L’IVA agevolata per il mercato dell’arte si farà. Giuli: “L’aliquota scende al 5%”
L'imposta per la cessione e l'acquisto delle opere d'arte in Italia abbandona la famigerata aliquota al 22% adeguandosi al resto d'Europa. "Primeggeremo", ha sottolineato il ministro della Cultura

“La notizia di oggi è quella che aspettavamo da anni, e la incorniciamo come una missione compiuta“. Così il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha presentato il decreto legge (in capo al MEF) per l’abbassamento dell’IVA per la cessione e l’acquisto delle opere d’arte in Italia. Dal lamentato 22%, l’aliquota sul mercato dell’arte scende al 5%.
Come fatto notare anche dagli addetti ai lavori per molti mesi, “la situazione era oggettivamente innaturale, e metteva l’intero settore in svantaggio nella competizione internazionale“, ha detto Giuli. “Ma sapete cosa vuol dire, in Italia, trovare le coperture, i tempi e i modi giusti per abbassare delle tasse“.
L’Italia torna competitiva in Europa per il mercato artistico
“Competere ad armi pari per gli italiani significa primeggiare: finalmente abbiamo allineato il prelievo agli standard europei, ma per le nostre competenze di sistema, il collezionismo, i saperi dei protagonisti, il numero di persone e di città che lavorano nella filiera potremo finalmente tornare a essere protagonisti nella scena internazionale. Cosa che abbiamo rischiato negli ultimi anni di non essere più“, ha aggiunto Giuli, che promette un impatto economico positivo ed “estremamente rilevante“ sul panorama culturale e commerciale delle arti, e una “curva ascendente di successo economici e di reputazioni della portata ancora ignota“.
Il provvedimento è stato definito dal presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone “storico“: “Siamo tornati la prima nazione dove fare, vendere e comprare arte, cioè il posto più conveniente in Europa“, ha aggiunto, ricordando come ci troviamo in linea con il 5% francese e meglio del 7% tedesco. “L’Italia crede nella bellezza, ma anche nel mercato dell’arte”, ha sottolineato.
La promozione del mercato dell’arte italiano
“Ci è stato fatto notare che volevamo abbassare l’IVA sulle opere di lusso. Ma se l’IVA è imposta di valore aggiunto, l’arte è il valore aggiunto di questa nazione“, ha detto Alessandro Amorese, capogruppo Commissione Cultura alla Camera, che si è augurato che la notizia guadagni trazione all’Art Basel in corso. “È un mondo ampio, di professionisti, e con questo risultato noi andiamo incontro a loro e al mondo dei giovani“.
Riportando uno studio di Nomisma, Giuli ha ricordato che senza questa facilitazione il mercato dell’arte avrebbe perso “il 28% del fatturato complessivo. Per le piccole gallerie sarebbero state perdite del 50%. Secondo le simulazioni, in un triennio con l’IVA ridotta il fatturato di gallerie, antiquari e case d’asta crescerà fino a raggiungere 1,5 miliardi con un effetto complessivo sull’economia italiana stimato fino a 4,2 miliardi. Che significa anche un gettito fiscale indiretto“.
In arrivo la semplificazione dell’esportazione dei beni culturali
Giuli ha aggiunto che altro sarà fatto per il mercato dell’arte. A luglio, ha anticipato Mollicone, arriverà l’altra riforma a lungo attesa, che includerà dei punti di innovazione e digitalizzazione, di valorizzazione, e soprattutto di allineamento alla semplificazione dell’esportazione dei beni culturali.
Giulia Giaume
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