War is over. Arte e conflitti tra mito e contemporaneità
Non si dà pace senza guerra e viceversa. Sembra questo il modo inevitabile di affrontare la questione, ma la mostra propone un altro punto di vista: il contrario della guerra non è la pace ma il dialogo.
Comunicato stampa
Non si dà pace senza guerra e viceversa. Sembra questo il modo inevitabile di affrontare la questione, ma la mostra propone un altro punto di vista: il contrario della guerra non è la pace ma il dialogo. L’idea viene declinata attraverso due parallele chiavi di lettura: l’una offerta dalle opere d’arte, la seconda proposta dalle citazioni di scrittori, poeti e filosofi. Il progetto espositivo è realizzato grazie al prezioso contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Edison, Marcegaglia, IBC e Regione Emilia-Romagna e si articola intorno a tre temi. Vecchi e nuovi miti analizza le ideologie che in passato, come oggi, sono state spesso alla base di conflitti e le mitologie che ne sono derivate. Teatri di guerra. Frontiere e confini restituisce la rilettura data dagli artisti delle immagini di guerra che si susseguono sotto i nostri occhi.
Infine Esercizi di libertà è più specificamente rivolto a ciò che l’arte può dirci sul nostro futuro. Le scelte curatoriali di Angela Tecce e il contrappunto filosofico e letterario di Maurizio Tarantino si completano con le installazioni di Studio Azzurro, che creano un ideale trait-d’union tra i vari temi affrontati
Il fulcro della mostra è costituito da un nucleo di artisti “storici” che hanno declinato le tematiche della guerra in modi diversi, dalla propaganda bellico-futurista di Marinetti a de Chirico che con I gladiatori rilegge la violenza della guerra mondiale con il filtro di una classicità depurata ed eterna. Picasso con Jeux de pages torna a una riflessione sui disastri della guerra iniziata con Guernica. Fontana e Burri esprimono, con sensibilità diverse, le lacerazioni che i danni del secondo conflitto hanno provocato prima di tutto nelle coscienze, cui si unisce la voce forte e indignata di Guttuso.
Il percorso si snoda attraverso molte altre opere di grande impatto visivo ed evocativo: dalla Lastra sepolcrale di Guidarello Guidarelli, simbolo delle collezioni del MAR, all’Alabardiere di Rubens, fino ad arrivare ad artisti tra cui spiccano, solo per citarne alcuni, Abramović, Boetti, Burri, Christo, Fabre, Kiefer, Kentridge, Kounellis, Rauschenberg, Rovner, Warhol.