L’arte contemporanea in Kirghizistan: la storia di Б’Art Contemporary

Cosa succede in zone del mondo meno battute dal sistema dell’arte ufficiale? Per capirlo siamo andati fino in Asia Centrale e abbiamo intervistato il fondatore di una delle prime realtà del contemporaneo in Kirghizizstan

È la più importante istituzione artistica del Kirghizistan, fondata e diretta con passione da Shaarbek Amanku, artista sognatore e pioniere dell’arte contemporanea nazionale. In quest’intervista racconta la sua avventura in un contesto non semplice come l’Asia Centrale.

Shaarbek Amankul, artista, fondatore e direttore di Б'Art Contemporary. Courtesy Б'Art Contemporary

Shaarbek Amankul, artista, fondatore e direttore di Б’Art Contemporary. Courtesy Б’Art Contemporary

Come nasce Б’Art Contemporary e perché? È un progetto interamente privato o gode anche di fondi pubblici?
Ho fondato Б’Art Contemporary nel 2007, ed è stata fra le prime istituzioni di arte contemporanea senza scopo di lucro in Kirghizistan. L’ho fortemente voluto come alternativa alla visione e all’approccio tradizionali all’arte, per una mia urgenza interiore, per dare vita a una pratica in cui gli artisti e i membri delle comunità fossero gli attori principali. Poiché io stesso sono un artista, c’era il rischio che il coinvolgimento di più persone potesse ostacolare la mia creatività, ma ho comunque voluto provare. Inoltre, la mia generazione è stata la prima a dedicarsi all’arte contemporanea in Asia centrale dopo aver ottenuto l’indipendenza da Mosca, e la precaria condizione degli artisti kirghisi mi ha spinto a dare il mio contributo. Di conseguenza, Б’Art Contemporary ha iniziato facilitare il dialogo critico fra le comunità dell’Asia centrale e il mondo dell’arte su questioni ambientali, sociali, politiche, economiche e culturali. Б’Art Contemporary non ha mai ricevuto alcun sostegno istituzionale. Riceve invece donazioni da fondazioni, privati cittadini e comunità locali; inoltre, si finanzia proponendo progetti artistici a fondazioni e musei.

Lei è anche il fondatore del Bishkek Art Center. Cosa può dirci di questa avventura?
È stato il primo progetto strategico di Б’Art Contemporary, durato purtroppo soltanto cinque anni. Dal 2007 il Centro ha organizzato circa 50 mostre personali e collettive locali e internazionali, seminari, conferenze, progetti di scambio, spettacoli e corsi di perfezionamento, fungendo anche da punto d’incontro per artisti e appassionati d’arte, sia locali che internazionali. La sede principale era all’interno un’ex fabbrica sovietica che ospitava circa 50 studi di artisti di Bishkek. L’Unione degli Artisti del Kirghizistan, in qualità di partner, mise a disposizione la sua grande sala espositiva per le attività del BAC. Poi, nel 2011, il consiglio dell’Unione degli Artisti del Kirghizistan ha deciso di convertire la grande sala espositiva a usi commerciali, e il Centro ha dovuto chiudere. Ma è stato assurdo, perché in città c’è carenza di spazi espositivi, per cui un gran numero di artisti non ha l’opportunità di mostrare il proprio lavoro al grande pubblico.

Il cortile interno di Б'Art Contemporary. Courtesy Б'Art Contemporary

Il cortile interno di Б’Art Contemporary. Courtesy Б’Art Contemporary

Cosa fa il governo kirghiso per sostenere lo sviluppo dell’arte contemporanea?
Non ho mai sentito che il nostro governo abbia mai sostenuto l’arte contemporanea; a questa possibilità, non crediamo più. Ad oggi, il Paese non ha né un museo d’arte contemporanea, né una galleria professionale, né un curatore o critico d’arte professionista, né collezionisti né un vero mercato dell’arte. E paradossalmente, l’anno scorso, con disappunto della comunità artistica locale, il Ministero della Cultura ha sostenuto un artista straniero per rappresentare il Paese in quello che è stato primo padiglione del Kirghizistan alla Biennale di Venezia.

Come funziona il progetto Nomadic Art Camp?
Ho iniziato una serie di progetti itineranti in Kirghizistan nel 2011 per continuare la mia pratica artistica e la mia ricerca culturale. Questa serie si intitola appunto Nomadic Art Camp e continua ancora oggi, aprendosi alla comunità artistica internazionale e sollevando le questioni politiche, sociali, ecologiche e culturali più importanti di questo nuovissimo XXI Secolo. Sin dall’inizio, il progetto riunisce artisti, curatori, ricercatori ed educatori di vari Paesi per due o tre settimane per confrontarsi in particolare con la cultura consumistica di massa e il suo impatto sulla vita nomade sulle comunità montane kirghise. La peculiarità è che i partecipanti seguono il tradizionale stile di vita nomade dei kirghisi sulle rive dei laghi di montagna ai piedi del Tien Shan, da usare fonte di ispirazione per pratiche artistiche concettuali contemporanee e rilevanti; il Nomadic Art Camp si svolge sotto forma di simposi, workshop e mostre, per spiegare il nomadismo nel mondo moderno, inteso come manifestazione politica, artistica, filosofica e poetica. I partecipanti incontrano i nomadi kirghisi e si confrontano con loro, conoscono le tradizioni, vivono nelle yurte, visitano luoghi e siti naturali, sviluppano progetti artistici collettivi e individuali. Pur essendo una pratica quotidiana in Kirghizistan, questo stile di vita è considerato illegale in molti Paesi europei. Come ha affermato uno dei partecipanti al progetto: “È molto bello, un meraviglioso equilibrio tra natura e vita umana. È stata un’esperienza meravigliosa vedere pastori nomadi che trattano l’ambiente con rispetto e amore”.

