Vulci. Produrre per gli uomini. Produrre per gli dèi

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE LUIGI ROVATI
Corso Venezia, 52 , Milano, Italia
Date
Dal al

Aperto da mercoledì a domenica, ore 10.00-20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Chiuso lunedì e martedì

APERTURE STRAORDINARIE
Il Museo d’arte apre eccezionalmente nei seguenti giorni festivi: 31 marzo (Pasqua), 1° aprile (Pasquetta), 25 aprile, 1° maggio, ore 10.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.00)

Vernissage
19/03/2024

su invito

Biglietti

16 € Intero
12 € Ridotto
8 € Teen (da 11 a 18 anni)
30 € Famiglia (composta da due adulti e due ragazzi in età da 11 a 18 anni)
Ingresso gratuito: bambini fino a 10 anni, persone con disabilità con un accompagnatore
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese

Uffici stampa
CLARART
Generi
archeologia
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La mostra inaugura il ciclo Metropoli etrusche, volto a far conoscere i molteplici aspetti delle città, con un approfondimento tematico per ciascuna di esse.

Comunicato stampa

La mostra Vulci. Produrre per gli uomini. Produrre per gli dèi in corso alla Fondazione Luigi Rovati dal 20 marzo al 4 agosto, inaugura il ciclo Metropoli etrusche, volto a far conoscere i molteplici aspetti delle città, con un approfondimento tematico per ciascuna di esse. La mostra è dedicata a una tra le più dinamiche città dell’Etruria meridionale costiera, centro strategico nelle rotte commerciali tra Etruria e Mediterraneo. Tema cardine è la produzione artigianale, con attenzione all’influenza delle importazioni dal Mediterraneo orientale sulle attività delle botteghe locali. Il percorso permette inoltre di ripercorrere le principali vicende storiche di Vulci, dalla sua origine fino alla sua definitiva sottomissione a Roma. Arricchiscono il percorso espositivo le opere di Giuseppe Penone mantenendo forte il dialogo fra antico e contemporaneo, cifra peculiare della Fondazione.

La ricostruzione del valore di Vulci come metropoli, dalle sue origini fino alla conquista romana, permette di ricostruire parallelamente l’evoluzione antropologico-culturale delle élites dominanti, degli artigiani-artisti e di tutta la popolazione vulcente.
Una grande mostra che, accanto a una selezione di reperti inediti appartenenti alla collezione della Fondazione, espone capolavori provenienti dalle collezioni di importanti istituzioni pubbliche ed enti privati, a conferma della attrattività del progetto espositivo che la Fondazione esercita fin dalla sua apertura.

Tra i reperti più spettacolari, la coppia di mani in lega d’argento, oro e rame, e il collarino in osso, appartenente a uno Sphyrelaton, o statua polimaterica, rinvenuto nel 2013 nella necropoli dell’Osteria; gli ossuari in terracotta inediti della collezione della Fondazione Rovati; per la prima volta esposti insieme un nucleo di ceramiche attribuite al Pittore delle Rondini; tra i bronzi inediti un candelabro e due colini della Fondazione Rovati,  la spada con fodero e l’imponente urna biconica ed elmo-coperchio in bronzo proveniente dagli scavi Mengarelli della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale;  la Maschera-visiera in bronzo, un unicum per l’Etruria, probabilmente di uso cerimoniale, proveniente dai Musei Vaticani; imponente l’inedito Pilastro figurato in nenfro della Collezione Castiglione Bocci di Ischia di Castro; parimenti straordinaria la ricostruzione dell’edicola di Ponte Rotto dedicata alla coppia Dionisio ed Arianna, dal 1889 parte delle raccolte del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e mai più esposta in Italia dal 1966.
Due le opere di Giuseppe Penone della collezione della Fondazione Rovati e inedite per pubblico italiano: Cocci, del 1982 e Colonna di menti, del 1981.

Giovanna Forlanelli, Presidente della Fondazione Luigi Rovati: «Questa mostra è l’esito dell’attività di studio e ricerca, anche grazie alla collaborazione d’indirizzo del Comitato Scientifico, che la Fondazione ha condotto sin da prima dell’apertura del Museo d’arte sostenendo e finanziando Università e Centri di ricerca italiane e internazionali.»

Commenta Giuseppe Sassatelli, Presidente dell'Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici: «Vulci inaugura il ciclo di mostre Metropoli etrusche dedicato ad alcune delle principali città etrusche intese non solo come realtà urbanistiche, ma anche come luogo della complessità storica, secondo l’efficace definizione del greco Tucidide, per il quale “gli uomini sono la città, non le mura o le navi vuote di uomini”. Gli Etruschi sono il “popolo delle città”, quelli che le inventarono superando l’antico modo di abitare per villaggi tipico della preistoria e sono quelli che l’applicarono in tutte le loro terre, dal Po nella pianura padana, al Sele in Campania, passando ovviamente per l’Etruria Tirrenica di Tarquinia, Vulci e Chiusi. La mostra illustra temi particolarmente significativi della città come le produzioni artistiche e le relazioni commerciali, le manifestazioni religiose e il rituale funerario, specchio della società e delle sue trasformazioni storiche, anche alla luce di nuove e più recenti scoperte. Non trascurando nuove modalità di valorizzazione della città e dell’area archeologica in una preziosa collaborazione tra istituzioni pubbliche ed enti privati. La mostra è stata concepita e realizzata non solo per gli addetti ai lavori, ma anche e soprattutto per un pubblico colto e interessato, sia nella scelta dei temi da illustrare che nella comunicazione, ancora una volta in linea con i princìpi fondanti della Fondazione Luigi Rovati.»

