We Are All Warriors: l’opera di Basquiat battuta da Christie’s a Hong kong per 35 milioni di euro

Warrior, capolavoro di Jean-Michel Basquiat, è stato battuto in asta da Christie's a 35 milioni di euro, diventando ’opera d’arte occidentale più costosa mai offerta in Asia.

Risultato non roboante per l’opera Warrior di Jean-Michel Basquiat, in asta a Hong Kong, che, stimata tra i HK$ 240.000.000 e i 320.000.000 (25,5-34 milioni di euro circa), ha raggiunto la cifra finale di HK$ 323,600,000, ovvero poco più di 35 milioni di euro. Nonostante il risultato, l’opera ha comunque battuto un record storico, diventando l’opera d’arte occidentale più costosa mai offerta in Asia. 

WARRIOR: CRONACA DI UN’OPERA DI ENORME IMPORTANZA

Warrior è un’opera realizzata nel 1982, il periodo più prolifico dell’artista statunitense. Lasciata alle spalle l’esperienza del graffitismo di SAMO, intrapresa con il suo compagno di scuola Al Diaz, Basquiat, nei primi anni ‘80, si lancia alla conquista di New York, ottenendo immediatamente successo. È il tempo della partecipazione alle grandi mostre collettive come la New York/New Wave presso il MoMA PS1 e Documenta 7 a Kassel, in Germania. Esperienze che fanno maturare velocemente il tratto stilistico di Basquiat, il quale combina nelle sue opere una miscela energica di graffitismo e pittura. Si accende un vivo interesse intorno a lui e viene visto da critici e galleristi come fonte di nuova vitalità artistica. Warrior misura 183×122 cm e fa parte di una serie di dipinti eseguiti su pannelli di legno. È un’opera dal forte impatto visivo, raffigurante un guerriero che imbraccia una spada pronto all’azione.  Un gigante fragile e crudo, ma incredibilmente reale nelle sue sproporzioni. L’opera vanta un notevole curriculum. Esibita per la prima volta nel 1983 presso la Akira Ikeda Gallery di Tokyo, è apparsa, nel corso degli anni, in svariati volumi dedicati all’artista ed in diverse mostre, tra le quali si ricorda quella tenutasi alla Brant Foundation Art Study Center di New York nel 2019.

L’INTERESSE DEL MERCATO ASIATICO

Proporre l’opera sul mercato asiatico è la strategia adottata da Christie’s per affermare, con più incisività, il peso dell’arte contemporanea americana ed europea in Oriente. Del resto, i risultati del 2020 delineano chiaramente l’interesse crescente dei collezionisti asiatici per questa produzione. Nonostante la pandemia e l’incertezza economica ad essa correlata, le vendite dell’anno passato hanno fatto registrare risultati ragguardevoli. Nell’asta ONE: A Global Sale of the 20th Century dello scorso luglio, Christie’s è riuscita a spuntarla sul mercato asiatico, con buone aggiudicazioni oltre le stime massime per opere di Gerhard Richter, George Condo e Nicholas Party. Stesso risultato si è avuto nell’asta 20th Century: Hong Kong to New York dello scorso dicembre, in cui le artiste americane Shara Hughes e Dana Schutz hanno raggiunto nuovi record. Altro indicatore da non sottovalutare è il precedente record registrato da Basquiat nell’asta di Sotheby’s New York del maggio 2017, dove ad aggiudicarsi un Untitled del 1982 per ben $ 110.487.500 è stato proprio un collezionista asiatico, Yusaku Maezawa, imprenditore giapponese e fondatore del sito di abbigliamento Zozotown. Bisogna attendere poco più di un mese per l’asta, nel frattempo le aspettative scaldano i motori di quello che potrebbe essere un evento da ricordare.

– Antonio Mirabelli

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*Articolo aggiornato il 23/03/2021

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Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli si è laureato in giurisprudenza presso la Luiss Guido Carli di Roma e nello stesso ateneo ha frequentato la Scuola di Specializzazione per un biennio. Avvocato e appassionato di arte, matura esperienza nel campo del Wealth management come…

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