Le anticipazioni e i lotti più attesi alle aste di novembre 2023 a New York

È tutto pronto per le aste di Christie’s, Sotheby’s e Phillips che invaderanno la Grande Mela a partire dal 7 novembre. Capolavori indiscussi dell’arte moderna e contemporanea saranno protagonisti, da Lucio Fontana a Joan Mitchell

Le aste autunnali di New York si avvicinano e così, dopo le performance di Londra e Parigi, le major globali si apprestano dal prossimo 7 novembre 2023 ad offrire all’incanto cataloghi dall’impressionismo all’ultra-contemporaneo e capolavori a molti zeri sulla piazza più redditizia del globo: quella a stelle e strisce di New York. Le aspettative sono elevate, visto che le sessioni di vendita americane di novembre costituiscono l’ultimo importante appuntamento dell’anno per il mercato su scala globale, dunque un banco di prova per confermare, disattendere o sfatare previsioni finora scritte e formulate. Sul fronte del moderno ricorrono opere di Claude Monet così come, per il periodo Post-War, di Jean-Michel Basquiat e Joan Mitchell. 

I lotti più attesi alle aste di Christie’s a New York 

La prima a partire sarà Christie’s con 21st Century Evening Sale 20th Century Evening Sale, rispettivamente il 7 e il 9 novembre. Dal fronte contemporaneo top lot un capolavoro dell’ultima serie di Bacchus di Cy Twombly del 2004 Untitled (Bacchus 1st Version II), quotato 18-25 milioni di dollari. A seguire un museale lavoro giovanile datato 1981 di Jean-Michel Basquiat con stime da 10 milioni di dollari ed un magnifico lavoro calligrafico di Brice Marden,  Belle’s Turquoise  (2020/2021), da 8 milioni di dollari di stima bassa. A questi grandi nomi si affiancheranno Gerhard Richter, Keith Haring, Barkley Hendricks e Joan Mitchell con un Untitled del 1959 che parte con una stima di $25-35 milioni, una delle più alte per una artista donna dell’Espressionismo astratto e che potrebbe stabilire un nuovo record oltre l’attuale di 16,6 milioni.
Il 9 novembre, invece, fiore all’occhiello della selezione per l’arte del ventesimo secolo è un capolavoro riscoperto di Claude MonetLe bassin aux nympheas (1917 circa), dal 1972 nella stessa collezione e con una stima su richiesta che dovrebbe essere intorno ai 65 milioni di dollari. È invece nella regione dei 50 milioni di dollari quella di Figure in Movement (1976) di Francis Bacon. Altro pezzo forte è il trittico di Paul Cézanne proveniente dalla collezione di Sidney e Jenny Brown conservata al Museo Langmatt di Baden. Così come il primo dei 17 dipinti del ciclo L’empire des lumières di René Magritte, con una stima di $25 milioni.

Jean-Michel Basquiat, Self Portrait as a Heel (Part Two), 1982. Courtesy Sotheby's
Jean-Michel Basquiat, Self Portrait as a Heel (Part Two), 1982. Courtesy Sotheby’s

Il catalogo di Sotheby’s per New York 

Sotheby’s divide strategicamente le aste, iniziando l’8 e 9 novembre con la prestigiosa collezione Landau e passando il 13 novembre alla Modern Evening Auction e il 15 novembre ai segmenti The Now Evening Auction Contemporary Evening Auction.
Della collezione Landau si fa fatica a selezionare quale lotto sia davvero top, essendo tutti di altissimo profilo qualitativo. Sicuramente spicca un ritratto di Marie-Thérèse Walter di Pablo Picasso Femme à la montre (1932), con stima su richiesta, insieme a una pattuglia di established contemporary come Jasper Johns e una sua iconica Flags (1986) ed Ed Ruscha con Securing the Last Letter (Boss) del 1986, con quotazioni di 35-45 milioni di dollari. La selezione di arte moderna è capitanata da Peupliers au bord de l’Epte, temps couvert di Claude Monet con stima preasta a 30 milioni di dollari e proveniente da una collezione privata giapponese, seguito da La Patience di Balthus (1943-1946) dall’Art Institute of Chicago.
Alle sessioni del 15 novembre occhi puntati su Self Portrait as a Heel (Part Two) realizzato da Jean-Michel Basquiat nel 1982, che torna per la prima volta in asta dal 1999, quando da Christie’s New York fu venduto a $772,500. La stima ora è invece di $40-60 milioni e le dimensioni dell’opera sono simili al lotto che nel 2017 è stato il record da oltre $110 milioni di Sotheby’s. 
Attenzione anche alle artiste americane: Alice Neel, Georgia O’Keeffe e, soprattutto, Joan Mitchell con un’opera proveniente dalla collezione del gallerista John Cheim. A rappresentare l’Italia c’è Lucio Fontana, Concetto Spaziale, La fine di Dio con una stima di 18-22 milioni di dollari. Per l’arte contemporanea e ultra-contemporanea, invece, spiccano i nomi di Julie Mehretu, in una fase di grande attenzione grazie ai risultati recenti tra Londra, Hong Kong e Parigi, dove è stata top lot della vendita della collezione Titze, e Kerry James Marshall con Plunge (1992) a 9 milioni di dollari.

Joan Mitchell, Untitled, 1954. Courtesy Phillips
Joan Mitchell, Untitled, 1954. Courtesy Phillips

L’arte moderna, contemporanea e ultra-contemporanea da Phillips a New York 

Il 14 novembre è il turno di Phillips che sdoppia la serata in due tornate: la prima dedicata ai capolavori della Triton Collection Foundation, la seconda rivolta al segmento 20th Century & Contemporary Art.
Le opere della Triton Collection Foundation abbracciano un secolo di ricerca artistica, attraverso artisti e movimenti dalle avanguardie novecentesche al Post-War. Tra i top lot: Femme en corset lisant un livre (1914 circa) di Pablo Picasso con una stima 15-20 milioni di dollari, Fernard Léger con Le 14 juillet (1912-1913) e La bouteille de Bass (1911-1912) di Georges Braque, con una stima di $7-10 milioni, come Untitled (1954) di Joan Mitchell. Per l’Italia, un Achrome del ’59 di Piero Manzoni, a partire da 2 milioni di dollari, e Tête de jeune fille (Louise) di Amedeo Modigliani del 1915.
A seguire le spinte più contemporanee della 20th Century & Contemporary Art part II capitanata da un monumentale Abstraktes Bild (636) del 1987 di Gerhard Richter con stima su richiesta. Poi ancora, Baselitz, Condo e Schifano, presente con un’opera datata del 1960, Alto, stimata 500-700 mila dollari. Per rimanere sul fronte nostrano figurano anche Emilio Vedova e Lucio Fontana, mentre tra le artiste statunitensi rilevano Barbara Kruger e Helen Frankenthaler presente con Fire (1964) da 2 milioni di dollari.
Sul piatto ci sono moltissimi capolavori di peso, adesso la parola spetta ai collezionisti e alle loro offerte. 

Antonio Mirabelli

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Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli si è laureato in giurisprudenza presso la Luiss Guido Carli di Roma e nello stesso ateneo ha frequentato la Scuola di Specializzazione per un biennio. Avvocato e appassionato di arte, matura esperienza nel campo del Wealth management come…

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