A Mantova il museo è aperto e accessibile. Intervista all’esperta di welfare culturale
Trasformare il museo in un ecosistema educativo e relazionale, questo un obiettivo del progetto di didattica museale “Museo Officina" che, a Palazzo Te, sta dando ottimi risultati; ne abbiamo parlato con la curatrice Melania Longo, esperta di welfare culturale...

La didattica museale è ormai un elemento che si sta rivelando imprescindibile nelle realtà museali italiane. I progetti e gli educatori che li attivano rappresentano un motore essenziale per coinvolgere il pubblico anche meno preparato e appassionarlo alla visita, rendendo i musei luoghi aperti e davvero accessibili a tutti. Così riprendiamo la nostra indagine alla scoperta della didattica museale italiana, con un focus su Mantova, dove è in corso un progetto che sta dando ottimi risultati.
S’ispira al modello “Lifelong Museum Learning” e alla definizione ICOM 2022, il progetto Museo Officina che a Mantova identifica il museo come uno spazio di rilevanza culturale e sociale: accessibile, co-progettato, capace di generare dibattito pubblico e riflessione sui grandi temi della collettività. Ne abbiamo parlato con Melania Longo, la curatrice del progetto a Palazzo Te, dove sono in corso anche altri programmi di welfare culturale: Nati al museo, Museo Officina e Museo Plurale
Intervista a Melania Longo curatrice del progetto “Museo Officina a Palazzo Te di Mantova
Come definiresti il progetto “Museo Officina” e qual è il suo obiettivo principale?
Museo Officina è un laboratorio partecipativo che mette in relazione museo e comunità. L’obiettivo è fare del museo un ecosistema educativo e relazionale, capace di accogliere la pluralità di identità che lo abitano.

Qual è il percorso professionale che ti ha portato a lavorare a Palazzo Te di Mantova nell’ambito dell’educazione artistica e museale?
Dopo la laurea in Conservazione all’Università del Salento e la specializzazione in Servizi Educativi per i musei e il patrimonio culturale all’Università Cattolica di Milano, mi sono dedicata all’accessibilità nei musei con particolare attenzione al coinvolgimento dei pubblici attraverso il design e la narrazione per il patrimonio culturale. Dopo collaborazioni con istituzioni come Palazzo Grassi, GAMeC, Palazzo Merulana e Museo Mare Memoria Viva, sono approdata a Mantova dove sono curatrice di Museo Officina e collaboro con i progetti di welfare culturale Nati al museo e Museo Plurale. Inoltre, insegno semiotica dell’immagine e scrittura creativa all’Istituto di Design Palladio di Verona.
Le attività si sono focalizzate sugli affreschi della Camera di Amore e Psiche: quale la metodologia scelta e su quale target di partecipanti?
Da novembre 2024 ad aprile 2025 un gruppo eterogeneo di adulti con background nell’educazione, arte e cura, hanno partecipato a sessioni di studio, riflessione e co-progettazione con un obiettivo preciso: costruire un nuovo percorso di interpretazione della Camera di Amore e Psiche. Ne è nata Psiche sei Te, una “guida” partecipativa bilingue, presentata lo scorso maggio, in occasione della Giornata Internazionale dei Musei.
Quali sono le caratteristiche di “Psiche sei Te”?
Testi chiari e ad alta leggibilità, didascalie dialogiche e narrazioni aperte, invece di interpretazioni univoche e mere nozioni, per favorire uno sguardo nuovo sulle storie dell’arte e delle persone che al museo si incontrano e coesistono.



Una riflessione sui risultati di questa prima edizione e qualche anticipazione sulla prossima?
La sperimentazione con i pubblici del museo vede coinvolte persone che hanno dai 4 ai 70 anni e tutti rispondono con sorpresa, apertura ed entusiasmo. Attraverso i questionari ex post si registra come le didascalie dialogiche, agevolando la lettura delle immagini affrescate, siano all’origine di un ritrovato benessere nelle sale del museo. Nei prossimi mesi il progetto proseguirà attorno alla video installazione All That Changes You di Isaac Julien, a Palazzo Te dal 4 ottobre al 1° febbraio 2026, per poi focalizzarsi sull’interpretazione del Giardino Segreto. Gli incontri saranno facilitati da chi scrive e da Simone Rega, storico dell’arte e referente del settore welfare di Palazzo Te.
Annalisa Trasatti
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