Then and Now: A Zimbabwean/Italian Tale

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DELLE SCIENZE - MUSEO NAZIONALE PREISTORICO ETNOGRAFICO PIGORINI
Piazza Guglielmo Marconi 14, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
15/10/2013

ore 16

Generi
arte etnica
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Le opere in mostra, provenienti dalla Galleria Nazionale dello Zimbabwe documentano visivamente le varie fasi della realizzazione di questa opera ciclopica che ha profondamente modificato l’originale habitat e condizionato gli stili di vita dei suoi abitanti.

Comunicato stampa

La diga di Kariba, che ha creato uno dei più grandi bacini idrici del mondo, si trova sulla gola di Kariba lungo il fiume Zambesi che segna il confine tra Zambia e Zimbabwe.
La diga, con la sua omonima centrale elettrica di Kariba Sud, è stata realizzata tra il 1955 e il 1959 da un consorzio di imprese italiane. Nel 1977 l'opera è stata completata con la creazione della nuova turbina di Kariba Nord.
La diga di Kariba genera energia idroelettrica per un totale di 1.319 megawatt che alimentano gli stati dello Zambia e dello Zimbabwe, che ne sono coproprietari. La diga è gestita dalla Zambesi River Authority. Il lago artificiale di Kariba, si estende per 280 km, e ha una capienza di 180 kmc.

La creazione dell'indotto artificiale ha determinato il trasferimento di 57000 Tonga, una popolazione che viveva lungo il fiume Zambezi, e dei loro armenti sia in territorio dello Zimbabwe sia in quello dello Zambia.
Il popolo Tonga stanziato oggi sulle sponde del lago, vive di pesca, di allevamento e di agricoltura di specie montane. Gli indiscussi benefici economici che la costruzione della diga ha portato ai due Paesi ha di fatto modificato radicalmente la tradizionale vita dei Tonga determinando la ricerca di nuovi equilibri esistenziali nella mutata realtà geografica.

Le opere in mostra, provenienti dalla Galleria Nazionale dello Zimbabwe documentano visivamente le varie fasi della realizzazione di questa opera ciclopica che ha profondamente modificato l'originale habitat e condizionato gli stili di vita dei suoi abitanti.

In mostra i lavori di Giovanni Novaresio (1917-1997), tra i protagonisti dell'avanguardia artistica genovese del dopoguerra, che nei suoi lunghi soggiorni africani negli anni Cinquanta ha documentato la costruzione della diga Kariba in opere grafiche e pittoriche con un linguaggio tra astrazione e figuratività espresso nel rigore delle linee e dei volumi geometrici.

Waalko Dingemans (1912-1991), artista olandese emigrato in Sud Africa negli anni Cinquanta. Le sue opere documentano, in uno stile più realistico, i progressi della costruzione della diga e le trasformazioni dell'habitat, in cui trovano posto anche la rappresentazione del lavoro degli uomini, veri artefici dell'intera opera.

La scena artistica contemporanea dello Zimbabwe è rappresentata in mostra da alcuni esponenti del movimento “Contemporary Art”, un movimento che ha avuto inizio negli anni ‘50.
Virginia Chihota, che lavora sul valore della spiritualità e sulla forza esistenziale che questa conferisce a chi crede;
Ammirate Kamudzengerere che esplora realtà separate – l'Africa e l'Europa – ma idealmente riunite in un unico palcoscenico simbolico grazie alla sapiente bicromia rosso/blu;
Lovemore Kambudzi che raffigura la vita quotidiana tra realtà urbana e rurale attraverso uno sguardo satirico che rappresenta la cifra personale di tutta la sua produzione;
Portia Zvavahera che raffigura nelle sue opere le donne in una mistica unione che le accomuna in una causa condivisa al di là delle personali disabilità.