AKAA compie 10 anni. Come si evolve la fiera francese dedicata all’arte contemporanea africana
La decima edizione della fiera parigina ospitata al Carreau du Temple durante l’Art Week autunnale sarà la più ambiziosa di sempre. Gli obiettivi e gli auspici del nuovo direttore artistico di AKAA, Sitor Senghor
AKAA è l’acronimo di Also Known As Africa, fiera d’arte e design nata su iniziativa di Victoria Mann nel 2016 per seguire e accendere i riflettori sugli artisti africani contemporanei e sulle vie molteplici della diaspora che dell’Africa li ha condotti nel mondo (con particolare attenzione al mercato francese).
AKAA: le fiera dedicata all’arte contemporanea africana. Modelli e traguardi
L’evento, che si svolge negli spazi del Carreau du Temple durante l’Art Week di Parigi, è diventato nel corso degli anni una tappa rilevante per appassionati, collezionisti e professionisti del mondo dell’arte, seguendo le orme della fiera londinese 1:54 (oggi presente anche a New York e Marrakech; a Londra la prossima edizione è in programma dal 16 al 19 ottobre), e a propria volta alimentando la nascita di altre manifestazioni fieristiche orientate a promuovere l’arte africana contemporanea, riflettendo la scena artistica dinamica e diversificata del continente africano (ultima a esordire, in ordine temporale, la fiera boutique Africa Basel, con la prima edizione a giugno 2025).
I dieci anni di AKAA. L’edizione 2025 secondo Sitor Senghor
E proprio per onorare il lavoro svolto sin qui, in occasione del suo decimo anniversario AKAA si presenterà al pubblico parigino con un’edizione speciale, in programma dal 24 al 26 ottobre 2025, sempre negli spazi del Carreau de Temple. A dirigere la fiera sarà, per la prima volta, Sitor Senghor, collezionista e curatore indipendente, fino al recente passato alla guida della galleria parigina Orbis pictus (e co-curatore, durante la Biennale d’Arte di Venezia 2024, del progetto Fantastic Republic Of Motherland). Nominato direttore artistico di AKAA all’inizio del 2025, Senghor – che vanta un bisnonno celebre: il poeta e filosofo Léopold Sédar Senghor, primo Presidente del Senegal –ha subito evidenziato la volontà di accrescere il prestigio e la visibilità della fiera, per contribuire alla stabilizzazione del mercato dell’arte africana in Francia, per alcuni versi ancora troppo legato al passato coloniale del Paese. Cominciando da una selezione più rigorosa delle gallerie invitate e delle opere presentate, senza per questo penalizzare gli artisti emergenti, ma privilegiando innanzitutto il talento e la qualità dei lavori. “L’Africa ha dato al mondo una visione, una voce, una memoria. Ha affidato ai suoi artisti, passati e presenti, la sacra missione di essere intercessori tra il visibile e l’invisibile, i morti e i vivi, l’origine e il futuro” sottolinea Senghor “Oggi più che mai, l’Africa risplende. La sua vita è nelle arti visive, nella musica, nella moda e nella gastronomia. È ispiratrice, spesso imitata, a volte distorta, troppo spesso saccheggiata, ma mai cancellata. Resiste e si rinnova, perché l’Africa non è nostalgia: è impulso creativo”. E su questo spirito di rinascita e di orgoglio ritrovato AKAA imposterà il suo nuovo inizio, concentrandosi sul gesto dell’artista per la sua capacità di “plasmare il mondo, non come padrone, ma come servitore della bellezza”.
AKAA 2025. L’edizione dell’orgoglio ritrovato e della qualità
AKAA 2025, dunque, manterrà la dimensione contenuta che ha preservato negli anni – una trentina le gallerie presenti, tra conferme e nuove giovani realtà, e un’ottantina di artisti rappresentati – e lo sguardo fresco e aperto alla diversità culturale mirato a favorire creare dialoghi fra culture e a mettere in risalto le nuove tendenze e le voci più innovative della scena artistica africana. Ma con l’intenzione in più di proporsi come “un viaggio, una ricerca, un invito. Cammineremo sulle orme di artisti visionari, coloro che hanno capito che l’arte è un atto di libertà, una resistenza attraverso la bellezza, una celebrazione della vita”, chiosa Senghor. L’obiettivo primario, però, è quello di centrare l’evento sulla sostenibilità economica, di chi organizza e di chi partecipa, com’è necessario che sia per una fiera: “Le gallerie devono riuscire a vendere”. Per questo, partendo dalla solida piattaforma culturale costruita negli ultimi anni, il nuovo team di lavoro costituito per l’occasione infonderà nuova energia ad AKAA, a partire dal comitato di selezione delle gallerie: il collezionista senegalese Mamadou-Abou Sarr, la consulente d’arte francese Eve Therond e il regista nigeriano Andy Amadi Okoroafor. Senghor curerà personalmente due sezioni all’interno della fiera: una dedicata alla ceramica africana contemporanea; l’altra alle opere di artisti affermati rappresentati da gallerie che non partecipano ad AKAA perché già presenti a 1:54 o Art Basel. Con il tema “Material”, l’edizione 2025 punta sulla dimensione materica dell’arte.
Livia Montagnoli
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