William Xerra – La pratica del vivere
Un’antologica dedicata a William Xerra, indiscusso protagonista, dai primi anni sessanta ad oggi, dello scenario artistico nazionale ed internazionale.
Comunicato stampa
Dal 25 novembre al 21 dicembre 2013 l’ Assessorato alla Cultura del Comune di Castelletto Sopra Ticino (NO) presenta la mostra “La pratica del vivere”, un’antologica dedicata a William Xerra, indiscusso protagonista, dai primi anni sessanta ad oggi, dello scenario artistico nazionale ed internazionale. La mostra curata da Cristina Moregola propone una selezione di alcune tra le più importanti opere pittoriche eseguite da Xerra tra gli anni Settanta e gli anni Novanta accostate ad una serie di carte realizzate tra il 2010 e il 2013.
L’artista, nato a Firenze nel 1937 ma trasferitosi fin dalla prima infanzia a Piacenza, inizia a dipingere nell'adolescenza ed espone già nel 1952 al Circolo della Borsa della città di adozione. Frequenta l'Istituto d'Arte Gazzola di Piacenza, poi il Liceo Artistico e l'Accademia di Brera a Milano. Negli anni dell’esordio la pittura di Xerra si svolge nell'ambito delle poetiche del segno e della materie proprie dell’informale e prosegue inoltrandosi per tutti gli anni ’60 nei territori della pop art con opere cariche di ironia dissacrante e nelle quali appare la parola scritta che avrà un ruolo fondamentale in tutta la sua produzione successiva. Sono questi gli anni in cui Xerra, attraverso la lunga amicizia con Corrado Costa, Adriano Spatola, Sebastiano Vassalli, Antonio Porta, Emilio Villa, Giorgio Celli, Ferdinando Albertazzi e la sua frequentazione di altri poeti e scrittori del Gruppo 63, si appassiona alla poesia visiva, concreta e sonora.
Risale invece al 1970 l’incontro con Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme, con il quale Xerra stringerà un profondo legame di amicizia e di intesa intellettuale.
A partire dal 1972 la ricerca di Xerra si concentra sui significati testuali del segno pittorico e viene introdotto nelle opere il logo tipografico Vive, un’ indicazione tecnica usata in tipografia per salvare una parte di testo da non cancellare, che porterà la produzione di Xerra a collocarsi a metà strada tra ricerca letteraria e pratica pittorica.
La nuova mostra di Castelletto Sopra Ticino vuole proporsi come un’antologica costruita intorno ad una serie di carte intitolate Dialoghi assenti realizzate da William Xerra negli ultimi tre anni. Antiche cartine geografiche, vecchi spartiti musicali, pagine di libri dimenticati tornano a nuova vita nelle mani dell’artista, il quale attraverso tagli e intarsi di altre immagini si muove alla ricerca di un confronto fra passato e presente. A partire da questo importante nucleo di lavori recenti il percorso della mostra si rivolge a mettere in luce attraverso opere pittoriche distanti negli anni, la continuità che fin dagli esordi ha alimentato tutta la produzione artistica di Xerra. Dalla serie dei Vive si passa alle opere in cui compare la scritta Io mento, diretta espressione del Manifesto firmato nel 2002, per poi attraversare gli ampi territori delle opere intitolate Idea di luogo del 1977 e confrontarsi con la produzione dei Telai interinali del 1975.
Con l’intenzione di creare un circuito fra luoghi che conservano il sapere e luoghi che conservano la memoria del passato storico della località collocata sulle rive del fiume Ticino, il progetto della mostra ha previsto due spazi espositivi: i Dialoghi assenti e la serie del Vive, Io mento e Idea di Luogo troveranno posto nella Sala Polivalente adiacente alla Biblioteca mentre i Telai Interinali saranno ospitati nella Sala degli Stemmi del Castello Visconteo di Castelletto Sopra Ticino, gentilmente messa a disposizione, in considerazione dell’importanza dell’evento, dai proprietari del Castello.
Le opere qui allestite, diventeranno parte integrante di uno spazio storico rimasto inalterato nel tempo instaurando contestualmente un dialogo fra arte, storia e architettura.
BIOGRAFIA WILLIAM XERRA
William Xerra nasce a Firenze nel 1937 e fin dalla prima infanzia è a Piacenza, dove la famiglia si è trasferita. Inizia a dipingere nell'adolescenza ed espone già nel 1952 al Circolo della Borsa della città di adozione. Frequenta l'Istituto d'Arte Gazzola di Piacenza, poi il Liceo Artistico e l'Accademia di Brera a Milano. Nei primi anni sessanta la pittura di Xerra si svolge nell'ambito delle poetiche del segno e della materia proprie dell'informale.
