime 4 ore a disposizione di qualche migliaio di super-collezionisti, che però potrebbe aver drenato via visitatori dall’apertura delle fiere collaterali e dalle gallerie giovani e mid-size. E che di certo ha trasformato la First Choice in una scelta almeno “seconda”. 
Intanto la fiera si è dotata anche di un nuovo direttore, Karim Crippa, annunciato proprio nei giorni di fiera, che dalla prossima edizione prenderà il posto di Clément Delépine. 

Le prime vendite milionarie di Art Basel Paris 2025

Tante le opere che sono state vendute, in ogni modo, almeno da quanto riportato dalle mega-gallerie internazionali di Art Basel Paris proprio alla preview. “Sono tutti qui”, commentava il gallerista Thaddaeus Ropac, che nelle prime ore aveva già trovato collezionisti per un’opera di Alberto Burri (€4,2 milioni) e due di George Baselitz (a €3,5 milioni una e €1,2 milioni l’altra). Hauser & Wirth ha chiuso nella primissima giornata le trattative per l’opera più importante che aveva in fiera, Abstraktes Bild del 1987 di Gerhard Richter – protagonista di un’enorme retrospettiva in città alla Fondation Louis Vuitton – per $23 milioni. In un totale di una dozzina di lavori già andati, da Lucio Fontana a George Condo. Tra le altre vendite ultra-milionarie delle prime ore di Art Basel Paris c’era anche un dipinto di Modigliani da Pace Gallery, venduto per $10 milioni, mentre da David Zwirner ha trovato un nuovo proprietario una scultura di Ruth Asawa per $7,5 milioni. Ma la fiera non si è esaurita, per fortuna, solo nel battito di una preview e infatti anche nell’ultimo giorno c’è stato spazio per acquisizioni importanti, come un dipinto di Rothko venduto da Pace Gallery per un prezzo non rivelato. 

Dadamaino, Volume, 1960. Courtesy Frittelli
Dadamaino, Volume, 1960. Courtesy Frittelli

Come era la fiera Art Basel Paris 

Tanti sono i bollini rossi che si son visti apparire nei giorni di Art Basel Paris negli stand dei galleristi, tornati evidentemente in auge e comodi per pareti particolarmente affollate di lavori di dimensioni contenute. Così come numeroso il pubblico variegato del Grand Palais. Dai tanti advisor che badavano a collezionisti da educare, che a volte si accontentavano di informazioni abbastanza sintetiche quando non sommarie dei loro Virgilio parigini, abilissimi nel sintetizzare ricerche artistiche decennali in scarni cenni biografici, per passare rapidamente a sciorinare prezzi e margini di negoziazione. Ai molti content creator impegnati a posare accanto alle opere più accattivanti per gli schermetti globali. E poi moltissimi i collezionisti che, riservati, raccoglievano informazioni e spiegazioni dai galleristi e non riuscivano a staccare gli occhi da un’opera di Franz Erhard Walther. Si sono visti, quest’anno, tantissimi Picasso e quasi altrettanti Calder, e la varietà di media vista a Frieze London qui è sembrata, a tratti, semplificarsi, con una gran preponderanza di pittura possibilmente di grandi dimensioni. C’era l’Oriente nelle provenienze degli artisti così come degli artisti, e tanti Americani – quelli che pare stiano saltando sia Londra che Basilea, spesso affollati negli incroci centrali del Grand Palais, dove – non ci si può sbagliare – erano raccolte tutte le mega-gallerie. 

McArthur Binion, Chicago:2024, 2024. Courtesy Massimodecarlo
McArthur Binion, Chicago:2024, 2024. Courtesy Massimodecarlo