Come vede l’arte contemporanea del Kirghizistan? Ci sono alcuni temi cui gli artisti sono particolarmente sensibili?
In Kirghizistan, i cambiamenti climatici, le ripercussioni sociali ed economiche del vuoto creato dalla fine dell’Unione Sovietica, hanno a loro volta prodotto esempi tangibili di collasso ecologico e ingiustizie sociali. Il cambio di rotta inizia storicamente con la cultura, e questi problemi si riflettono sempre più nell’arte contemporanea e nei movimenti culturali come il progetto Nomadic Art Camp. Nei miei progetti, gli artisti affrontano una varietà di argomenti: la diversità bioculturale, il patrimonio, l’inquinamento ambientale, la scarsità d’acqua, l’influenza delle donne nelle comunità tribali nomadi, il rischio estinzione di animali rari, le relazioni umane con la natura, le relazioni sociali di genere, l’identità, conflitti etnici e religiosi, corruzione, migrazione, urbanizzazione, globalismo, cambiamento climatico. Molti giovani artisti hanno anche un’istruzione nel campo della sociologia, politica, medicina, management, ecc. Femminismo, attivismo e diritti umani sono diventati popolari tra i giovani.

Quanto sono importanti le tradizioni antiche per gli artisti kirghisi?
Per alcuni artisti, me compreso, le tradizioni antiche sono molto importanti; possono servire come base per il dialogo tra le culture perché, nonostante le differenze culturali, religiose e sociali, la natura è il punto di partenza per le persone di tutto il mondo e l’elemento principale della tradizione. A suo modo, il Nomadic Art Camp è il primo e unico progetto a lungo termine in Asia Centrale che combina la tradizione nomade con la vita moderna e l’arte contemporanea. Ciò è particolarmente importante in una regione in cui l’arte contemporanea è stata trascurata e i conflitti sociali ed etnici hanno prevalso per lungo tempo. Promuove l’arte come bussola per trasformare la società in una comunità pacifica e per salvare il nostro ambiente naturale, la diversità culturale e il patrimonio come risorsa vitale per tutti, privilegiando aree d’indagine alternative al capitalismo, quali l’immaginario nomade, lo sciamanesimo, antichi rituali. Inoltre, Nomadic Art Camp si considera parte di un discorso più ampio, globale e interculturale alla ricerca di culture – in particolare locali e antiche – che incarnano un insieme di valori, orientamenti ed epistemologie che producono sistemi sociali che sono equilibrati, resilienti e sostenibili.

Montaggio di una yurta per il Nomadic Art Camp. Courtesy Б'Art Contemporary

Montaggio di una yurta per il Nomadic Art Camp. Courtesy Б’Art Contemporary

Б’Art Contemporary è anche coinvolta in molti progetti sociali: quali sono i più importanti?
Attraverso tali progetti, Б’Art mira a supportare la prossima generazione nel suo cammino verso la creazione di un futuro sostenibile, incentrato sull’interazione fra classi e generazioni. Una delle attività più importanti di Б’Art è quella con i bambini: Б’Art riconosce il significato dell’infanzia come momento critico nella vita per sviluppare una visione critica del mondo; molti dei bambini con cui lavoriamo provengono da orfanotrofi o collegi e cerchiamo di offrire loro opportunità di conoscere l’arte.
Altri progetti itineranti coinvolgono le comunità più periferiche, con lo scopo portare l’arte anche fra questi gruppi minoritari o emarginati. Tra i temi importanti e rilevanti per il Kirghizistan multietnico c’è la diffusione dell’idea di tolleranza nelle relazioni interetniche tra i vari gruppi della popolazione. Abbiamo anche toccato questioni come la bassa qualità della vita, la disoccupazione, l’instabilità socio-economica, lo spopolamento rurale, la criminalità, il lavoro minorile e il traffico di esseri umani, che portano direttamente o indirettamente a migrazioni diffuse.

Come interagisce il pubblico? Dimostra interesse per l’arte contemporanea?
Certamente. Le persone, soprattutto i giovani, hanno un interesse per l’arte contemporanea. Б’Art Contemporary crea e sviluppa sempre i suoi progetti in modo che ci sia un’interazione con la comunità locale, attirando persone di età diverse e i bambini. Questi progetti artistici e altre attività comunitarie aiutano a far nascere incontri e dialoghi in modi spesso inattesi. Б’Art cerca di creare condizioni favorevoli per interazioni fruttuose fra donne e uomini di tutto il mondo, nel nome della cooperazione in pratiche artistiche contemporanee. È molto importante che ogni fase dello sviluppo sia basata non solo sull’autocoscienza individuale, ma anche sul trasferimento di conoscenze alla giovane comunità artistica.

Un workshop durante il Nomadic Art Camp. Courtesy Б'Art Contemporary

Un workshop durante il Nomadic Art Camp. Courtesy Б’Art Contemporary

Il sogno nel cassetto?
Б’Art Contemporary ha un ampio archivio documentario e una collezione multimediale dalla fine degli anni ’90 sugli artisti kirghisi che hanno partecipato ai miei progetti per creare una scena contemporanea. Vorrei u giorno donare l’intero archivio Б’Art a quell’istituzione che possa essere interessata alla ricerca sull’arte contemporanea dell’Asia centrale e alla sua conservazione, in modo che le persone di tutto il mondo possano saperne di più sul periodo di formazione della scena kirghisa.

Niccolò Lucarelli

http://bishkekart.kg/

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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