Vertigine umbra. L’Umbria vista dall’alto

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO BALDESCHI AL CORSO
Corso Pietro Vannucci , Perugia, Italia
Date
Dal al

martedì-giovedì, 15-20; venerdì- domenica 12-20; chiuso il lunedì

Vernissage
25/06/2015
Contatti
Email: info@fondazionecariperugiaarte.it
Sito web: http://www.fondazionecariperugiaarte.it
Biglietti

3 €; studenti: gratuito

Artisti
Gerardo Dottori, Alessandro Bruschetti, Paolo Ficola
Generi
fotografia, arte contemporanea
Loading…

Dipinti di Gerardo Dottori e Alessandro Bruschetti che si incrociano con fotografie di Paolo Ficola scattate dal cielo ed ore di immagini catturate in volo per osservare l’Umbria dall’alto: a Palazzo Baldeschi lo straordinario percorso espositivo voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia organizzato dalla Fondazione Cariperugia Arte

Comunicato stampa

PERUGIA – Ventinove dipinti, di cui molti inediti e mai esposti che saranno visibili al pubblico per la prima volta; 60 straordinarie fotografie che ritraggono l’Umbria vista dal cielo; una selezione di stampe antiche che, tra fantasia e realtà, ci consegnano le immagini di alcune città umbre tra il ‘500 e il ‘700; aerofotogrammetrie stampate ed in formato video che testimoniano come con il passare del tempo abbia trasformato il territorio umbro, con la terra che ha lasciato spazio agli edifici e alle infrastrutture. Inedita, soprattutto, la peculiarità che sin dall’inizio ha alimentato la realizzazione del progetto e che ne fa un unicum: Ficola incontra Dottori e Bruschetti. Per la prima volta, guardando le foto e i dipinti in una visione senza tempo, le aerofotografie sono state messe a confronto con le aeropitture.

E poi oltre 5 ore di volo, a bordo degli elicotteri, a cavallo dei deltaplani, o trascinati nello spazio dai più moderni droni per guardare le terre, i laghi, i fiumi, le montagne, le città e le loro bellezze architettoniche. Guardare dall’alto, con occhi nuovi.

Se non sono sufficienti i numeri, di certo ci pensa la mostra “Vertigine umbra – L’Umbria vista dall’alto tra realtà e immaginazione: aeropittura, aerofotografia, stampa antica, drone”, voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio dell’Umbria e organizzata dalla Fondazione Cariperugia Arte, a scatenare almeno qualche brivido.

A cominciare dai nomi. I pittori, anzi gli aeropittori protagonisti del percorso espositivo aperto dal 24 giugno al 25 ottobre a Palazzo Baldeschi, in Corso Vannucci, a Perugia, sono i due umbri Gerardo Dottori e Alessandro Bruschetti. In mostra 29 dipinti di questi importantissimi artisti che con i loro pennelli colorati hanno tratteggiato il paesaggio umbro in tante sfumature e sfaccettature osservandolo, talvolta solo immaginandolo, dall’alto. Di queste opere, provenienti da collezioni private e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, molte sono inedite e saranno esposte per la prima volta a Palazzo Baldeschi. Mai visti il Paesaggio di montagna e il Paesaggio dal terrazzo di Dottori, e neppure Aeropittura sul Lago di Bruschetti, dipinto scoperto circa un mese fa dall’Associazione Archivi Dottori guidata da Massimo Duranti, che ha collaborato alla mostra, che rappresenta l’unica visione realistica di un lago a fronte delle tante idealizzate e travisate dipinte da Bruschetti. Si tratta di un dipinto particolarissimo, in quanto non nasce per essere appeso al muro ma come copri camino.

Dicevamo i nomi. Accanto a Dottori e Bruschetti troviamo un altro artista perugino, questa volta della fotografia: Paolo Ficola. Parlando dell’Umbria vista dall’alto era inevitabile dedicare un ampio spazio della mostra all’aerofotografo che grazie alla sua passione per il volo, sin da giovane ha gettato uno sguardo particolare sull’Umbria sorvolando i cieli e puntando l’obiettivo dall’alto verso il basso. Ne risulta una immensa opera fotografica di straordinaria bellezza, capace guardare l’Umbria da una prospettiva nuova e di scoprirne paesaggi e monumenti che da terra non potranno essere mai visti. Ebbene sono lì, in mostra.

Come le stampe antiche firmate Schedel, o Blaeu o ancora Mortier che ritraggono alcune città umbre tra la fine del ‘400 e il ‘700, spaziando tra la realtà e l’immaginazione. Fedelissime al vero, invece, le aerofotogrammetrie, immagini in mostra grazie alla collaborazione della Regione dell’Umbria scattate dall’alto con particolari tecniche che mostrano come il territorio e le città umbre si siano trasformati con il trascorrere del tempo. Evoluzioni o involuzioni, agli osservatori decidere.

Infine si vola, con ore di filmati che raccontano l’Umbria vista dal cielo, ripresa dagli elicotteri, dai deltaplani, dai droni. Si spazia in tutto il territorio, da Perugia ad Assisi, da Gubbio a Spello, da Montefalco al Trasimeno e fino all’area del Ternano. Le nostre città, i nostri luoghi “segreti” osservati dall’alto grazie ai filmati realizzati da operatori umbri o concessi da realtà nazionali, come Rai Teche. Dicevamo i nomi. C’è Folco Quilici con il suo video girato nel 1976 prodotto dalla Esso Italiana a restituirci l’immagine di un’Umbria tutta da scoprire, una regione dalla forte identità che il trascorrere del tempo non sembra avere eroso. Lui l’ha catturata dall’elicottero, ora è possibile osservarla anche con i droni, le cui immagini sono proiettate nella prima sala. E’ questo il primo impatto con una mostra che al termine del percorso culmina in una sorta di vortice frastornante che fa perdere di vista la strada che separa il mezzo tecnico dall’arte: che si tratti di incontri casuali o meno, l’Umbria vista dall’alto di Ficola si sovrappone a quella Dottori e Bruschetti.

A chiusura del cerchio resta una esperienza magica che si può ripercorrere anche sfogliando il bellissimo catalogo della mostra realizzato dalla casa editrice Aguaplano dove sono state raccolte tutte queste diverse visioni dall’alto. Assolutamente da leggere la penetrante introduzione dello storico Alberto Grohmann di cui riportiamo una frase che racchiude l’essenza della mostra: “Una visione dell’Umbria largamente eccentrica, nel segno di una trascendenza e di una verticalità che nel caso dell’Umbria sono anche metaforiche e rimandano alla sua essenza storica: si tratta infatti di una condizione dello spirito nel segno dell’elevazione interiore prima che una semplice variazione della nostra percezione spaziale”.