Le gallerie italiane ad Art Basel Paris 2025 

Meno calca, dunque, e più tempo con i galleristi, per i collezionisti che hanno visitato la fiera nei giorni di preview. Con una circolazione più agevole che si rende necessaria in una sede affascinante come il Grand Palais, che però presenta limiti logistici non indifferenti per una manifestazione come Art Basel e lavora già al massimo della sua capienza per accogliere poco più di 200 gallerie, molte meno rispetto alle edizioni sorelle di Basilea, Miami e Hong Kong. La macchina sembra in ogni caso girare bene e i galleristi internazionali e italiani si sono mostrati soddisfatti dei risultati di tanto impegno e investimenti rilevanti per essere presenti nella capitale francese che sempre di più è snodo cruciale per il mercato dell’arte.
A ribadire la centralità dell’hub parigino, oltre che l’efficacia della fiera, è stato Massimo De Carlo: “Indubbiamente questa fiera rispecchia il momento: Parigi si sta confermando come piazza strategica ed essenziale per il mercato dell’arte”. Numerose le opere vendute dal gallerista milanese, tra la preview e i giorni di apertura, degli artisti della galleria, tra cui Specchio d’acqua di Carla Accardi, del 2013 (range di €200.000-300.000); Jim Hodges, Incantation, 2025 (range $50.000-100.000); France-Lise McGurn, Dual Carriageway, 2025 (£50.000-70.000); diversi oli su tela di Xue Ruozhe del 2024 e 2025 (tra $10.000 e $40.000) e uno di Nicole Wittenberg, August Evening 2, 2024 ($50.000-100.000). 
“Parigi è una città magnifica, e quest’anno in particolare, nella settimana di Art Basel Paris, ha offerto mostre in tutta la città di altissimo profilo”, gli fa eco Alfonso Artiaco, che ha aggiunto, in chiusura di rassegna: “La fiera è andata abbastanza bene, abbiamo lavorato tutti i giorni. Atmosfera buona e collezionisti da tutto il mondo e vendite per le opere di Tursic & Mille, Diego Cibelli, Thomas Hirschhorn, Jana Schroeder, Juan Uslè, Ann Veronica Janssens, Sol LeWitt”. Una buona performance quindi, ben distribuita anche in tutti i giorni di attività in fiera, tanto che, ancora alla domenica, il gallerista rimaneva ottimista sulle altre vendite e trattative che ancora si potevano portare a casa. Anche se, sempre seguendo il filo delle impressioni di Artiaco, che il mondo Art Basel lo conosce bene e da tempo, qualcosa sembra ancora mancare rispetto alla sorella maggiore di Basilea.  

Collezionisti e preview ad Art Basel Paris, secondo le gallerie italiane in fiera 

Rinnovava la sua presenza ad Art Basel Paris, con un progetto su simmetria e asimmetria, perfezione e imperfezione attraverso le opere, tra gli altri, di Francesco Arena, Silvia Bächli, Barbara Bloom, Edi Hila, Roni Horn, Kimsooja, Anna Maria Maiolino e Marcello Maloberti, Raffaella Cortese, che ha accolto con favore la nuova organizzazione di differenti preview: “L’estensione della durata della fiera e l’introduzione della preview già dal martedì si sono rivelate scelte strategiche efficaci”, ha commentato la galleria milanese: “L’affluenza è risultata più distribuita e gestibile, permettendo incontri più mirati e approfonditi con i collezionisti. Abbiamo registrato un forte interesse da parte di collezionisti internazionali, in particolare provenienti dall’Asia, dal Sud America e dagli Stati Uniti, ma anche dall’Europa e, come sempre, dall’Italia, la cui presenza si conferma solida e partecipe”. Tutto sembra essere filato dunque per il verso giusto, in uno scenario che ha sempre il suo impatto, anche sulle vendite: “Il contesto del Grand Palais è sempre unico e meraviglioso e le aspettative per questa edizione erano alte. Per un appuntamento così significativo abbiamo selezionato opere importanti, con un range di valore compreso tra i 30.000 e i 300.000 euro. Notiamo ancora un collezionismo attento anche alle fasce di mercato intermedie, segno di un interesse consapevole. L’unico aspetto che nei primi giorni è parso essere meno visibile per la galleria di Milano, con sede anche ad Albisola, è stata la presenza di curatori e direttori di museo, che si son fatti attendere.
Un riscontro positivo senza dubbi è quello che arriva poi da P420: “Questa edizione di Art Basel Paris è stata senza mezzi termini assolutamente positiva. L’energia vitale e di grande curiosità del primo giorno è continuata tutti i giorni di fiera, incluso il weekend. La qualità del pubblico e dei professionals è sempre stata altissima e questo ha portato conversazioni interessanti e vendite importanti”. E veniamo proprio alle vendite, con il sold out per le opere di Rodrigo Hernandez, la conferma per Irma Blank, “molto amata dal pubblico francese e non solo”, e per gli artisti della sua generazione come Laura Grisi, Paolo Icaro e Ana Lupas: “Conferme positive sia in termini curatoriali che di mercato anche per June Crespo (in mostra attualmente a Parigi a Le Crédac), Francis Offman e Adelaide Cioni (inclusa nella Quadriennale di Roma, da poco inaugurata)”.

