Viola Yeşiltaç – Bastard pears & barricades

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE BRODBECK - ARTE CONTEMPORANEA
Via Gramignani 93, Catania, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

performance dal vivo (Viola Yeşiltaç e Oliver Input) ore 18.30
durata della mostra: 02 novembre 2016 - 13 gennaio 2017
visite su appuntamento

Vernissage
30/10/2016

ore 17

Artisti
Viola Yeşiltaç
Generi
arte contemporanea, personale

Il titolo della mostra allude a una condizione di resistenza e di lotta che caratterizza sia il lavoro della Yeşiltaç, quanto, più diffusamente, di una generazione di autori contemporanei che, da un punto di osservazione diverso dal recente passato, si interrogano su eterne questioni quali: cosa sia oggi l’arte, quale sia il ruolo dell’artista e il significato di una opera d’arte.

Comunicato stampa

Viola Yeşiltaç - bastard pears & barricades

inaugurazione: domenica 30 ottobre 2016 dalle ore 17.00
performance dal vivo (Viola Yeşiltaç e Oliver Input) ore 18.30
durata della mostra: 02 novembre 2016 - 13 gennaio 2017
visite su appuntamento

Comunicato Stampa

“Sie wissen nicht was sie tun, aber was ich tue, das glauben sie zu wissen”
“Loro non sanno ciò che fanno, ma ciò che io faccio, credono di saperlo”

Nell’ambito del progetto UNFINISHED CULTURE la Fondazione Brodbeck ha il piacere di annunciare l’inaugurazione della mostra di Viola Yeşiltaç dal titolo bastard pears & barricades domenica 30 Ottobre 2016 dalle ore 17.

In questa occasione l’artista turco-alemanna, newyorkese d’azione, presenta un corpo di lavori costituito da “disegni”, sculture e una performance, realizzato durante il suo periodo di residenza a Catania.
Il titolo della mostra allude a una condizione di resistenza e di lotta che caratterizza sia il lavoro della Yeşiltaç, quanto, più diffusamente, di una generazione di autori contemporanei che, da un punto di osservazione diverso dal recente passato, si interrogano su eterne questioni quali: cosa sia oggi l’arte, quale sia il ruolo dell’artista e il significato di una opera d’arte. Una visione non più intimamente connessa a processi cognitivi di causa e effetto, verticistica e imposta dall’alto, ma caratterizzata da attività caotiche che dal basso e autonomamente si determinano. In questo nuovo contesto si snoda la sperimentazione dell’artista che come da regola sviluppa la sua arte oltre i canoni che definiscono la cultura del momento.
Ed è proprio questo fatto che consente di sviluppare nuova ricerca e di conseguenza definire nuove possibili regole estetiche e una nuova visione del mondo. In questo senso l’artista è sempre più “avanti” e in continua lotta tra le regole dettate dalla conoscenza e quanto il suo istinto gli chiede di rigettare e superare.
I disegni della Yeşiltaç sono figli di questo travaglio intestino. Inchiostri su teli in sky (finta pelle) di grandi dimensioni fissano momenti, sensazioni, visioni, frutto di una continua riflessione tra “lo stile” e quanto la natura del contesto suggerisce, quanto il suo sentire intimo propone. Un gesto quasi calligrafico per raccontare una natura in grado di vincere la resistenza di una pietra nera e apparentemente morta; tecnica a spugna per raccontare il cielo di fine estate; tecnica a spruzzo per immaginare un Mediterraneo che è ben altro delle recenti tragedie; colore decantato per sentire il calore della lava, il pennello per descrivere una materia organica in continuo divenire. Un repertorio di azioni eterogenee in perenne lotta con le regole e le consuetudini di un mondo dove la riconoscibilità stilistica è un elemento fino ad oggi indispensabile, ma che spesso rinchiude l’artista all’interno di una gabbia d’oro apatica e impenetrabile.
Un’arte che comunque si muove sempre tra alta e bassa cultura, infatti le istanze suggerite dal basso vengono sempre confrontate con quanto l’arte ha reso eterno. Come la sedia di Giancarlo Piretti presente nella collezione del Moma e da sempre presente nell’immaginario della Yeşiltaç. Qui proposta incastonata nella lava forse come metafora di libertà espressiva e, al tempo stesso, simbolo che la storia tramanda e mostra sempre come contemporaneo.

Bastardo in catanese è il frutto autunnale del fico d’india così chiamato per distinguerlo da quello nato in prima fioritura in primavera. Un bastardo è più grande, succulento e dolce, nasce da un aborto, da un atto traumatico e contro natura, ma frutto di esperienza e intuito.

Alle ore 18.30 è prevista una performance dal vivo dell’artista in collaborazione con Oliver Input.

Viola Yeşiltaç è nata in Germania. Attualmente vive e lavora a New York.
Ultimi solo shows: C L E A R I N G, Brussels; David Lewis, New York; The Cooper Gallery, University of Dundee, Scotland.
Ha partecipato a mostre collettive quali: Modern Art Oxford, Oxford UK; The Kitchen NYC; Extra City Kunsthal, Antwerpen; 30th Sao Pãolo Biennale e a Dominique Lévy, New York; Campoli Presti, London/ Paris; Moran Bondaroff Gallery, Los Angeles; i8 Gallery Reykjavik, Iceland; Laing Art Gallery, Newcastle; Bundeskunstshalle, Bonn; Sculpture Center, New York oltre tante altre.