Nella seconda metà del decennio l'artista s'inoltra nei territori della pop art con opere intrise di ironia dissacrante e nelle quali appare la parola scritta che avrà un ruolo così importante in tutta la sua produzione successiva. Sono del resto gli anni in cui Xerra, attraverso la lunga amicizia con Corrado Costa, Adriano Spatola, Sebastiano Vassalli, Antonio Porta, Emilio Villa e la sua frequentazione di altri poeti e scrittori del Gruppo 63, si appassiona alla poesia visiva, concreta e sonora. A questo proposito sono significative le sue partecipazioni alle due edizioni, nel 1967 e nel 1968, di Parole sui muri a Fiumalbo in provincia di Modena. Questo interesse ha come esito un'intensa attività editoriale che è continuata fino ad oggi; non a caso, alcuni dei cataloghi di mostre di Xerra sono stati da lui concepiti come libri-oggetto a tiratura limitata. È inoltre tra i fondatori della rivista Ant ed, bimestrale di poesia e scienze affini, e collabora ad Antologia Geiger, promossa da Adriano Spatola. Verso la fine degli anni sessanta tiene una corrispondenza con importanti poeti concreti e visivi sudamericani, tra i quali Edgardo Antonio Vigo, e partecipa ad esposizioni collettive, fra le quali una a Buenos Aires al Museo de Bellas Artes e una a Montevideo alla Galeria U.
Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio del decennio successivo, l'interesse prevalente di Xerra è volto all'indagine dello spazio, visto in particolare nel suo rapporto con l'uomo. In questo ambito realizza un Labirinto, ambiente percorribile costruito sulla base di moduli ripetibili in acciaio speculare, che viene esposto la prima volta nel 1970 a Milano nella Galleria Diagramma Arte Contemporanea di Luciano Inga Pin, occasione in cui conosce Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme. Con Restany sviluppa un sodalizio intellettuale che dura fino alla sua scomparsa nel maggio 2003. Successivamente il Labirinto viene esposto alla Galleria Duemila di Bologna e alla Galleria 1+1 di Padova. Questo tipo di indagine prosegue con le Buste riflettenti del 1971 esposte due anni dopo nella personale al Centro 2B di Bergamo.
Il 1972 resta un anno particolarmente significativo nel percorso di Xerra: interviene sulle Lapidi dismesse, sostituendo le foto dei defunti con uno specchio; realizza inoltre, insieme al poeta Corrado Costa tre Poemi-flipper: Laocoonte, Lampone, Lavare, presentati da Emilio Villa. Al posto dei consueti bersagli colpiti dalla pallina vengono collocate parole. I Poemi-flipper vengono esposti in due mostre personali, nel 1972 a Milano allo Studio Santandrea e nel 1973 alla Galleria Mana di Roma.
Sempre nel 1972 compare nelle sue opere il termine VIVE che accompagnerà, anche se a fasi alterne, il suo lavoro degli anni successivi. Questo termine si sovrappone a immagini, parole, frammenti. “Xerra cancella sezioni della realtà e pone in rilievo aspetti marginali, dunque recupera una sezione del mondo che è cancellata, che è rimossa”, (A.C. Quintavalle, Vive, ed. Geiger 1976, dalla presentazione della personale allo Studio Santandrea a Milano nel 1976).
Nel 1986 Federico Zeri scriverà: “...Il suo “Vive” del 1972 resta per me un risultato di eccezionale forza, e di inesauribile suggestione.”
Da allora l'artista comincia a inoltrarsi nel territorio delle performances, fra le quali la più significativa è, nel 1973, Verifica del Miracolo a San Damiano di Piacenza. Le presunte apparizioni della Madonna delle Rose vengono filmate, fotografate e successivamente esposte in una serie di mostre, tra le quali Documentazione verifica del miracolo, presso la galleria 2000 di Bologna. Inoltre, nel 1974, Xerra realizza alcuni ritratti di amici poeti e critici colti sull'albero delle apparizioni, esposti, insieme alla documentazione, a Milano alla Galleria dei Bibliofili nel 1975.
Inizia per Xerra un'intensa attività espositiva, a partire dall'esposizione delle Tele interinali presentate allo Studio Santandrea nel 1976 con un testo di Carlo Arturo Quintavalle.
