Umberto Boccioni. L’artista che sfidò il futuro

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DEL NOVECENTO
Piazza Duomo, 8, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
09/06/2016

ore 18

Editori
JOHAN & LEVI
Uffici stampa
CLARART
Generi
incontro - conferenza

Incontro di approfondimento dedicato alla figura di Umberto Boccioni, a partire dal volume
Umberto Boccioni. L’artista che sfidò il futuro di Gino Agnese, edito da Johan & Levi

Comunicato stampa

Museo del Novecento - Sala Arte Povera
Via Marconi 1, Milano

Incontro di approfondimento dedicato alla figura di Umberto Boccioni, a partire dal volume
Umberto Boccioni. L’artista che sfidò il futuro di Gino Agnese, edito da Johan & Levi

Intervengono Domenico Piraina e Gino Agnese, con un saluto di Francesca Rossi e Danka Giacon

Ingresso libero. Al termine della presentazione i partecipanti - previa registrazione in sala - potranno visitare la mostra con ingresso ridotto (euro 10)

In occasione della mostra "Umberto Boccioni: genio e memoria" Johan & Levi in collaborazione con il Comune di Milano e il Museo del Novecento promuove un incontro di approfondimento sulla figura dell'artista. Spunto per la serata è la biografia, scritta da Gino Agnese, dedicata alla figura del teorico, fautore e primario esponente del Futurismo. Artista rivoluzionario, caustico, inconciliabile con l’immobilità, l’autore della Rissa in galleria e degli Stati d’animo, fu carismatico al punto di trascinare il suo stesso maestro Balla nell’avventura del Manifesto dei pittori futuristi.

Fautore di un’arte violentemente rivoluzionaria, Umberto Boccioni (1882-1916) pittore e scultore è insieme a Marinetti il massimo esponente del Futurismo e il primo della sua cerchia ad aver captato la nuova sensibilità introdotta dal secolo delle tecnologie e della macchina. Non è un caso se al primo incontro Apollinaire riconosce subito in lui il teorico del gruppo, colui che di lì a breve sintetizzerà nel celebre “camminatore” le proprie ricerche su un dinamismo quasi metafisico, di radice aristotelica.

Ebbe il passo delle personalità geniali - scrive l’autore -. Metabolizzava velocemente le esperienze per rilanciarle subito in intuizioni e invenzioni. Questo appare evidente se si osserva il suo apprendistato artistico a Roma, dove alla vigilia del secolo nuovo giunse da Catania per fare il giornalista. Più d’uno, nel suo gruppo di giovani artisti, era maggiormente dotato, e non soltanto nelle abilità e pittoriche e disegnative. Ma in breve le gerarchie dei talenti si rovesciarono.

Boccioni si distingue per il corso rapido dell’intelletto, per la singolarità dei discorsi, che spaziano in ogni campo. Possiede i tratti della genialità, fa proprie letture ed esperienze, rilanciandole in straordinarie invenzioni che fissano i princìpi di una nuova estetica. Inseritosi nel solco di Balla negli anni dell’apprendistato romano, sarà però lui a trascinare il maestro nell’avventura del Manifesto dei pittori futuristi, nel 1910, a cui hanno già aderito Carrà, Severini e Russolo. Fu alla scuola di Balla, ma questi sarebbe rimasto soltanto un ottimo pittore divisionista se il giovane Boccioni non l’avesse coinvolto nel Manifesto dei Pittori Futuristi del 1910.

Una brigata effervescente, con il poeta Marinetti nel ruolo di leader che mobilita ogni mezzo per lanciare i compagni verso la gloria internazionale, raggiunta nel febbraio del 1912 con la prima mostra futurista nella Parigi delle avanguardie. Un evento che Boccioni ha atteso come nessun altro nella sua vita e che ha calamitato ogni sua aspettativa. Sarà poi la volta di Londra, Bruxelles e Berlino, prima di riprendere la tournée italiana delle serate futuriste, dove il giovane artista darà ulteriori prove di una personalità magnetica, di un’intelligenza caustica.

Qualità, queste, che fanno presa anche sulle donne, alcune di nome illustre, come la critica d’arte Margherita Sarfatti, la scrittrice Sibilla Aleramo e la principessa Vittoria Colonna Caetani, passione ultima e disperata. Ma prima ancora su Ines, la donna-romanzo immortalata in tanti ritratti, una filigrana che attraversa la brevissima esistenza di Boccioni. Partito soldato volontario della Grande guerra, muore infatti a trentaquattro disarcionato dal cavallo. Lascia un mistero rimasto tale per ottanta anni, sulla sua discendenza – svelato in queste pagine e legato a un soggiorno di tre mesi nell’Impero dello zar Nicola II – e un’eredità grandiosa per il futuro dell’arte.

Gino Agnese è autore di vari saggi dedicati al Futurismo. Tra gli altri: Marinetti, una vita esplosiva (1990), prima biografia completa del poeta (Premio Tevere, Premio Letterario Castiglioncello); Boccioni da vicino (2008). Marinetti-McLuhan (in Il Futurismo nelle avanguardie (2010). Con Vanni Scheiwiller ha curato Milano “caffeina d’Europa” (1999). Ha fondato e diretto la rivista di studi sulla comunicazione Mass Media (1982-1995) le cui “copertine d’autore” sono raccolte in Ventisette artisti e una rivista (2014). È stato consigliere del Palazzo delle Esposizioni di Roma e delle Scuderie del Quirinale (1998-2008) e presidente della Quadriennale di Roma (2002-2011).