P420, ArtBasel Paris 2025. Ph. S. Pellion di Persano. Courtesy P420
P420, ArtBasel Paris 2025. Ph. S. Pellion di Persano. Courtesy P420

Debutti italiani ad Art Basel Paris: Frittelli per Dadamaino

Era alla sua prima volta alla fiera globale nella sezione Premise, con un progetto dedicato ai Volumi di Dadamaino, la galleria di Firenze con sede anche a Milano Frittelli arte contemporanea: “La nostra prima partecipazione ad ArtBasel Paris è stata un’esperienza inattesa per la qualità delle persone che abbiamo incontrato in questi giorni. E l’ambiente di scambio e crescita è stato ancor più interessante dei numeri eccezionali in termine di vendite portate a chiusura e di trattative in corso, che pure mai avevo visto accadere in tanti anni”. Un contesto favorevole dunque, dal punto di vista commerciale, quanto da quello relazionale e di attenzione istituzionale. Continua infatti la galleria: “A partire da qui, siamo stati contattati da direttori di musei e curatori di collezioni interessati a progetti da realizzarsi su Dadamaino, a essere in contatto con Flaminio Gualdoni, il direttore scientifico dell’Archivio, e a visitare l’Estate dell’artista. Il lungo lavoro di valorizzazione della sua eredità porta ora come frutto il riconoscimento degli operatori del settore, dei colleghi galleristi – Pace Gallery su tutti, che è stato per noi una bellissima sorpresa – e dei collezionisti, numerosissimi in fiera nei giorni riservati alle preview”.

Martina Simeti, Paris Internationale 2025. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Martina Simeti
Martina Simeti, Paris Internationale 2025. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Martina Simeti

Come è andata Paris Internationale per le gallerie italiane?

Non di sola Art Basel Paris però si viveva in questi giorni. Tantissime le fiere satellite e collaterali diffuse in città, una su tutte Paris Internationale, dove arrivava, con la sua prima partecipazione, Martina Simeti, che l’anno scorso era già stata nella sezione Emergence di Art Basel Paris, e che torna anche da questo appuntamento contenta del riscontro in fiera e della qualità del pubblico in tutte le giornate, con “importanti collezionisti incontrati e ritrovati”, nota la galleria milanese, che continua: “soprattutto abbiamo riscontrato una forte partecipazione delle istituzioni internazionali, pubbliche e private, direttori di musei, curatori. In particolare da questa fetta di pubblico abbiamo avuto una risposta forte e interessata, sia per il lavoro dell’artista franco-beninese Chloè Quenum, sia per il lavoro di Davide Stucchi, il quale, dopo il grande progetto personale al Centro Pecci, Ligh Lights, in chiusura ai primi di novembre, ha suscitato una grande attenzione internazionale con le sue sculture luminose”. Il range dei prezzi per i lavori in fiera per Chloè Quenum era di 5.000-7.000; 3.500-7.000 euro quello delle opere di Stucchi.
Al debutto parigino era anche Tiziana Di Caro, con uno stand dedicato agli ultimi collage di Damir Očko e a una selezione di opere degli Anni Settanta di Tomaso Binga. “La risposta è stata ottima. Abbiamo lavorato dalla prima ora e praticamente fino all’ultima”, il commento della galleria alle ultime battute di apertura. “È ancora molto faticoso vendere in questo periodo, ma la fiera crea tutti i presupposti perché le gallerie possano lavorare al meglio, per cui sono contenta dei nuovi contatti sia di collezionisti privati, con alcuni dei quali siamo ancora in conversazione, ma anche del passaggio di diversi referenti istituzionali che hanno molto apprezzato la nostra proposta e da cui stiamo aspettando delle risposte per possibili acquisizioni”
E intanto le caselle di posta si riempiono già delle preview delle gallerie che parteciperanno ad Artissima e alle altre fiere di Torino. Segno che il tempo di Parigi è già esaurito, per ora, e un’altra destinazione, questa volta italiana, ci aspetta. E l’IVA, qui, sarà al 5%. 

Cristina Masturzo

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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna "Economia e Mercato dell'Arte" e "Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni" al Master Accademico in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia…

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