Il titolo della mostra allude al nuovo tipo di telaio, usato abitualmente dai rintelatori, che Xerra adotterà a lungo per accogliere e valorizzare frammenti di antichi dipinti. In questi anni, tuttavia, l'attività dell'artista non resta confinata alla sola pittura: presenta video e realizza il Dolmen, monumento ai caduti della Resistenza commissionatogli dal Comune di Piacenza nel 1976.
Fra le mostre di questi anni ricordiamo IV Internationational Open Encounter on Video, al CAYAC di Buenos Aires nel 1975; nello stesso anno partecipa a Visuele Poëzie, presso il Rijkmuseum Vincent Van Gogh di Amsterdam e ad Internationale Visuele Poëzie, Centrum T Hoogt di Utrecht.
Nel 1976, a Pavia, nell'Aula Magna del Collegio Cairoli, Xerra realizza l'azione-spettacolo Contiamo i minuti.
Nel 1977 si tengono la personale alla Galleria di Porta Ticinese a Milano e la collettiva Forme della scrittura alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna.
Nel 1978 ricordiamo la personale al Mercato del Sale a Milano e le rassegne Metafisica del quotidiano Galleria d'Arte Moderna di Bologna e Venerezia-Revenice a Palazzo Grassi a Venezia.
Contemporaneamente prosegue l'attività performativa: in particolare, nel 1979, l'artista dedica una performance al percorso rituale nei Sassi di Matera.
Sempre nel 1979 a Matera, Xerra realizza una serie di fotografie elaborate che espone nella mostra Le parole e le immagini alla Rotonda della Besana di Milano.
L'impegno nella pittura, che contrassegna tutto il decennio degli anni ottanta, con l'adozione di partizioni spaziali, di proiezioni ortogonali che paiono un'eco delle sue prime esperienze di indagine spaziale, non impedisce tuttavia a Xerra di continuare ad utilizzare la scrittura come elemento fondamentale della sua ricerca.
Nel 1981 partecipa a Linea della ricerca artistica in Italia 1960/80 al Palazzo delle Esposizioni a Roma; sempre a Roma, nel 1982, esegue una performance sonora dal titolo Il taglio del nastro – memorie acustiche trasmessa in una puntata del programma della Rai Fonosfera.
Nel 1983 partecipa al XIII Festival Sant’Arcangelo di Romagna con un'azione-spettacolo.
Con il ciclo di dipinti Malinconia, eseguito fra il 1982 e il 1984, lo sguardo dell'artista si colloca fuori da un tempo e da uno spazio predeterminati, recuperando l'immediatezza del dipingere.
Xerra si misura anche con particolari composizioni poetiche partecipando a due edizioni della rassegna Milanopoesia, quelle del 1985 e del 1990.
Nel 1985 Gillo Dorfles cura la monografia Xerra, “ellera errare strale” per la Nuova Prearo Editore di Milano.
Nel 1987 viene invitato da Filiberto Menna alla mostra itinerante Pittura-scrittura-pittura con, tra gli altri, Giuseppe Capogrossi, Cy Twombly, Gastone Novelli.
Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta Xerra lavora ad alcune importanti committenze: a Gedda, in Arabia Saudita, affresca le stanze della dimora di uno sceicco e ad Ascoli Piceno dipinge i soffiti di una villa patrizia. Nascono in questa occasione i motivi geometrici, le greche ornamentali e frammenti poetici da Cecco d'Ascoli che compariranno anche nei dipinti successivi.
Nel 1988 è invitato alla rassegna internazionale Olympiad of art presso il Museo Internazionale d'arte di Seul. Nel 1990 Filiberto Menna presenta Xerra Le parole della pittura nella personale alla Galleria Mazzocchi di Parma.
Nel 1991 partecipa alle collettive Homage to Ezra Pound al Museo d'Arte Contemporanea di Bolzano e The Artist and the Book Twentieth-century Italy presso il MoMA di New York.
Sempre nel 1991 Xerra si cimenta in un nuovo campo, il design, progettando oggetti di uso comune e per l'arredamento, esposti al Centro Domus a Milano in occasione della mostra Oggetti d'uso e d'incanto, curata da Pierre Restany, che nel catalogo scrive: “Attraverso diverse esperienze stilistiche, Xerra ha dimostrato di essere capace di usare, senza pretese inutili e senza una spettacolarità gratuita, della piena possibilità, della piena virtualità dell'azzardo, considerato come il punto chiave della comunicazione.”.