Laura M. Michetti, Professoressa ordinaria di Etruscologia e Antichità italiche presso il Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza Università di Roma, dichiara: «La mostra si inserisce in un momento molto felice di ripresa degli studi sulla città di Vulci, tra le più importanti d'Etruria ma che ha sofferto più di altre la dispersione nei musei di tutto il mondo di una grande quantità di reperti, soprattutto in seguito agli scavi ottocenteschi. Su impulso della Sapienza Università di Roma, in collaborazione con École française de Rome e con i diversi organi del Ministero della Cultura e con gli enti locali, studiosi e giovani ricercatori si sono di recente confrontati con il recupero della documentazione d'archivio nell'intento di ricomporre e ricontestualizzare il ricchissimo patrimonio archeologico della grande città etrusca. Le più recenti attività di ricerca confermano il ruolo di primo piano svolto da Vulci in un più ampio contesto mediterraneo, un ruolo che i reperti in mostra, alcuni dei quali esposti qui per la prima volta, contribuiscono a illuminare.»

Nel Padiglione d’arte nel giardino è presentato il progetto Vulci 3000. Ricostruire oggi una metropoli etrusca. Sostenuto dalla Fondazione Luigi Rovati, il progetto, nato nel 2014 per iniziativa della Duke University di Durham (NC, USA) sotto la direzione del professore Maurizio Forte, ha l’obiettivo di indagare le fasi urbane della città etrusca e romana di Vulci attraverso nuovi scavi archeologici, lo studio diacronico del paesaggio e indagini non invasive. Un modello in stampa 3D (in prestito dal Museo delle Antichità etrusche e italiche, Polo Museale Sapienza, Sapienza Università di Roma) riproduce l’area dell’antica città etrusca e romana di Vulci, dal vasto pianoro vulcanico all’area di insediamento urbano vero e proprio, fino alle vaste necropoli utilizzate dall’età del Ferro all’età romana imperiale. Alcune proiezioni consentono di apprezzare il progredire nel tempo delle ricerche nell’area: dalla cartografia ottocentesca alle fotografie aeree degli anni Settanta del Novecento fino ai nostri giorni. Inoltre, è presentata una selezione dei materiali video prodotti negli anni con diverse tecnologie dal team di “Vulci 3000” per raccontare i risultati di queste ricerche, che consegnano così una ricostruzione generale dell’impianto di Vulci e una panoramica delle possibilità delle nuove tecnologie per gli scavi contemporanei.  L’ingresso al Padiglione d’arte è libero.

Enti Prestatori: Civico Museo Archeologico di Milano, Direzione Regionale Musei del Lazio, Direzione Regionale Musei della Toscana, Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Museo Archeologico di Vulci, Museo delle Antichità etrusche e italiche, Polo Museale Sapienza, Sapienza Università di Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Musei Vaticani, Parco Archeologico di Cerveteri e di Tarquinia, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale ai quali si aggiungono i prestiti dalla Collezione Castiglione Bocci e due opere di Giuseppe Penone provenienti da una collezione privata di Torino.

Accompagna la mostra il catalogo Vulci. Produrre per gli uomini. Produrre per gli dèi edito da Fondazione Luigi Rovati con testi di Mario Abis, Simona Carosi, Carlo Casi, Alessandro Conti, Sara De Angelis, Maurizio Forte, Christian Mazet, Laura M. Michetti, Giuseppe Penone, Chiara Pizzirani, Carlo Regoli, Maurizio Sannibale, Giuseppe Sassatelli, Giuliano Sergio. (Prezzo di copertina: euro 40,00)


MUSEO GENTILE

Il progetto di inclusione della Fondazione, propone per la mostra la guida accessibile “Museo per tutti” redatta secondo le regole dell’Easy-to-read, un linguaggio semplificato regolamentato dall’Unione Europea e realizzata da L'abilità Onlus.

INCONTRO CON I CURATORI

Mercoledì 20 marzo alle ore 18.00 si terrà l’incontro Le ragioni di una mostra con Laura M. Michetti e Giuseppe Sassatelli, introdotti da Giovanna Forlanelli.
La conferenza è a ingresso libero e non prevede l’ingresso alla mostra
Prenotazione consigliata sul sito www.fondazioneluigirovati.org

VISITE GUIDATE

Ogni sabato alle ore 11.00 visita guidata alla mostra. Costo di 20 euro.
Prenotazioni sul sito www.fondazioneluigirovati.org