To Repel Ghosts
To Repel Ghosts è il titolo di un celebre dipinto del 1986 di Jean-Michel Basquiat. Un titolo, questo, che, assieme al giorno e all’ora di inaugurazione della mostra (venerdì 17 febbraio 2017, alle ore 17.00), celebra il potere apotropaico della parola. Una mostra, interamente dedicata ai fantasmi, proprio non poteva fare a meno di tali poteri e di tali cautele.
Comunicato stampa
To Repel Ghosts è il titolo di un celebre dipinto del 1986 di Jean-Michel Basquiat. Un titolo, questo, che, assieme al giorno e all’ora di inaugurazione della mostra (venerdì 17 febbraio 2017, alle ore 17.00), celebra il potere apotropaico della parola. Una mostra, interamente dedicata ai fantasmi, proprio non poteva fare a meno di tali poteri e di tali cautele.
Sono molti anni che inseguo e colleziono fotografie di fantasmi e, a partire da tale nucleo, ho costruito l’intera mostra, che si propone come un articolato rendiconto di tale territorio, dalle sue origini tardo romantiche e ottocentesche, fino alla più stretta contemporaneità. La mostra è fatta da tanti documenti tra fotografie, libri, dipinti e installazioni, talvolta frutto dell’ingegno di artisti rinomati, talaltra di remoti sperimentatori, più spesso opere anonime, ma tutte animate da una stessa passione per l’inconoscibile e dallo stupore di fronte a ciò che è oscuro e inspiegabile.
Nel dare un ordine a un materiale così diverso, ho organizzato il tutto in tre grandi insiemi, dedicati rispettivamente alla classicità (con qualche piccola incursione nel moderno), al postmoderno e alla più stretta contemporaneità. Insomma, dal 1860 ai giorni nostri, da Eugene Thiebault e Eduard Isidore Buguet, a Chiara Fumai. Elemento comune è l’immagine, riprodotta, manipolata o ricostruita, enfatizzata con trucchi sofisticati, o azzerata in una perenne dialettica tra vero, verosimile e falso. Tutto ciò grazie ad uno dei processi più comuni della creatività: trasformare la realtà in avvenimento straordinario, l’oggetto muto in opera d’arte. Tale processo, da taluni definito, utilizzando il vocabolario religioso, transustanziazione, è anche, al tempo stesso, la legittimazione della presenza di tanti documenti non immediatamente artistici nel contesto di una galleria d’arte, dove l’ectoplasma di tanta tradizione spiritica si propone come scultura, e l’apporto come elemento di un’installazione. Non è un caso, poi, che ad agire come principio d’ordine per i documenti della sezione classica, ma anche per quanto definiamo moderno e contemporaneo, è la scienza; una scienza dapprima di schietto stampo positivista (e questo ci spiega le tante citazioni di Lombroso, Richet, o dei coniugi Curie), in seguito sempre meno sperimentale e sempre più induttiva, come dimostrano le più recenti scienze estetiche usate come principio ermeneutico nelle sezioni dedicate al postmoderno ed al contemporaneo.
Si passa così dalle origini misteriose della fotografia spiritica (con tanto di maestri, sperimentatori radicali e vere e proprie star del settore), all’analisi del trucco e della prestidigitazione nell’operato dei medium (come nel libro fondamentale in materia scritto da Enrico Imoda, Fotografie di fantasmi, o nei tanti esperimenti sui presunti poteri di Eusapia Palladino), fino alla verifica sperimentale delle energie occulte che animano la materia, come nelle sedute auratiche organizzate dal parigino Paul Fleury negli anni ’40 e ’50 del secolo scorso.
Infine, il paranormale e lo spiritismo nella loro versione squisitamente pop (non a caso siamo negli anni ‘60), di figure ai tempi celeberrime, e ancora oggi assai discusse, come il sapiente Gustavo Rol e il medium Fulvio Rendhell. Di ciascuno di essi saranno in mostra alcuni rari documenti fotografici e video, e qualche, ancor più raro, apporto.
La mostra si conclude idealmente con una piccola incursione nelle relazioni contemporanee tra spiritismo e arte, attraverso l’installazione La donna delinquente di Chiara Fumai e le trappole per fantasmi, realizzate e documentate fotograficamente da Turi Rapisarda e Simona Galeotti.
To Repel Ghosts cerca esattamente di parlare senza alcun filtro, ma con estrema serietà, di tale sterminato territorio, valendo da breve introduzione ragionata al complesso universo storico e simbolico del mondo dei fantasmi.
Una guida dettagliata per un corretto uso della mostra accompagnerà il materiale esposto, introducendo il pubblico ad avvenimenti, luoghi, biografie e narrazioni straordinarie.
La mostra è il capitolo terzo del ciclo dedicato da Guido Costa Projects all’Immateriale, e rimarrà aperta in orario di galleria fino al 21 aprile 2017.
In mostra, documenti e opere di: John Beattie, Richard Boursnell, Eduard Isidore Buguet, Craig and George Falconer, Paul Fleury, Chiara Fumai, William Hope, Frederick Hudson, Enrico Imoda, F.M.Parker, Turi Rapisarda e Simona Galeotti, Fulvio Rendhell, Gustavo Rol, William Shew, Eugene Thiebault.
Si ringraziano per la collaborazione e per i preziosi prestiti: Keith De Lellis, New York; La Lumiere de Roses, Parigi; Alexandra e Fulvio Rendhell, Roma; Giovanna Demeglio, Torino; gli artisti Chiara Fumai, Turi Rapisarda, Simona Galotti e tutti i collezionisti che hanno richiesto l’anonimato.