Nel l992 si trasferisce da Piacenza a Ziano, sulle colline della Val Tidone, in un'antica dimora del centro storico che diventa la sua casa-studio.
Nello stesso anno esce, a cura di Claudio Cerritelli, il libro Xerra nella collezione della Banca Commerciale Italiana di Milano.
Nel 1993 è presente alla XLV Biennale di Venezia, nella sala di Emilio Villa, con il Poema-flipper Laocoonte.
Tra il 1993 e il 1994 un'esposizione particolare di opere di piccolo formato dal titolo Morso dal suono viene presentata a Los Angeles, Pasadena, Parigi e Parma.
Nel 1994 è anche ad Ankara con una raccolta di disegni all'Istituto Italiano di Cultura.
Nel 1995 esce un'importante monografia, William Xerra. La soglia del visibile, a cura di Aldo Tagliaferri, per le edizioni Mazzotta di Milano, in vista della personale monografica dell'anno seguente alla Galleria Bianca Pilat a Milano, e Vincenzo Accame pubblica per le edizioni Spirali La pratica del falso, dove l'immagine di copertina è di Xerra: Cristo morto del Mantegna, copia eseguita nel 1988 per la mostra Museo dei musei a Palazzo Strozzi a Firenze. Accame scrive di Xerra: “Non è un falsario né un copista di professione, ma soltanto un artista che conosce il suo mestiere, come anche molti altri dovrebbero prima di presumere di saper fare arte.”
Nello stesso anno è a Parigi alla Galerie Lara Vincy in Ailleurs.
Nel 1996 è a Chicago, all'Istituto Italiano di Cultura, con la personale Fragments in time, a cura di Paul Vangelisti.
Nello stesso anno il Comune di Padova gli dedica una personale, Xerra - Frammenti nel tempo, nella Galleria dell'Ex Macello.
Sempre a Padova un'altra personale, La metà del cuore, alla Galleria Adelphi.
Nel 1997 presenta con il poeta Paul Vangelisti, alla Galleria Mazzocchi di Parma, le opere Luci e colori d'Italia ed il libro omonimo edito da Corraini – Mantova.
Sempre nel 1997 A.C. Quintavalle cura la personale Xerra. Materiali per racconti possibili. Sebastiano Ricci, i Farnese e altro - Studi per Clemente VII, alla Pinacoteca di Palazzo Farnese a Piacenza.
Nel 1998 è presente in Poesia Totale a Palazzo della Ragione, Musei Civici di Mantova.
Nel 1999 alla Galleria d'Arte Moderna di Torino partecipa alla rassegna Il libro d'artista in Italia.
Inoltre realizza un importante ciclo pittorico sulla Via Crucis: le quattordici interpretazioni sono affiancate a tavole di un pittore anonimo del '700 piemontese. L'opera verrà presentata l'anno successivo in chiese di Piacenza, Parma, Vicenza.
Sempre nel 1999 partecipa a Il rosso e il nero, alle Scuderie della Pilotta a Parma.
Nel 2001 ricordiamo le personali alla Galleria Vismara a Milano, a cura di Sandro Parmiggiani, e l'antologica alla GAMEC di Gallarate a cura di Marco Senaldi.
Inoltre, nello stesso anno, Padre Andrea Dall'Asta e Francesco Tedeschi sono i curatori de Il mistero della passione, personale alla Galleria San Fedele a Milano.
Nel 2002 presenta, alla Fondazione Mudima a Milano, il manifesto IO MENTO, letto da Pierre Restany. Il manifesto è stato poi discusso nel mese di settembre 2002 a Piacenza, in un convegno nazionale presso l'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, al quale parteciparono Andrea Borsari, Andrea Bortolon, Antonio Calbi, Giorgio Celli, Giulio Ciavoliello, Gillo Dorfles, Eugenio Gazzola, Loredana Parmesani, Pier Aldo Rovatti, Aldo Tagliaferri.
Nel 2003 Xerra è a Buenos Aires con una personale al Centro Culturale Recoleta, con una rivisitazione della Via Crucis a cura di Giorgio Guglielmino.
Nello stesso anno Lucia Miodini presenta l'antologica di Xerra alle Scuderie della Pilotta a Parma, e Rachele Ferrario e Lorella Giudici organizzano alla Permanente di Milano Nella Materia, dove Xerra è presente con la lapide vive/mento del 1972-2001. Inoltre, nel mese di dicembre, organizza la complessa e suggestiva installazione senza sapere, dedicata alla Natività, nel cantiere dell'Ex Macello di Piacenza, con una testimonianza di Pierangelo Sequeri.
