Immagini e opere dall’apertura della fiera BRAFA 2024 a Bruxelles
La grande fiera di arte antica, moderna e contemporanea, primo appuntamento del 2024 per le grandi fiere d’arte internazionali, ancora una volta non delude. Spinta da un'inaugurazione da record
Tra il 1954 e il 1956 l’artista belga Paul Delvaux fu invitato da Gaston Périer, imprenditore di professione e pittore per diletto, a realizzare un ciclo di pitture murali per la sala di rappresentanza e il mezzanino della sua residenza modernista nel centro di Bruxelles. Oggi Maison Périer, con l’ambiente immersivo e illusionistico ideato da Delvaux, ha cambiato proprietà e rimane nascosta al grande pubblico (proibito anche fotografarla!), vegliata dai personaggi allegorici e surrealisti ispirati dal ciclo di Veronese nella palladiana Villa Maser, dall’antichità e dalla celebrazione di arte e filosofia. Resta, nell’attualità, il filo che a doppio nodo lega gli appassionati e i collezionisti e la rilevanza che è attribuita all’arte visiva in tutto il Belgio. È in questo contesto che è aspettata sempre con interesse e partecipazione BRAFA Art Fair, la grande fiera di arte antica, moderna e contemporanea aperta al Brussels Expo da domenica 28 gennaio (preview e opening 26 e 27 gennaio) fino al prossimo 4 febbraio 2024.
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La nuova BRAFA 2024 ispirata al Surrealismo per il collezionismo belga
Primo appuntamento del 2024 per le grandi fiere d’arte internazionali, la nuova edizione di BRAFA ha visto convergere a Bruxelles 132 espositori per presentare il meglio dell’arte e dei beni da collezione. Eclettica e variegata, la fiera ricorda quest’anno il 30° anniversario della morte del pittore belga Paul Delvaux e il centenario della pubblicazione del Manifesto Surrealista, con la Fondazione Delvaux come ospite d’onore e focus dedicati nei diversi stand. E proprio un originale del Manifesto del Surrealismo di André Breton era in vendita alla Librairie Lardanchet di Parigi allo stand della Belgian Antiquarian Booksellers’ Association (CLAM) con un prezzo di €25.000. A sentire i galleristi al Brussels Expo – e a vedere la pioggia di bollini rossi che si affollavano rapidamente sin dalla preview – le prime battute sono state di segno positivo, con opzioni e acconti già versati. “È stata l’inaugurazione più forte di questi anni”, ha commentato la galleria Robertaebasta di Milano.
Del Belgio si dice spesso e comunemente, anche senza rilievi statistici oggettivi, che sia il Paese con più collezionisti per metro quadro. Al di là di conforti numerici a riguardo, quello che è certo è che la scena dell’arte sia sempre stata e sia tuttora attiva e ricettiva, con nuove gallerie e sedi museali pronte ad aprirvi presidi.

Galleristi e capolavori in mostra a Bruxelles per BRAFA
E così, mentre il grande pubblico del mercato dell’arte si divideva tra le fiere di Singapore e Ginevra, BRAFA ha messo in campo a Bruxelles una proposta di opere e oggetti d’arte invidiabile, soprattutto per varietà e qualità (oltre due dozzine di tipologie di beni collezionabili, dall’antico a oggi, dagli arredi alla pittura e scultura, al design e agli argenti e gioielli e libri rari) e per uno sguardo differente e divergente rispetto alle offerte di altre fiere anche più grandi. Richiedendo a tratti, ai visitatori, un poco di attenzione in più, ampiamente ricompensata dal piacere della scoperta, della sorpresa, di storie distintive e spesso meno battute.
A cominciare da Dalton Somare di Milano, che propone per la scultura extraeuropea una sorta di guida alla lettura con dei sondaggi fotografici a evidenziare tagli e particolarità delle opere esposte (con prezzi da €50.000 a €200.000), o dall’affondo monografico su Tom Wesselmann alla Samuel Vanhoegaerden Gallery, così come dal focus sull’arte italiana di Manzù, Piero Dorazio, Turi Simeti e Umberto Mariani nello stand di Boon Gallery di Knokke, insieme all’ospite d’onore Paul Delvaux. Che tornava anche dal presidente di BRAFA Harold t’Kint de Roodenbeke, con disegni più piccoli tra €5.000 e €7.000 e dipinti intorno a €100.000, e da Stern Pissarro Gallery, dove, mentre Charlotte della giovanissima market darling Anna Weyant aveva un prezzo richiesto di €200.000, per un’opera su carta di Delvaux, Les Deux Femmes, ne bastavano €26.000. Frequentissimi tra i diversi espositori i nomi di Asger Jorn, Henri Matisse, Karel Appel e Jean Dubuffet, per citarne solo alcuni. Prezzi in chiaro poi per moltissimi espositori, come Willow Gallery di Londra o Van Wanroij di Dommelen e Douwes di Amsterdam, e diffusissima anche la presenza di opere su carta, per un collezionismo accessibile a una fascia più ampia di appassionati.

Da Matisse a Magritte, gli highlight di BRAFA a Bruxelles
Nei corridoi di BRAFA ci si può imbattere anche in un dipinto di Nicolas De Staël appartenuto ad Alain Delon, da Galerie Von Vertes di Zurigo, o in uno di René Magritte, Le Palais de Rideaux, alla Galerie de la Béraudière e già appartenuto a Marcello Mastroianni, che lo esponeva nella sua villa di Fregene. Da Repetto Gallery di Lugano a Giorgio De Chirico rispondeva Salvo, mentre Richard Saltoun di Londra e Roma ha scelto un affondo sulla produzione di opere tessili di artiste del Dopoguerra, con lavori di Jagoda Buić (1930-2022) ed Ewa Pachucka (1936-2020) tra le altre. Un gruppo scultoreo monumentale di Max Ernst, Corps enseignant pour une école de tueurs, 1967/2020 arrivava a €2.6 milioni, mentre Romigioli Antichità di Legnano, tra le new entry di BRAFA 2024, esponeva anche un set di posate in argento cesellato del Cinquecento provenienti da una residenza nobile romana e proposte nella regione di €90.000. Da Robertaebasta di Milano la coppia Concetto Spaziale Natura, 1967 di Lucio Fontana era in vendita a €240.000.
Ma queste sono solo alcune delle opere di questa BRAFA 2024, che, come sempre, punta su un’offerta quanto mai eterogenea attraverso 5.000 anni di storia della creatività e del saper fare artistico. Anche per stare vicino a una base di collezionisti particolarmente interessata e colta, sia nelle aree francofone che fiamminghe, particolarmente visionarie queste ultime e più pronte ad assumersi anche qualche rischio per assecondare passioni e ossessioni. Più in generale i collezionisti belgi godono a buon diritto di ottima reputazione nel sistema dell’arte: e come raffinati conoscitori d’arte, nelle sue accezioni più storicizzate così come lungo le traiettorie contemporanee, riservano storicamente un’attenzione particolare alla ricerca e allo studio, come parte integrante dei processi di acquisizione.
Cristina Masturzo
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