Veit Stratmann – The Aquila Lecture
Veit Stratmann, artista parigino di adozione, ha visitato questo non-spazio urbano pensando di trovarvi spunti di riflessione creativa. Nella sua conferenza, Veit Stratmann spiegherà il naufragio dell’arte in quel luogo che non ha più abitanti ma solo dis-abitanti.
Comunicato stampa
Conferenza
Martedì, 14 maggio, ore 19.30
Ingresso libero
Veit Stratmann: The Aquila Lecture
Il 6 aprile 2009, un terremoto devastante ha raso al suolo L'Aquila: 308 le vittime, 2000 i feriti. Circa 35.000 abitanti hanno dovuto abbandonare la città, l'altra metà è stata alloggiata prima nelle tende, poi in nuove abitazioni costruite nelle zone limitrofe. Da tre anni il centro dell'Aquila è un deserto. Gli edifici sono stati messi in sicurezza con impalcature costosissime che hanno divorato gran parte dei soldi pubblici stanziati per il risanamento.
Veit Stratmann, artista parigino di adozione, ha visitato questo non-spazio urbano pensando di trovarvi spunti di riflessione creativa. Invece ha capito che L'Aquila è una città congelata con cui è impossibile sincronizzarsi perché risucchia ogni significato. L'Aquila è una gigantesca frattura di coerenza – la stessa che l'artista cerca di cogliere nelle sue sculture e nei suoi interventi spaziali.
Nella sua conferenza, Veit Stratmann spiegherà il naufragio dell'arte in quel luogo che non ha più abitanti ma solo dis-abitanti. Aveva progettato un People Counter, un contatore da collocare davanti a ciascuno dei 70 accessi al centro cittadino, allo scopo di registrare ogni passaggio dei visitatori temporanei nella zona vuota. Per questo avrebbe avuto bisogno del placet dell'amministrazione. Ma con il placet dell'amministrazione, dunque di una volontà politica all'interno di uno spazio politico, quel contatore sarebbe stato superfluo...
Veit Stratmann ha ideato The Aquila Lecture con il titolo Impossible Tasks in collaborazione con The Project Room di Seattle nell'ambito di una serie di ricerche dedicate al tema del fallimento (Failure).
Veit Stratmann espone fin dagli anni '80 in spazi di rilievo internazionale, tra i quali: il Museum Folkwang di Essen, la Fondation Serralves di Porto, il Sox di Berlino, Le Centre d’Art et de Diffusion Clark di Montréal, il CAPC-Musée di Bordeaux, The Project Art Centre di Dublino, The Taedok Science Town di Taejon (Corea del Sud), L’Institut d’Art Comtemporain di Villeurbanne, La Fondazione Joan Miro di Barcellona, Le Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, la galleria Chez Valentin di Parigi.