Un'altra personale, Salire il Golgota, nel 2004, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia a cura di Remo Bodei e Sandro Parmiggiani.
Nel 2005 personale nella Chapelle Saint Jean Baptiste a Saint Jeannet di Nizza.
Fra le più significative personali e collettive del 2006 ricordiamo:
Personale Il segno dell'imperfezione a cura di Eugenio Gazzola, al Parma Poesia Festival.
Personale dedicata ad Attilio Bertolucci Cartoline illustrate, presso la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Parma, a cura di Ivo Iori.
Collettiva Dedicata, Donata, Consegnata, ad Aosta a cura di Andrea Del Guercio
Collettiva internazionale Primo Piano al Museo Pecci a Prato.
XII Biennale d'Arte Sacra a San Gabriele di Teramo.
X Biennale di Architettura di Venezia La città nuova. Invito a Vema per il progetto di Massimo Ferrari e Tomaso Monestiroli.
Nel 2007 personale Io mento, mostra virtuale su Second Life, Galleria Babele Arte a Itland.
Nello stesso anno personale Mento a quest'ora presso la Galleria Derbylius a Milano a cura di Roberto Borghi.
Nel 2007-2008 partecipa a La parola nell’arte del Novecento al Mart di Rovereto.
Nel 2008 Xerra è a Los Angeles, UCLA per una performance Omaggio ad Adriano Spatola e a Milano per Jean Cocteau. Le jolie coeur, Centre Culturel Français.
A Reggio Emilia personale Mento sulla mia verità, Galleria Radium Artis.
Nel 2009 partecipa a:
Poverty has a face, Consiglio di Strasburgo.
Dolore di Dio, storia dell’uomo. Luttringer, Manzù, Xerra, Fondazione Lercaro, Bologna.
Les amours de William Xerra, Galerie Quadrige, Nizza.
Gli amori di William Xerra, Galleria Maria Cilena, Milano.
Sempre nel 2009, alle Scuderie della Pilotta di Parma viene esposta, a cura di Ivo Iori e Lucia Miodini, La Grande tavola realizzata da Xerra all'Ansaldo in occasione di Milano Poesia 90.
Nello stesso anno viene pubblicato il volume Peggio per loro di Luigi Ballerini e William Xerra, Edizioni Scritture.
A Milano presso Maria Cilena – Arte Contemporanea Gli amori di William Xerra nel 2009.
Nel 2010 partecipa alle collettive Amore A-meno ad Ameno, Novara, a cura di Elisabetta Longari, Paralleli, Internazionale d'Arte Contemporanea di Sabbioneta, Mantova, a cura di Stefania Provinciali, Poesia Visiva – La
collezione Bellora al Mart di Rovereto e tiene una personale al Museo Civico di Recanati nell'ambito dell'Infinito Festival.
Nell'agosto dello stesso anno coordina una performance collettiva affiggendo i Manifesti della Menzogna borgo di Sella di Lodrignano, sulle colline parmensi e interviene sul tema L'imperfezione dell'arte nella sede della Collezione Civica d'Arte.
A ottobre del 2010, in occasione della Giornata del Contemporaneo, partecipa alla performance Sessanta secondi ma tutti primi, curata dal gruppo BAU, al Mart di Rovereto.
A novembre una sua lampada viene esposta a Lampes d'artistes pou Hanouca 2010 presso il Musée d'art et d'histoire du Judaisme di Parigi.
Nel 2011 si tiene la personale allo Spazio Biffi di Piacenza a cura di Angela Madesani.
Sempre nel 2011 Affresco Live Opere nella Collezione di Pietro Casella presentata da Manuela Gandini alla Biblioteca Sormani di Milano.
Nello stesso anno personale al College Port- Lympia, Nizza.
Nel 2012 Carte Libro, Biblioteca Universitaria, Bologna.
Nel 2013 Novanta artisti per una bandiera Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia.
Nello stesso anno presso Maria Cilena – Arte Contemporanea personale di William Xerra e Marcel Alocco.
Sempre nel 2013 alla Triennale di Milano E subito riprende il viaggio … Opere dalle collezioni del MA*GA dopo l’incendio.
E’ presente nella collezione Gallerie d’Italia Cantiere del ‘900 a Milano.