Tra la notte e l’Oriente
Se l’Oriente evoca magiche atmosfere e la notte esercita il fascino del mistero, sorge spontanea l’associazione d’idee da cui è nata questa mostra, cioè la suggestiva liaison tra la Notte e l’Oriente, l’una e l’altro, indipendentemente, accomunati dalla capacità di evocare innumerevoli suggestioni.
Comunicato stampa
Se l’Oriente evoca magiche atmosfere e la notte esercita il fascino del mistero, sorge spontanea l’associazione d’idee da cui è nata questa mostra, cioè la suggestiva liaison tra la Notte e l’Oriente, l’una e l’altro, indipendentemente, accomunati dalla capacità di evocare innumerevoli suggestioni. E così, tra echi d’Oriente e impressioni notturne, si possono ammirare opere molto diverse per stile, epoca e formazione del loro autore. Non sono infatti esposti solo gli artisti trattati in permanenza dalla Galleria, ma anche alcuni inediti di generazioni diverse.
Il nucleo orientale è rappresentato prevalentemente dal moscovita Dmitij Kosmin (Omsk, 1925 – Mosca, 2003), pittore che occupa un posto d’onore tra i grandi maestri dell’arte figurativa sovietica, di cui è stato rappresentante alla Biennale di Venezia del 1966 e l’anno seguente a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Sua una serie di tele che raffigurano lo splendore delle antiche città uzbeke, crocevia tra Asia ed Europa lungo le antiche rotte commerciali tra Oriente e Occidente. L’Uzbekistan ha conservato l’eredità storica e architettonica più interessante di quell’area, con città che sono musei all’aria aperta. Un paese ricco di scenari forti, con monumenti da fiaba che evocano miti affascinanti: le cupole, le torri e i minareti dagli scintillanti colori, specie il turchese, di Hiva, Samarcanda e Bukhara. Quest’ultima, nello specifico la porta antica della città, è anche il soggetto di un’opera in mostra di Boris Lavrenko (Rostov, 1920 – San Pietroburgo, 2001) e di un altro autore che esponiamo per la prima volta, Mikhail Kuznetsov (Kruglino, 1904 - 1989), appassionato paesaggista che ha viaggiato in tutto il paese per mostrare attraverso le sue tele la meravigliosa varietà delle diverse zone della Russia.
I soggetti notturni spaziano invece da suggestioni d’inquietudine, come quelle evocate dal cupo e tormentato cielo di Anatoly Klimenko (Kuvandyk, Orenburg reg., 1934 - 2008) a Simbirsk (Ulyanovsk), alla rasserenante veduta sul Don di Vasily Orlov (Grayvoron, 1910 - 2010), un delicatissimo acquerello del 1960 di piccole dimensioni. Più cromaticamente accese, dato anche il contesto urbano, sono l’opera di Vasily Larionov (1929 - 2005) “Treno notturno” e l’intenso “Approdo notturno” dalle vivaci pennellate di Alexey Garin (Nizhny Novgorod, 1961), mentre la “Sera autunnale a San Pietroburgo” di Sergej Pankratov (Nizhniy Novgorod, 1905 – San Pietroburgo, 1975), con le luci che si riflettono tremule nell’acqua e i colori d’autunno delle fronde degli alberi, richiama alla quiete e all’armonia. Forse però l’opera che meglio rappresenta il fascino e la magia della notte è “La cueillette du soir” degli anni ’20 di Marcel Rieder (Thann, Alsazia, 1862 – Parigi, 1942): una donna, quasi angelica nella sua veste bianca, raccoglie sul portico dei fiori; sullo sfondo, montagne e uno specchio d’acqua sono rischiarati dalla luce lunare, in contrasto con la luce del lume sul tavolo accanto alla donna. Rieder è infatti un autore particolarmente affascinato dalla resa degli effetti di luce, soprattutto artificiale, e le sue opere sono famose proprio per le atmosfere crepuscolari e poetiche, di forte impatto emotivo.