Toty Ruggieri – Diamond Dogs. Officina post industriale

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO KROMÌA
Diodato Lioy 11 80134 , Napoli, Italia
Date
Dal al

lun/merc/ven 10.30-13.30 e 16.30-19.30
mar/giov/sab 10.30-13.30

Vernissage
11/11/2016

ore 19

Artisti
Toty Ruggieri
Generi
fotografia, personale
Loading…

Nuova personale napoletana del fotografo Toty Ruggieri.

Comunicato stampa

KROMÌA è lieta di presentare “DIAMOND DOGS – OFFICINA POST INDUSTRIALE”, nuova personale napoletana del fotografo Toty Ruggieri.

In mostra, quattro pannelli/poster fotografici di grande formato tratti dalla serie, recentemente confluita in progetto editoriale Yard Press appena presentato al Museo Madre, che l’artista ha dedicato al Diamond Dogs - Officina post industriale (così chiamato dal celebre brano di David Bowie), storico locale musicale e artistico che nella stagnante e martoriata Napoli degli anni immediatamente successivi al terremoto dell’Ottanta divenne luogo di sperimentazione e ritrovo per l’avanguardia giovanile punk e creativa dell’epoca, locale e internazionale, rendendosi motore di speranza e rinnovamento.

Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): “L’ormai mitologica stagione del leggendario locale musicale e artistico scavato nelle cave di tufo della Napoli post-terremoto, incunabolo dell’avanguardia giovanile che in quegli anni, come nella memoria dell’autore, ‘tra trasgressione e rivoluzione, sceglieva la terza via della creatività’, diviene nella scelta espositiva contemporaneamente simbolo e manifesto: simbolo, perché inaspettatamente essenzializzata nel rinvenimento degli archetipi di un contesto; manifesto, perché del simbolo non si fa astrazione cerebralizzante, ma comunicazione ancora e sempre rivivificata per parlare al presente, facendogli, per buona misura, assumere la forma quasi di poster, non in ammiccamento, ma in semantica aderenza al contenuto. […] Ed ecco allora folla, come assembramenti di visi in una rembrandtiana Ronda di notte corale, atra, barocca; abbagliamenti o epifanie nel buio postsimboliste su singole deità musicali alla Moreau; stranianti visioni d’involontaria ironia e tenerezza rilucenti in un magma oscuro, ribollente, lucido, informe, di energie umane e sociali: stava prendendo forma la speranza di futuro, per una massa d’azione creativa che sceglieva rumorosamente di essere mai mandria.”