Videography – Michael Fliri
Il MAC di Lissone dedica una rassegna alle video-produzioni delle ultime generazioni. A cadenza mensile la saletta del secondo piano sarà riservata alle opere di un unico artista, offrendo al pubblico la possibilità di vedere i filmati da lui realizzati nel corso degli anni. La prima sessione sarà affidata a Michael Fliri, che per l’occasione presenta tredici video grazie ai quali sarà possibile ripercorrere dieci anni della sua attività artistica, dal 2001 al 2011.
Comunicato stampa
Il MAC di Lissone dedica una rassegna alle video-produzioni delle ultime generazioni. A cadenza mensile la saletta del secondo piano sarà riservata alle opere di un unico artista, offrendo al pubblico la possibilità di vedere i filmati da lui realizzati nel corso degli anni. La prima sessione sarà affidata a Michael Fliri, che per l’occasione presenta tredici video grazie ai quali sarà possibile ripercorrere dieci anni della sua attività artistica, dal 2001 al 2011.
Michael Fliri è un performer che opera “in solitaria” e “in silenzio”. I suoi video sono incentrati sui gesti, sulla corporeità, sugli sforzi fisici al limite del non-senso. L’artista incarna la figura dell’antieroe intrappolato nel proprio ruolo e spossato da regole che rimangono sconosciute allo spettatore. Nei video sembra non succedere quasi nulla, ogni situazione appare a dir poco paradossale, i personaggi vengono sottoposti a imprese prive di logica (se non la logica dell’assurdo) e il loro dispendio di energie sembra vanificato dall’insuccesso o dall’inanità delle imprese in atto. Ciò nondimeno, esiste in questi fotogrammi un effetto destabilizzante: forse che questi sforzi nascano e nascondano per davvero una necessità fisiologica? Un’urgenza di relazionarsi con il mondo e con la vita?
Sovvertendo i luoghi comuni e mettendo in crisi i rapporti tra interno-esterno, alto-basso, i video di Fliri sono fulminei, folgoranti, pervasi da un’acuta ironia (che traspare in titoli quali THE UNSEEN LOOKS LIKE SOMETHING YOU HAVE NEVER SEEN del 2011, 0O°°°oo°0Oo°O0 del 2010, GETTING TOO OLD TO DIE YOUNG del 2008 o I’M IN HELL AND I’M ALONE del 2007), vena ironica che ha in sé un sapore agre, pungente, difficile da definire a parole ma che l’immagine filmica riesce a comunicare con grande efficacia.
Le performance di Michael Fliri vengono generalmente fruite attraverso il video, in cui l’artista è protagonista assoluto. Fliri cura anche le scenografie, i suoni, le inquadrature, e in particolar modo i costumi; il camouflage gli permette infatti di dar vita a delle figure ambigue, ibride, che spaziano dallo sciatore allo scalatore fino al naufrago. Particolarmente suggestive sono anche le sue metamorfosi animali e le manipolazioni dell’ambiente. L’unica cosa certa in questi video è che nulla è come sembra. È altresì impossibile sapere cosa aspettarsi.
Michael Fliri è nato nel sud Tirolo nel 1978, vive e lavora tra Vienna e l’Italia. Ha studiato alla New York University, all’Accademia di Belle Arti di Bologna, all’Akademie der Bildenden Künste di Monaco e alla Kunstakademiet di Bergen. Ha inaugurato sue mostre personali alla Galleria Raffaella Cortese di Milano, al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, all’Art dans la Cité di Parigi, al Museion di Bolzano e alla Galleria Enrico Fornello di Prato. Tra le mostre collettive si ricordano quelle al Centre Pompidou di Parigi, all’Alpenrepublik Kunstraum di Innsbruck, al Padiglione Esprit Nouveau di Bologna, al Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taichung, alla Generali Foundation di Vienna, al Mart di Rovereto, all’Expo di Shanghai, a La Friche la Belle de Mai di Marsiglia, alla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone, all’Hancock Museum di Newcastle, alla Terza Biennale d’Arte di Mosca, alla Fondazione Merz di Torino, al Dome City Centre di Beirut, al Centre d'Art de la Bastille di Grenoble, all’Hangar Bicocca di Milano, al Palazzo Strozzi di Firenze, alla Galleria Civica di Trento, alla Somerset House e al Form Content di Londra, alla Fondazione Stelline di Milano e al Kunsthaus di Merano. Ha vinto il premio dell’AIR Antwerp del Belgio, l'European Festival of Visual Arts in Hospital di Parigi, il Récollets della Fondazione Sparkasse e del Museion di Bolzano, ha inoltre ricevuto il Premio d’Onore della Giuria al primo Premio delle Performance Internazionale di Trento.