Mirror Project #10 – Useless Objects

Informazioni Evento

Luogo
BARRIERA
Via Crescentino 25, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
18/04/2019

ore 19

Curatori
Caroline Ellen Liou
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Mostra collettiva.

Comunicato stampa

Qual’è la differenza tra un oggetto d’arte e un semplice oggetto? Anziché cercare di risolvere questa domanda indagando i criteri labili e soggettivi che definiscono l’arte”, si potrebbe forse rintracciare una risposta analizzando ciò che l’arte fa, le sue funzioni e il modo in cui opera. L’oggetto artistico, almeno secondo la nozione convenzionalmente riconosciuta dal mondo dell’arte contemporanea, va inteso come qualcosa che circola all’interno del mercato dell’arte; è creato da artisti, promosso da gallerie, legittimato da critici, curatori e storici dell’arte; è esibito da varie istituzioni; è infine valorizzato da collezionisti.

Useless Objects propone di rendere trasparente queste dinamiche ed esaminare i funzionamenti alla base del mondo dell’arte attraverso l’oggetto artistico. La narrativa della mostra segue il percorso dell’oggetto dal contesto quotidiano al cubo bianco, presentando tre artisti che collettivamente illustrano il ciclo di racconti e significati che sono imposti agli oggetti, permettendoci di cogliere i differenti contesti o “mercati” in cui essi circolano. Paolo Cirio, con la sua mappa dettagliata, fornisce una prima comprensione del funzionamento del sistema dell’arte. Federico Caputo ne riprende l’impianto per concretizzarlo nei ricami frutto dell’appropriazione di beni della cultura pop. Infine, Anna Canale presenta un’installazione di un gift shop che affida al pubblico, letteralmente e intellettualmente, l’autorità di decidere cosa sia arte e come relazionarsi a essa.

La mostra si configura come la piazza di un mercato perché, dopotutto, il mercato è uno scambio – sia esso sociale, culturale, intellettuale o economico. L’arte è un mercato dinamico; le opere d’arte sono “oggetti inutili” per antonomasia: acquistano significato solamente nel momento in cui il pubblico conferisce loro un valore intellettuale, culturale ed economico. Dunque, la mostra propone la seguente riflessione: come viene costruito il significato e il valore dell’arte, e chi ha il diritto di decidere? Con un invito diretto al pubblico a determinare la differenza fra un oggetto d’arte e un semplice oggetto, Useless Objects mira a mettere in discussione il ruolo che il pubblico abbia-- senza il quale non ci sarebbe recezione e presumibilmente, nessun significato-- intorno alla costruzione dell’arte.

Anna Canale (Torino, 1990)
Attraverso la sua pratica concettuale, Anna Canale tenta di trattare in modo scientifico qualsiasi dubbio, materiale, mezzo o oggetto scelto, presentandolo nella forma più minimale; il desiderio è di rendere visibile, nella maniera più intuitiva, il tipo di ragionamento e l’azione che viene chiesta al pubblico o che è stata esposta come lavoro già compiuto.
Anna Canale è nata nel 1990 a Torino, dove vive e lavora. Ha studiato presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti, laureandosi in Grafica d’Arte nel 2017. Si dedica parallelamente al mondo del teatro da circa 15 anni ed è fondatrice dell’associazione culturale CONTRASTO, che si occupa di Teatro contemporaneo.

Federico Caputo (Sanremo, 1995)
Il processo artistico di Federico Caputo segue una duplice ricerca: la prima è un'indagine costante sull’estetica, basata sulla sperimentazione di fibre, tessuti, trame naturali e artificiali mantenendo come punto di riferimento il ricamo tradizionale e la sartoria Italiana; la seconda, una profonda ricerca del suo “lo” passato e presente, riflesso su ciò che si circonda e si incuriosisce, concretizzato in icone urbane, figure e oggetti popolari di quest’epoca.
Federico Caputo è nato a Sanremo nel 1995, dal 2014 vive e lavora a Torino dove nel 2018 ha conseguito, presso l'Accademia Albertina, la laurea in Pittura. Attualmente frequenta il Bienno per il conseguimento della magistrale. Negli ultimi anni ha avuto l'opportunità di iniziare a esporre i propri lavori in varie realtà indipendenti nell'area del Torinese.

Paolo Cirio (Torino, 1979)
Paolo Cirio lavora con i sistemi legali, economici e culturali della società dell'informazione. Indaga i campi sociali legati all’internet, come la privacy, la democrazia, il copyright e la finanza. L’artista mostra le sue ricerche e le opere basate sull'intervento attraverso artefatti, foto, installazioni, video e arte pubblica.
Nato nel 1979 in Piemonte, Paolo Cirio si è laureato presso l'Università di Torino prima di trasferirsi a New York, negli Stati Uniti, dove attualmente vive e lavora. Il suo lavoro è stato mostrato in istituzioni internazionali e biennali come la Biennale di Gwangju, la Biennale di Strasberg, la Biennale di Sydney, Tate Modern, Somerset House, MoCA Taipei e SMAK, fra tanti altri. È rappresentato dalla Galleria Giorgio Persano di Torino e dalla Galleria NOME di Berlino. Accanto alla sua pratica artistica, Cirio contribuisce anche regolarmente a pannelli e workshop, oltre a curare le proprie mostre.

Caroline Ellen Liou (Los Angeles, 1991)
Artista e curatrice asiatica-americana, Caroline Ellen Liou si interessa come l'arte possa metabolizzare “l'altro” attraverso l'appropriazione, ricontestualizzazione e consunzione. Si interessa inoltre a tutto ciò che viene incluso nel canone dell'arte, in particolare in termini di valore e gusto, e in che modo tali confini sono definiti in primo luogo.
Caroline Ellen Liou si è laureata presso la Rhode Island School of Design, Providence USA con una BFA in Pittura nel 2014 e il Courtauld Institute of Art di Londra nel Regno Unito con una MA nella Storia dell’Arte Cinese Contemporanea nel 2017; ha frequentato il corso curatoriale CAMPO alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, Italia dal 2017 al 2018.